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Via Valeriana Sebina

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Via Valeriana Sebina
Panorama della moderna Tirano (lat. Turianum), antica destinazione della via Valeriana Sebina
Localizzazione
Stato Impero romano
Stato attualeItalia Italia
RegioneLombardia Lombardia
Coordinate
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Informazioni generali
Tipostrada romana
Termine costruzioneIII secolo d.C.
CostruttoreValeriano
Condizione attualeNon più esistente
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InizioTrivilium (Treviglio)
FineTurianum (Tirano)
Informazioni militari
Utilizzatore Impero romano
Impero romano d'Occidente
Funzione strategicamettere in comunicazione la media Pianura Padana (lat. Planities Padana) con la Valtellina (lat. Vallis Vulturena) costeggiando il lago d'Iseo (lat. Sebinus lacus)
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La via Valeriana Sebina era una strada romana consolare che metteva in comunicazione Trivilium (Treviglio), che si trovava nella media Pianura Padana (lat. Planities Padana), con Turianum (Tirano), che è invece situato in Valtellina (lat. Vallis Vulturena). La strada raggiungeva Turianum costeggiando a occidente il lago d'Iseo (lat. Sebinus lacus).

Fu probabilmente realizzata dall'imperatore Valeriano intorno al III secolo d.C., da cui il nome della strada, che richiama anche, come l'omologa e presumibilmente precedente via Sebina, la presenza del Sebinus lacus. L'antica via Valeriana Sebina ricalca in parte la moderna strada statale 469 Sebina Occidentale.

Storia[modifica]

Aureo dell'imperatore Valeriano, coniato a Roma intorno al 260 d.C.

La via Valeriana Sebina metteva in comunicazione Trivilium (Treviglio), che si trovava nella media Pianura Padana (lat. Planities Padana), con Turianum (Tirano), che è invece situato in Valtellina (lat. Vallis Vulturena). La strada raggiungeva Turianum costeggiando a occidente il lago d'Iseo (lat. Sebinus lacus). Fu probabilmente realizzata dall'imperatore Valeriano, da cui il nome della strada, che richiama anche, come l'omologa e presumibilmente precedente via Sebina, la presenza del Sebinus lacus.

Da Turianum la via Valeriana Sebina giungeva poi a Bergomum (Bergamo), da dove passavano altre due importanti strade, la via Gallica e la via Marzia. Da Turianum, sua destinazione finale, si potevano poi raggiungere, direttamente o indirettamente, importanti valichi alpini, come il passo dell'Aprica (lat. Transitus Urigae), il passo del Tonale (lat. Transitus Thonalis) e il passo del Bernina (lat. Bernina mons), usati molto probabilmente in epoca romana in modo assiduo perché raggiungibili grazie a strade vere e proprie, nonché il passo dello Stelvio, il passo del Mortirolo, il passo di Gavia, il passo di Crocedomini, il passo della Presolana e il passo del Vivione, presumibilmente raggiungibile grazie a mulattiere e sentieri. "Stelvio" deriva infatti dal latino stilvis, che significa "selva", e non ha il corrispettivo nome proprio in latino[1].

Percorso[modifica]

Scorcio della moderna Stezzano (lat. Statianum), una delle località da dove passava la via Valeriana Sebina

Il percorso della via Valeriana Sebina iniziava a Trivilium (Treviglio) per poi proseguire verso Castrum Rozzonum (Castel Rozzone), Castrum de Arcene (Arcene), Viridellum (Verdello), Statianum (Stezzano), Bergomum (Bergamo), da dove passavano anche la via Gallica e la via Marzia, Sariatum (Seriate), Albanium (Albano Sant'Alessandro), Monticellum (Montello), Tresoltium (Carobbio degli Angeli) e Claudunum (Chiuduno)

La via Valeriana Sebina proseguiva in direzione di Grumulus (Grumello del Monte), Castra Calelum (Castelli Calepio), Cretarium (Credaro), Sarnicum (Sarnico), Praedium (Predore), Tabernula (Tavernola Bergamasca), Parzanica (Parzanica), Ripa Solti (Riva di Solto), Castrum (Castro) e Loverium (Lovere: dove termina la moderna ex strada statale 469 Sebina Occidentale. Quest'ultima iniziava invece a Urago d'Oglio, che si trova a 27 chilometri verso est dalla moderna Treviglio).

La strada romana continuava verso Costa Vulpini (Costa Volpino), dove intersecava la via Sebina, proseguendo verso Rognum (Rogno), Darfum (Darfo Boario Terme), Planum Cognum (Piancogno), Esinum (Esine), Cevedatum (Cividate Camuno), Brenum (Breno), Niardum (Niardo), Losenum (Losine), Bragonum (Braone), Cetum (Ceto), Nadrum (Nadro), Caput Pontis Cemmi (Capo di Ponte), Sellerum (Sellero), Cedigolum (Cedegolo),, Demum (Berzo Demo), Malonnum (Malonno), Sonicum (Sonico), Idulum (Edolo), Curtenum (Corteno Golgi), Uriga (Aprica), Telium (Teglio), Blanzonum (Bianzone), Stazona (Stazzona) e Turianum (Tirano), dove terminava il suo percorso.

Note[modifica]

  1. La Storia del Passo dello Stelvio, su viestoriche.net. URL consultato il 7 dicembre 2018.

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