Regista inventore dei Vetrinaggi[1]. Secondo Aldo Carotenuto, il lavoro di Ottavio Rosati mette insieme due ruolii[2][3]. Grazie allo psicoplay è analista, attore e ricercatore. Come film maker è produttore, sceneggiatore e creatore di immagini[4]. (Vanessa Rusci).
Nasce nel 1950[5] a Sulmona (AQ). I genitori vanno a vivere a Roma tre anni dopo[6]. In quarta elementare cambia il nome anagrafico in Ottavio su consiglio di un angelo-Donald Duck (sic)[7]. Quaranta anni dopo, scoprirà il perché studiando il segreto inter-generazionale della famiglia del padre[8].
Consegue la maturità classica al liceo Mamiani di Roma dove allestisce Sogno (ma forse no) di Pirandello nelle ore di matematica. Esce di casa a vent'anni, lavora come giardiniere e pubblicista e si laurea in filosofia. E' allievo dello scrittore Juan Rodolfo Wilcock e dell'avvocato Silvano Uttinacci studioso di alchimia. A Praga studia illuminotecnica al primo teatro multimediale del mondo: la Laterna Magika di Josef Svoboda.
A 22 anni conosce Fernanda Pivano[9]con cui vive a Roma un legame trentennale[10][11][12][13][14] che entrerà in crisi quando le dedica il docufilm Generazioni d'amore(Cinecittà), Jean Vigo Italia. Nel 2010 R. racconta luci e ombre di questa storia in Quattro decenni di Plays per il Teatro del Tempo[15]. A settanta anni afferma di essere guarito e pronto a nuovi amori. Vive con coppie di pets come cacatoa, scoiattoli o cocker. Scrive: Datemi un animale o almeno un Totoro sennò divento una bestia. Si ritiene fedele a suo modo, Cristiano-Buddhista e praticante ma è fiero di avere un bisnonno garibaldino[16]. Nel 2000 scopre, "come don Mimmì in Filumena Marturano", di essere padre da molti anni ma senza essere stato informato dalla madre di sua figlia. Gli accadono fenomeni di sincronicità[17]. Dichiara: Preferisco l'umorismo alla privacy.
Nel 1978 per la casa editrice Astrolabio-Ubaldini, R. fonda alla kasbah[23] di Trastevere[24] la rivista Atti dello psicodramma[25][26] e cura l'edizione italiana del trattato di Jacob Levi MorenoPsychodrama e di libri di Didier Anzieu, Lewis Yablonsky, Anne Schützenberger e Gretel Leutz. Pubblica voci sullo psicodramma e le tecniche attive per Enciclopedia del Teatro del Novecento[27], il Trattato di Psicologia Analitica di Carotenuto e il Dizionario Internazionale di Psicoterapia[28]. Studia psicodramma analitico alla SEPT di Parigi, con i lacaniani Gennie e Paul Lemoine, e psicodramma classico con Zerka T. Moreno al Moreno Institute di Beacon (New York). Corrado Pensa, fondatore dell'A.Me.Co, è il suo maestro di meditazione Vipassana. Studia musica e tennis: Giocare a tennis per me è stato una vera didattica: ho capito le relazioni oggettuali di Kernberg colpendo la pallina con la racchetta[29].
Dal 1973 al 2021 è in analisi e supervisione psicanalitica con Aldo Carotenuto, Paolo Aite, Nadia Neri, Giusi Cuomo Napolitani, Mario Trevi[30], Claudio Modigliani e Stefano Carta[31]. La didattica con Mario Trevi (1924-2011) inizia nel 1981 e termina nel 1991[32]. Restano in contatto ma nel 1994 Rosati precipita in una triangolazione traumatica causa di paure e confusione (sic). Se ne libera grazie a I cani dell'acqua marcia (2018) un Outing-video che farà dopo la morte di Trevi, durante l'analisi col prof. Stefano Carta, inventando la formula dei Vetrinaggi[1].
Nel 1990 entra "per chiara fama" nell'Ordine degli psicologi e nell'Albo degli psicoterapeuti istituiti dalla legge Ossicini. Nel 2008, su richiesta degli allievi, chiede al Ministero dell'Università e Ricerca il riconoscimento della Scuola di Specializzazione in videoterapia PLAYS IPOD[33][34] nata a Roma vent'anni prima con la rivista Atti dello psicodramma[35]. Dopo l'ammissione Rosati definisce la pratica una pozzanghera grigiastra con piccoli squali universitari che separa il mondo della burocrazia da quello della cultura umanistica[36]. Considera Alejandro Jodorowsky il suo vero maestro di arte, morale e terapia[37]. Gli chiede una psicomagia e ottiene il risultato che cercava[38].
Nel 2015 un hikikomori toscano che aveva schiavizzato i genitori chiede la sua radiazione dall'Ordine degli psicologi per aver risposto ai suoi insulti con altri insulti. Rosati si difende citando il Berretto a Sonagli di Pirandello. L'Ordine del Lazio lo assolve e incarica la scuola Ipod Plays di realizzare il socioplay L'amore in piazza al centro storico di Roma. R. lo conclude festeggiando le nozze di Tinto Brass con Caterina Varzi.
Debutta come produttore indipendente (Plays srl) nel 1992 quando Fabio Bonvicini, giovane pittore e musicista, gli chiede di produrre Carmen di Bizet nella riduzione di Peter Brook, Carrière e Constant. Insieme organizzano anche cortometraggi di animazione digitale[39]. Collabora per anni con l'Università e la Scuola del Teatro Stabile di Catania, spesso coinvolgendo i suoi Cacatoa Teto che porta anche alla Ferrari come pet ausiliari in gruppi di psicoplay per istigare al gioco non competitivo ingegneri e piloti logorati dallo stress[40]. Scrive: Avevo carta bianca. Sono arrivato a Maranello con archi e frecce, un centinaio di action figures della Scacchiera[41]e un badante-stabulario per i pennuti. A uno dei primi collaboratori di Enzo Ferrari, un ingegnere che vuole imparare a parlare in pubblico, R. insegna a recitare davanti agli operai il monologo del caffè di Questi fantasmi di Eduardo de Filippo con una caffettiera napoletana posata sul motore di una Ferrari[42].
Il ricorso a pappagalli parlanti come attori-complici resta per anni 'una cifra dadaista e straniante' di Rosati in teatro, in televisione e on the road per abbattere barriere sociali e convenzioni. Applica la sua pet therapy in un caso clinico descritto nel saggio Uomini e pappagalli centrato sui concetti di posizione autistico-contigua secondo Thomas Ogden[43].
Con La Rinascita di don Romeo Egizi, R. affronta il tema dell'inconscio trans-generazionale. Parte dall'indagine su un segreto della sua famiglia[44] e conclude la ricerca con il restauro della cappella di famiglia in Abruzzo, un sociodramma alla facoltà di Sociologia e un racconto su un maestro cinese di Feng Shui studioso della Turandot di Puccini.
R. elabora un tipo di video-terapia[45] che applica per nove anni alla Scuola del Ceis di Mario Picchi dove, nel doc Il gioco dell'orologio (1988), legge lo psicodramma attraverso i Sei personaggi di Pirandello. Realizza in Italia e all'estero decine di sociodrammi da Lo psicodramma perverso di Tosca (1980, Festival di Torre del Lago Puccini), fino alla serie A Porte Aperte in Toscana durante la pandemia[46][47][48][49]. Il suo modello teorico collega il gioco di ruolo di Jacob Levi Moreno alla teoria del gioco di Donald Winnicott e all'immaginazione attiva di Jung[50] integrandola con la funzione riflessiva di Peter Fonagy. Trova un modello psico-neurologico per il trattamento del trauma, nelle ricerche del neurologo Jaak Panksepp sui circuiti sotto-corticali. Li divulga in socioplay come "Sette emozioni" al Teatro Off Off di Roma e alla Fondazione Monte de' Paschi di Siena, sulle emozioni di base[51]: per R. la funzione che Panksepp chiama 'ri-consolidamento' corrisponde alla 'catarsi di integrazione' che, secondo J. L. Moreno, consente di ristrutturare ruoli alienanti e vissuti traumatici attraverso la messa in scena e la ricostruzione di una storia[52].
Collabora dal 2004 al 2010, con Moreno Cerquetelli e Rosanna Cancellieri, allo spazio TG3 Chi è di Scena dove dichiara: Lo psicodramma non esiste; esistono gli psicodrammatisti. In Italia sarebbe meglio tradurre psychodrama come psicoplay perché drama sta per teatro e l'obiettivo di Moreno non era il pianto ma il riso.[53]
Rosati ha indagato e messo in scena il rapporto tra il Teatro della Spontaneità e la trilogia del Teatro nel teatro di Luigi Pirandello alla quale, col Teatro di Roma[54][55][56][57][58][59] e gli Stabili di Torino e Catania, ha dedicato vari socioplay ed eventi con la partecipazione di Zerka Toeman Moreno e del nipote di Pirandello, Pier Luigi, figlio del pittore Fausto Pirandello.
Al Teatro Carignano di Torino nel 1968 Rosati[60] e quattro scuole di psicodramma del Piemonte organizzano il socioplay di Ciascuno a suo modo. Lo sviluppo dell'evento attiva conflitti organizzativi e fenomeni di sincronicità. Quando il ricatto finanziario di una signora della buona società blocca i contributi delle banche, Rosati reagisce[61] portando a Torino la banda di un Pazzariello come quello diTotò ne L'oro di Napoli. e gira con lui per la città vestito da cameriere. Gli annunci dei tamburini[62] rivelano a tutti, l'imbroglio finanziario mettendo in atto (e non in scena) la didascalia di Ciascuno a suo modo che prescrive di stampare un giornale della sera che mette in forse la prima e di farlo distribuire da uno strillone davanti al teatro[63][64]. La notizia del ricatto torinese esce sul giornale della sera come indicato da Pirandello nella didascalia. Questo gioco di Openness capovolge le aspettative della signora bene che si infuria e cade dalle scale[65]. In seguito alla denuncia il direttore dello Stabile riapre il teatro e il socioplay riscuote un grande successo di critica e pubblico[66].
Piero Perona su Stampa Sera racconta la prima: Il Carignano è pieno in ogni ordine di posti, mentre alcune centinaia di persone sono rimaste fuori e non hanno assistito a questo evento unico: l’incontro tra Luigi Pirandello e Jacob Levi Moreno. Un pubblico così folto e attento il Teatro Stabile di Torino non l’ha neanche alle prime dei suoi spettacoli[67]. Osvaldo Guerrieri su La Stampa scrive: Ecco, infine, il folle gioco, amministrato sapientemente da Ottavio Rosati e offerto a un pubblico numerosissimo, adescato da lusinghe un po' stregonesche, un po' scientifiche, un po' clownesche [...] Raramente abbiamo visto il Carignano così ribollente di partecipazione come in questa serata. Su, nei palchi, alcuni sembrano impazzire, litigano a distanza. Nell'atmosfera accesa, il fantasma delle serate futuriste occhieggia sornione[68].
R. ha prodotto i primi psicodrammi realizzati in Europa in teatro e televisione chiamando come interpreti dei ruoli attori di professione come Milena Vukotic, Alessandro Haber, Rosalia Maggio, Urbano Barberini, Tonino Tostoe Leo Gullotta[69] per avvicinare il linguaggio della fiction a storie vere[70]. Nel 1991 Vittorio Gassman lo invita a presentare lo psicodramma nel programma Tutto il mondo è teatro (Rai 2). In un'intervista del 2021 Rosati ricorda l'incontro con Gassman[71]. Rosati porta avanti la ricerca sulla video-terapia collaborando con il Teatro Stabile e l'Università di Catania e con la Facoltà di Psicologia dell’Università di Roma. Sperimenta al Teatro Valle una ripresa video integrale di un sociodramma sulla famiglia Pirandello (Fantasmi al Valle) da cinque videocamere che permette di rivisitare e analizzare in ogni momento le interazioni tra i membri di un sistema. Con Luciana Santioli sperimenta questa tecnica in due strutture terapeutiche in Toscana[72].
Collabora al programma Mezzogiorno in famiglia dal 1993 al 1996, su Rai 2, gestendo con Alessandro Cecchi Paone e Massimo Giletti la rubrica Lettere allo psicologo di famiglia (inspirata alle conversazioni di Françoise Dolto alla Radiodiffusion-Télévision Française negli anni Settanta) e risponde alle domande dei genitori suggerendo libri di psicoanalisi e di terapia della famiglia[73]. Nonostante gli alti indici di ascolto, il regista Guardì chiude la rubrica alla terza stagione perché Rosati parla di identità di genere e si rifiuta di sostituire i libri con dei quiz all'americana. Al programma tornerà come ospite nel 2010 con i suoi Teto e Iside per essere intervistato sulla pet therapy. Quando R. lancia Ia cacatoa verso il conduttore Magalli[74], lei gira dappertutto nello studio senza atterrare. La vendetta in diretta (sic) diventa un bricconaggio[75] comico improvvisato dove Rosati trascina nel gioco cantanti e spettatori e occupa il balcone del regista.
Per RaiSat nel 1992 realizza con lo scrittore Alfredo AntonarosIl Pappafreudsulla psicoanalisi del cibo: il programma parte da incursioni con il cacatoa Teto, in ristoranti, bar e mercati dove i passanti rivolgono a Teto (presentato come la reincarnazione di Freud) domande che trovano poi risposta in studio[76]. Al prof. Nino Dazzi che lo accusa di aver mostrato Freud come un pappagallo, R. risponde che Teto è una maschera nel senso di Oscar Wilde: Date a un uomo una maschera e lui vi dirà la verità. Lo Star-chef Bruno Barbieri definisce il Pappafreud il miglior programma del Gambero Rosso.
Partendo dai primi esperimenti di psicocinema di Moreno come Psychodrame[77][78] (Parigi, 1956) filmato da Roberto Rossellini, Rosati crea per la Rai nuovi format televisivi come Giocare il Sogno Filmare il Gioco (Cinema Giovani, 1991) per un gruppo di ragazzi che, con l'aiuto di un musicista e tre attori[79], mettono in scena i propri sogni davanti a quattro videocamere.
L'anno dopo dopo, Rai 3, sotto la direzione di Angelo Guglielmi, trasmette in prima serata la serie Da Storia nasce Storia (1991)[80][81]. Rosati si rivolge a Emanuele Luzzati per la scena e i manifesti del bando, esce dagli studi della Rai e e registra due serie in una comunità terapeutica nella collina di Superga con musiche live e la regia televisiva di Claudio Bondì, allievo di Rossellini. Crea un setting affacciato sul bosco e convince il Teatro Stabile di Torino e il Teatro dell'Opera di Torino a prestare al suo studio una selezione dei loro magazzini per la messa in scena dei giochi.
R. registra quaranta psicoplay e ne monta dodici per due serie. Scrive: La Rai è così preoccupata dal programma che ha ordinato all'agenzia Mesomark una ricerca sulle possibili reazioni del pubblico: i funzionari temono che gli spettatori, abituati a omicidi, guerre, violenze, possano essere turbati dallo psicodramma.
In una puntata Rosati Invita Aldo Carotenuto a realizzare un librodramma del suo best seller Diario di una segreta simmetria dove il famoso analista recita a soggetto i ruoli di Freud, Jung e Sabina Spielrein. Nella puntata di Luigi (un detenuto al carcere Le Vallette) un cameraman sconvolto lascia la sua postazione per entrare nella dinamica dello psicodramma. Poi Luigi, uscendo dal set, evade dal carcere e non sarà mai più trovato[82]. Il format di Rosati non piace a degli psicoanalisti tra cui Mario Trevi il didatta di Rosati ma in un mese triplica l'audience e le recensioni[83]. Su La Stampa Laura Carassai definisce Da Storia nasce Storiail successo teatral-televisivo di fine anno[84].
Della puntata dove Rosalia Maggio mette in scena un miracolo di papa Giovanni che la salvò dal marciapiede, Beniamino Placido su La Repubblica scrive: Non è una storia che avrebbe interessato Balzac? Non è una storia che avrebbe ispirato de Sica?[85]. Fernanda Pivano sul Corriere della Sera cita il commento di Harold Brodkey: Da Storia Nasce Storia èun miracolo possibile solo all'anima italiana[86][87].
Il Canto di Natale di Dickens e don Matteo Zuppi[modifica]
Nel 2006 per Rai Sat Gambero Rosso Rosati realizza a S. Maria in Trastevere[88], dopo un anno di preparazione, il primo socioplay televisivo del Canto di Natale[89] con un prologo di Matteo Maria Zuppi, oggi cardinale, allora parroco della basilica. Il programma, ha la fotografia di Mario Amura e la consulenza del prof. Malcolm Andrews (presidente della Dickens Fellowship). L'evento parte da una riduzione in chiave eno-gastronomica, di Alfredo Antonaros ma mira a stimolare gli interventi spontanei del pubblico. Rosati coinvolge Mario Trevi nel ruolo dello spirito del Natale Presente[90].
R. studia a Londra il reading-capolavoro di Patrick Stewart all'Aldwych Theatre e durante la pre-produzione a Roma si cala nel ruolo di Dickens girando per Trastevere in cilindro e mantello. I due cacatoa sulle spalle attirano bambini, vecchiette, artisti e collaboratori dell'evento: dalle marionette di Maria Signorelli a un video-jockey che proietterà sulla basilica i disegni di Leech per la prima edizione di Carol. Il programma ha il sostegno dell'Opera di Roma e utilizza la musica e i costumi della Traviata[91]. Secondo Rosati nel Canto di Natale Dickens ristrutturò il finale amaro della Parabola del Ricco e del Povero, del Vangelo di Luca: Marley, il socio pentito, compare a Scrooge per annunciargli la visita dei tre fantasmi di Natale mentre nel Vangelo Padre Abramo non consente al ricco di uscire dal regno dei morti per avvertire i fratelli[92].
Matteo Zuppi spiega dal pulpito il legame liturgico tra la basilica di Santa Maria in Trastevere e la parabola di Luca e consente di girare l'apparizione di Marley nel contro-soffitto del Vignola[93] dove l'attore Francesco Carnelutti entra in trance e non batte le palpebre per sette minuti[94]. Rosati inventa così una nuova formula di karaoke TV interattivo dove Pietro Ferrero (Scrooge) in teatro e i telespettatori da casa recitano le risposte di Scrooge. Quando R., per mantenere la spontaneità del gruppo, si allontana dalla scaletta di Antonaros, la produzione lo ferma: "Rai Satnon era Rai3 e il Gamberone non era Angelo Guglielmi mauncommercialista coni capelli tinti nero corvo". La rete esclude R. dal montaggio e trasferisce le riprese al teatro-ristorante del Gambero Rosso che non consente i movimenti del gruppo e dei cameramen. R. scrive: Unanno di ricerche e lavoro andò all'aria[95]. Don Matteo ci confortò parlando della perfetta letizia secondo San Francesco. Così io, né lieto né perfetto, evitai di di decapitare Gamberone. Cominciai a pensare che un giorno Mateo Zuppi diventerà papa.
Nel 2007 il Teatro Stabile di Catania ripropone il socioplay dickensiano agli studenti delle scuole medie per la riapertura del Teatro Moncada, un eco-mostro di Kenzo Tange più volte messo a fuoco dagli abitanti del quartiere[96]: Solo Dickens e la Spontaneità di questi adolescenti potevano riscaldare questo teatro glaciale ma meno disgustosa del Teatro del Gusto. Nel 2024 Rosati trova una copia della trasmissione e del provino di Mario Trevi e fa un nuovo montaggio dell'evento, secondo la formula dei Bricconaggi.
Nel 1986, presentando al Piccolo Teatro di Milano l'edizione italiana di Psychodrama di J. L. Moreno[97], Rosati presenta una nuova invenzione basata sulle immagini: La Scacchiera:un Piccolo Teatro cinetico di statuine, puntatori laser e luci da muovere sopra una torre di scacchiere di legno e vetro, che combina il role-playing di Moreno e l'immaginazione attiva di Jung[98][99] in una struttura che ricorda la Sand Box di Dora Kalf. Rosati scrive: Questo gioco basato sul teatro della mente bicamerale dove la parola si combina all'azione sulle immagini, ha salvato la mia fiducia nella terapia. Senza la scacchiera avrei smesso di analizzare persone e contesti.
La Scacchiera è un' architettura tridimensionale e dinamica di action-figures (tratte dal mondo dei comics, del cinema, dell'archeologia) personaggi in cerca di nuovi autori per elaborare situazioni reali[100] o fantasmi emersi dall’inconscio. L'analista-regista del gioco aiuta il protagonista ad allestire gli scenari, a leggerli sul piano intra-personale e inter-personale e a ristrutturarli. Le ascisse e coordinate delle "case" (i 64 quadrati di una scacchiera) consentono una lettura trasversale delle varie collocazioni[101]. Il paziente può scattare delle fotografie e raccoglierle in serie per seguire l'evoluzione del processo tra le "colonne" (le otto file verticali di case) e le "traverse" (le otto file orizzontali). Con lo sviluppo dei cellulari, l'autore può realizzare dei video con piani sequenza all'interno di una torre di scacchiere.
La Scacchiera entra anche in socioplay e sociodrammi come Il Piombo e l'Oro del Perdono (2005, per il Parents Circle di Tel Aviv)[102], Sette Emozioni (2019 al Monte de' Paschi di Siena) o il bibliodramma The Struggle of Jacob (2017, alla Kunst-station di Colonia[103].
Il gioco permette anche delle proiezioni di se stessi, da soli o in coppia, nel futuro o nel passato. Nel racconto Il lago dei Teti, Rosati fa un esempio autoironico: a quarant'anni, quando è sul punto di sposare in chiesa la sua amatissimafidanzata, realizza tre scacchiere tra passato, presente e futuro, della sua vita amorosa che lo aiutano (scrive lui) a fare un onesto coming out bisessuale[104].
Alle Cortona week di Pier Luigi Luisi del 2023, presentando i suoi Assemblaggi Viventi Rosati collega La Scacchiera alle immagini di scacchiere ricorrenti nelle Metamorphosis di M. C. Escher, Rosati scrive: Il genio di Escher mostra che le immagini dell'anima in analisi sono interconnesse in uno stato di continua trasformazione. Come le scene di un dramma e i fotogrammi di un film. Come la vita.
[105]Nel 1990 Rosati presenta alla Casa del Cinema e alla Facoltà di Psicologia della Sapienza, col prof. Accursio Gennaro una nuova forma di videoterapia: il Vetrinaggio (la variante video del Bricconaggio)[106]: un cortometraggio autobiografico che il protagonista realizza per rivelare e superare traumi o problemi emotivi[107]. Questa protesta pubblica ha una forza catartica ed etica che a Roma si è espressa per secoli nei cartelli di denuncia appesi alla statua di Pasquino, il personaggio popolare agli antipodi di Arpocrate, che invece è dio del silenzio, della falsità e dell'ipocrisia. Lo spirito del vetrinaggio vive nello psicodramma, nel cinema neorealista, nei romanzi di Leonardo Sciascia e in eroi di oggi[108].
Con I cani dell'acqua marcia (2018)[109][110] Rosati denuncia una doppia manipolazione traumatica che aveva rimosso per anni[111]. La storia riguarda il suo ex analista didatta[112] il prof. Mario Trevi (1924 - 2011)[32] che, nel 1995 (all'età di 71 anni) nel suo studio ai Parioli[113], fece per mesi un sesso pittoresco (sic) con Fabio, il giovane artista che R. gli aveva inviato come paziente nel 1994 pagando per anni l'onorario per il suo compagno che aveva bisogno di una terapia[114]. R. scrive: Sul momento mi limitai a essere sarcastico con entrambi e mi arrabbiai a casa con Fabio che chiuse "la terapia" ma nondissi nulla a nessuno per non rovinare Trevi. Anzi nei mesi successivi andai a trovarlo diverse volte per rassicurarlo che non era successo niente di grave. Avevo paura (nevroticamente) che, crollato il suo prestigioso personaggio pubblico, Trevi si potesse suicidare o autopunire.Ilmio inconscioperòsviluppò vari sintomi di PTSD tra cui l'alterazione del tempo, un blocco creativo e la perdita continua di chiavi di casa, documenti, portafoglio. Per reagire al doppio tradimento intrapresi due nuove analisi. Una di due anni con Claudio Modigliani che registrai e trascrissi[115]. La seconda, con Stefano Carta al termine della quale decisi di girare una video-catarsi della storia. Lo chiamai Vetrinaggio[116][117][118].
Sono passati otto anni dalla morte del suo didatta quando, nel 2019, Rosati completa la catarsi mettendo il cortometraggio in rete. Si sente meglio e molti sintomi evaporano. Ma il vetrinaggio causa ritorsioni segrete[119][120]. Un operatore di Wikipedia che dichiara di agire come "amico della famiglia Trevi", si accanisce a cancellare la pagina di R. e fa sparire il caso Trevi dalla voce Outing che, anni prima, era stata elogiata dall'enciclopedia.
Nel 2023 lo scrittore Emanuele Trevi (figlio di Mario) pubblica il libro La casa del mago sulla figura idealizzata di suo padre, senza ombre. Rosati replica con una serie di post satirici su Facebook poi raccolti nel sito della scuola di psicodramma[121][122]. Alla scrittrice Sandra Petrignani che lo accusa: "Perché l'hai fatto, Ottavio? Emanuele sapeva già dell'omosessualità del padre", Rosati risponde che I Cani dell'Acqua Marcia non è un semplice Outing ma un caso clinico sui danni causati da un analista che prima nasconde la sua gayezza dietro un falso Sè eterosessuale e poi la scatena coi pazienti nel segreto del setting analitico.
Rosati spiega: hogirato I Cani dell'Acqua Marcia[123]sia per mecheper il bene sociale [...] Il Caso Trevi non è la Casa del Mago: ho voluto mostrare i limiti e i pericoli del classico setting analitico a due, rispetto all'apertura Openness dello psicodramma di Moreno.La persona cheha subito prima un tradimento e poi una manipolazione ipnotica, si deprime erischia di sentirsi in colpa al posto di chi lo ha ferito[124]. R. cita il film di Louis Malle Il danno (1992): La vittima di un trauma affoga nella confusione e rischia di metterlo in atto inconsciamente su qualcun altro[125]passando al ruolo di distruttore e sentendosi un mostro[126][127] [...]I primiamici che nel 1994 mi hanno aiutato a liberarmi del danno causato da Trevi sono due scrittori newyorkesi : Harold Brodkey (che il Time ha definito il Proust americano) e sua moglie Hellen Schwamm[128]. Pensavano che il sentimento di cui maggiormente soffriva Trevi fosse la vergogna, prima di tutto nei confronti della moglie una nota neurologa e analista di origini calabresi.
R, presenta il cortometraggio alla scuola di psicodramma di Marco Greco[71] e agli allievi di Ipod Plays applicando la Self disclosure e invertendo il ruolo di conduttore. Scrive: Con Francesco Marzano, il tutor degli studenti che si è mosso con empatia e intelligenza, abbiamo applicato per mesi dentro e fuori la scuola "l'analisi reciproca" di Sándor Ferenczi. Così, tra scene, scenate e sceneggiature, video e Scacchiere, il nostro gioco dei ruoli ha riportato a galla il caso Trevi e ha chiarito sua dinamica. Sta in ricerche di questo genere la differenza tra una Scuola di Specializzazione e un diplomificio convenzionale.
Il secondo vetrinaggio Perdo-nanda Pivano (2018) arriva dopo il furto dei gioielli alla mostra sulla Pivano, organizzata dal suo nuovo erede universale Michele Concina, e la scomparsa della lettera dove la Pivano lasciava "Cento milioni o la maggior somma che sarà in banca" per la creazione del Teatro del Tempo. Il cortometraggio di R. è anche una reazione ai Diari (2009) della Pivano (pubblicati un anno dopo la sua morte) dove è stato misteriosamente cancellato il rapporto trentennale tra Fernanda e Ottavio descritto dalla scrittrice in articoli e libri. La catarsi è semplice: Rosati scavalca la terrazza tra le due case e penetra con l'operatore nell'appartamento di lei vuoto e chiuso. Appende al muro della camera da letto Nanda in Kasbah, un ritratto di Lorenzo Tornabuoni[129] e lo bombarda di sentimenti, uova e fiori. Dopo la pubblicazione del corto sul web, Rosati si dichiara soddisfatto. Arnaldo Mosca Mondadori gli consegna otto pagine manoscritte, un breve Minima Moralia che la Pivano gli aveva affidato per darle un giorno a Ottavio come testamento spirituale della scrittrice[130][131][132][133][134][135][136].
I vetrinaggi sono esempi minimalisti di cinema autobiografico che diventano possibili dal 1991 con l'avvento di Internet che Moreno profetizzò con la teoria delle reti. Rosati scrive: gli allievi della scuola di psicodramma e videoterapia sono 'Nativi Digitali' e danno per scontato che oggi una persona possa esprimersi sui social. Non si rendono conto di quanto sia cambiata la comunicazione dai 'tempi del ciclostile e degli striscioni' in cui solo pochi avevano il potere di puntare i riflettori e di esprimersi sui media. Il video digitale di oggi resta per sempre in rete. Può avere un grande valore terapeutico e può anche fare da ponte per una creazione artistica[137].
Rosati aggiunge ai quattro operatori terapeutici dello psicodramma[138] descritti da Claude Lorin (ermeneutico, di incitamento, mimetico, e di confronto) un quinto operatore scenico-immaginale[139]. Affianca ad attori, musica live, effetti sonori e immagini, utilizzando retro-proiezioni di foto e disegni dei personaggi messi in scena, nello stile di Josef Svoboda lo scenografo della Laterna Magika di Praga da cui ha imparato "la potenza psicologica delle luci."
Questo impianto culmina nel progetto per un laboratorio stabile di psicodramma, "Il Teatro del Tempo" (ideato con la Pivano e Aldo Carotenuto) in collaborazione con le Facoltà di Psicologia e Architettura[140] citando Jung per il quale senza emozione e sentimento non è possibile raggiungere nessuna trasformazione psichica[141][142] e Marie-Louise von Franz: senza emozione non vi è creatività né emozione profonda o realizzazione psicologica[143]. L'archetipo di questo teatro, secondo R., si manifesta nel tempio di Esculapio dove i medici intervenivano nei sogni come personaggi e nel caso clinico di Milton H. Erickson L'uomo di febbraio[21].
Come primo architetto del Teatro del Tempo, Rosati immagina Ettore Sottsass che arriva in un sogno con un messaggio di incoraggiamento[144]. Per il poster del progetto si rivolge a Massimo Giacon che mette insieme i quattro protagonisti del Teatro del Tempo: una farfalla (psiche), un'architetta, uno psicologo e un medico. Diversi scenografi tra cui Paolo Tommasi hanno proposto bozzetti per il laboratorio destinato alla riapertura del vecchio ospedale Forlanini di Roma. Nel 2011 la facoltà di Architettura[145] presenta i primi modelli 3D al dipartimento di Storia Disegno e Restauro ma, nonostante uno sponsor privato, il Teatro del Tempo è ancora un sogno da realizzare.
Dal 2023 il progetto prevede l'uso di software come Midjourney o DALL-E. Secondo Rosati, con una forte combinazione di AI e Vera Intelligenza Umana,lo psicodramma può mettere in scena degli avatar che hanno la voce e l'aspetto di personaggi cruciali nella vita di una persona. Ma è la consapevolezza al centro della terapia, che si tratti di Giochi Teatrali o di Realtà virtuale[146].
Nell'ambito dello "psicocinema" di Jacob Levi Moreno, Rosati insieme a Cinecittà Holding realizza dodici cortometraggi su Fantasmi (19929 scritto da Ezio Donato per l'Università e il Teatro Stabile di Catania. In Fantasmi interpreta il ruolo di Jacob Levi Moreno al fianco di Leo Gullotta per la prima volta nel ruolo e nei personaggi di Luigi Pirandello[147]. Fantasmi inaugura il nuovo Auditorium dei Benedettini alla Facoltà di Lettere. Il rettore premia i due interpreti con la medaglia della Città di Catania[148]. Cinecittà Holding e la scuola di psicodramma Ipod Plays pubblicano dodici clip interattive con una sigla animata di Fabio Bonvicini e un questionario-video per gli studenti di psicologia[149].
Rosati realizza tra la Staatsoper di Vienna e il Teatro Alfieri di Catania sei clip del film Cacatoa: unpappa-giallo europeo[151][152] sulle nozze tra il cacatoa terapeutico di uno psichiatra romano e Sissy, la cacatoa lirica di un baritono austriaco. Convince Margherita Ferrandino a fare un falso servizio che lancia al TG3 un vero socioplay per gli studenti di Catania realizzato anni prima. Per l'arrivo di Sissy e Gluck da Vienna scrive i versi di Pappagalli, Pappaga', l'ultima canzone di Lelio Luttazzi Scrive con Tania di Martino la sceneggiatura di Ciao Teto, sulla protezione delle specie di fauna e flora protette dal Cites[153]. Rosati e Amura inventano un carrello a doppia camera snodata per filmare la soggettiva del pappagallo in volo sulla laguna di Comacchio[154].
Nel 2001 realizza con il Centro Sperimentale di Cinematografia il docufilm Generazioni d'amore[155][156][157](GDA) sull'americanista Fernanda Pivano, con 20 ore di interviste e confessioni girate alla loro kasbah di Trastevere[158]. Quando lo vede al montaggio a Cinecittà, la Pivano cercherà di fermare la distribuzione perché le sembra un madrigale d'amore bellissimo ma incompatibile con la sua candidatura a Senatore[159]. La scrittrice vuole girare subito in America con un altro regista Beat Film un costoso documentario "meno bello ma più sobrio di quello di Ottavio"[160]. Ci riesce ma al Torino Cinema Festival, nel momento in cui lei mette piede sul red carpet scoppia in sala un incendio che distrugge Beat Film[161][162][163]. I sospetti di un incendio doloso al momento ricadono su Rosati che però è tornato a Roma su richiesta della Pivano che temeva uno scontro tra i due registi alla festa da Einaudi, poi cancellata. Una settimana dopo, i pompieri dichiarano un fenomeno di autocombustione della pellicola[164]. Rosati dichiara: Dio esiste.
Con Elda Ferri (Jean Vigo Italia)
Nel 2020 Elda Ferri per Jean Vigo Italia realizza con l'Istituto Luce Cinecittà una nuova versione di Generazioni d'amore su DVD[165] dove Rosati, citando Wolfgang Pauli e la von Franz, considera l'incendio al Festival un fenomeno di sincronicità: da un punto di vista quantisticoilfuoco arrivò dall'inconscio di Fernanda[166][167]. R. dichiara: Questa sarà la tesi del film che sto scrivendo La Vita Dolce[168] dove Marina Confalone avrà il ruolo della von Franz che, come fantasma di un'immaginazione attiva, pur essendo svizzera, esige di apparire nelle sembianze di un'attrice comica napoletana.
Per il Nobel a Rita Levi MontalciniOceano e altre opere di Capucci - LMP
Nel 2013 R. inizia il lungo progetto Roberto Capucci, il couturiere che secondo Anna Fendi ha inventato la moda italiana e che per Adriana Mulassano è un artista prestato alla moda[169][170]. Nel 2021 Elda Ferri e l'Istituto Luce Cinecittà presentano alla settimana di Alta Roma il primo film italiano sul couturier italiano più esclusivo di Armani, Versace o Valentino: La moda proibita[171] dove le riprese in 3D enfatizzano le architetture di un Michelangelo dell'Alta Moda (sic). La tesi di Rosati è che il genio di Capucci non consiste solo nelle sue straordinarie creazioni quanto nell'essere uscito dal sistema della moda e dai suoi ingranaggi commerciali: la vita di Roberto è un processo di individuazione nel senso junghiano del termine.
Nel docufilm Capucci racconta l'incontro con Anna Magnani, Pasolini, Silvana Mangano e Rita Levi Montalcini per la quale creò l'abito per il conferimento del Premio Nobel che la scienziata poi donò al Museo Capucci: Roberto, come artista, riesce a farsi regalare dalle clienti le opere per cui lo hanno pagato come sarto. La sua importanza sul piano della storia dell'arte è paragonabile solo a quella di Balenciaga.
Dopo sette travagliati anni di entusiasta collaborazione, Capucci salta all'ultimo momento l'anteprima del film alla sala Fellini di Cinecittà[172]. Poi ci ripensa e si scusa. Nove mesi dopo, Roberto Cicutto organizza una seconda anteprima mondiale all'Ara Pacis dove il Maestro riceve una standing ovation[173] e abbraccia il regista. In un racconto che sembra il soggetto di una commedia[174] Rosati descrive i conflitti generazionali tra i millenials della troupe[175] e il genio novantenne giustamente capricciosissimo.
Nel 2020 R. collabora con l’Associazione Moreno Museum e l'INA (Institut National de l’Audiovisuel) alla presentazione del videolibro di Psychodrame (RTF, 1956) di Jacob Levi Moreno e Roberto Rossellini[176] scoperto da Marco Greco negli archivi di Anne Schutzenberger e lo presenta con l'Istituto Luce alla Festa del Cinema di Roma[177].GiraQuattro deformazioni per il DVD di Generazioni d’amore e disegna il logo animato di Plays realizzato da Joshua Held[178] .
La Vita Dolce e il programma sulla A. I.[modifica]
Enrico Bufalini ed Ernesto Faggin al Teatro 5
Nel 2022 Rosati inizia due nuovi lavori. La sceneggiatura del film La Vita Dolce è la storia di Salvo un regista che inventa il sessodramma per guarire dal trauma d'amore per Luna, una scrittrice che lo ha abbandonato per un amore più giovane. Per il personaggio di Marie-Louise von Franz (che appare come mentore nelle immaginazioni attive del protagonista) Rosati si rivolge a Marina Confalone[179]. Scriviamo le sue battute insieme perché Marina sa come riscrivere e dire una battuta per far ridere il pubblico[180].
Il primo ciak di Faggin a Roma - oct. 2023 - ph. Filmitalia
Nel luglio del 2003, alla Certosa di Pontignano durante la settimana Science and the Wholeness of Life di Pier Luigi Luisi, Rosati inizia le interviste per L'intelligenza Consapevole un docufilm[181] sui problemi creati dallo sviluppo dell'Intelligenza Artificiale in direzioni potenzialmente fuori dal controllo umano.
Il lavoro, prodotto con Ernesto di Iorio, CEO di QuestIT, è centrato sul genio di Federico Faggin l'inventore e scienziato che nei suoi libri Silicio (2019) e Irriducibile (2022) ha avanzato una concezione rivoluzionaria della Coscienza: un fenomeno puramente quantistico non riproducibile da nessuna macchina, computer o algoritmo. R. mette l'ipotesi avanzata da Faggin (che la Coscienza continui a esistere anche in seguito alla morte del corpo) al centro di interviste a scienziati e maestri di spiritualità. Ma anche a studenti ai quali R. rivolge una stella di cinque domande. Tra le quali: alla luce di quanto è emerso, dalla 'Imitation game' di Turing fino alle dichiarazioni di Faggin, che nuovo nome daresti tu alla IA? Come dovremmo servircene? Che pericoli vedi e come evitarli?
Come regista, R. cerca con Enrico Bufalini (direttore dell'Archivio storico Luce)[182], le immagini per valorizzare il discorso di Faggin sul piano cinematografico[183] e durante MIA Market 2023, invitano Faggin al Teatro 5, lo studio di Cinecittà dove Federico Fellini si sentiva a casa sua. Rosati scrive: Al Teatro 5 Fellini creava un cinema con sapore teatrale e senza effetti speciali, dove emerge la coscienza dell'uomo con le sue emozioni. Lo definiva "il modo più diretto per entrare in contatto con Dio". All'università di Siena, presentando l'ologramma di Vanessa Rusci, di Iorio dichiara: "Faggin è uno scienziato ma, come Fellini, dice che l'unico vero realista è il visionario."
Il sogno degli archi - Assemblage (Arco Zen, tavolino con scacchiera, statuina, vasi di terracotta, papillon Kenzo)
Come manufatti artistici gli Assemblages Viventi di Rosati stanno alla sua ricerca clinica come gli acquerelli di Chris Thoroghood stanno al lavoro di botanico. Così Antonio Manta[184] li presenta[185] al suo Photofest del 2023 di Castel Fiorentino. Si tratta di composizioni dinamico-trasmutative di objets trouvés, immagini, fotografie, lettere e frammenti di opere su e con pappagalli[186] esposte per la prima volta alla Galleria Vittoria di via Margutta nel 1996[187]. Questa attività parte dall'incontro di Rosati negli anni Novanta con Arturo Schwarz che gli spiega Duchamp in chiave junghiana.
Strada pulita (monete, statuine e frutta su rifiuti)cm. 100X50X13020.000 leghe (cristallo, resina, specchi) 2022 cm..90x70x40
La struttura degli assemblages è a metà strada tra la Scacchiera e le scatole di Joseph Cornell (1903 - 1972) l'artista pioniere dell'assemblaggio, del cinema sperimentale e del found footage. Secondo R. gli A V costituiscono una forma di immaginazione attiva in progress per elaborare un conflitto o un problema sul piano estetico-visivo ma anche etico-culturale su un piano che riguarda l'autore ma anche lo spettatore. La AI entra negli assemblaggi viventi non come strumento ma come argomento. Rosati elabora gli oggetti del sistema come simboli di matrice autobiografica che, nel corso del tempo, si muovono dalla loro struttura originaria: la novità è che mirano alla continua trasformazione per mantenere in carica la Vita oltre che l'Opera.
Antinoo e la medusa (2022)Omaggio a Duchamp (2015) collage
La formula è: Più specchi, niente vetri, poche cornici. Manta osserva che alcuni assemblage sembrano installazioni che si confondono nell'ambiente[188]. I loro confini emergono solo nella fase di stampa delle fotografie grazie alla decolorazione dello sfondo.
Al festival di Castel Fiorentino, la fotografa d'arte Vanessa Rusci annuncia una serie di Assemblages di R. su 100 Photography ArtMag and Book edito dal collettivo artistico NNC Gallery London che ospita la storia di questi lavori. In un'intervista Rosati dichiara polemicamente: Ho letto e riletto Gimpel e Zeri. Nella tradizione del Libro Rosso di Jung mi inchino a veri artisti contemporanei come Sidival Fila, che hanno cura della dimensione spirituale e della mindfulness. Ma il panorama è desolante. A che e a chi giovano oggi vecchie volpi come Cattelan e de Dominicis che assemblano impiccati nelle toiletes e mozzarelle in carrozza? Il pubblico merita e vuole qualcosa di più nutriente e meno banale. Negli Anni Venti del Duemila le truffe concettuali non sorprendono più nessuno[189].
La Moda Proibita di Roberto CapucciLa Tragedie de Carmen di George Bizet nell'adattamento di Peter Brook (1974). Solo produttore e dramaturg. Regia di Fabio Bonvicini.
Kamikaze (1991) corto di animazione di Fabio Bonvicini
I Rainbow Six (1991) corto di animazione di Fabio Bonvicini
Generazioni d'amore (2001) con Grazia Volpi e il Centro Sperimentale di Cinematografia
I frulli (2003) pre-produzione di una serie 3D di Fabio Bonvicini
Questa sera si recita a soggetto con Zerka T. Moreno, Fernanda Pivano, Piera degli Esposti, Teatro Flaiano, Roma, 1983 [195]
Clinica Turandot con Sylvano Bussotti e Simonetta Puccini, Casa Puccini, Torre del lago, 1983[196]
Lo psicodramma perverso di Tosca, Festival lirico di Torre del lago Puccini, 1984[197]
La Moreno (che tutti sanno chi è) per Pirandello e Ciascuno a suo modo con Zerka T. Moreno e Dario Fo, Teatro Carignano, Torino, 1986 [198][60]
Il sipario dell'anima al Teatro della società di Lecco, 1986[199]
Battaglia di angeli e demoni, un sociodramma sul lago, Scuola del CeIS, 1986[200]
Sociodrama, Universidad de San Buenaventura, Medellin, Colombia 1987
El uso del video en la comunidad, Ceis de Madrid, 1987
Lo psicodramma di Riccardo III, Trieste, 1989[201]
La maleducazione mafiosa con Michela Buscemi pentita di mafia, Teatro di piazza Armerina, 1994[202]
Socioplay per Tiritituf e i fantasmi di Luigi Capuana con Ezio Donato e Pippo Pattavina, Teatro Alfieri, Catania, 1997[203]
Maestri d'armi e di giochi con Enzo Musumeci Greco, Scuola dello stabile di Catania, Teatro Alfieri, 1998[204]
Socioplay su La Lezione di Jonesco, con Pippo Pattavina e il cacatua Teto , Teatro Alfieri di Catania, 2000[205]
Tragedia greca, cronaca nera con Renata Biserni, Teatro Greco di Siracusa, Cripta dei Cappuccini, 2000[206]
Emanuele Luzzati disegno per Da Storia nasce Storia (Rai3)Obbedisco (Psicodramma per Fernanda Pivano con fenomeno di sincronicità) Università di Firenze, 2004[207]
Fantasmi con Ezio Donato e Leo Gullotta, Auditorium dei Benedettini, Catania, 2002[208][209]
Lo psicodramma impossibile di Leo Gullotta, Auditorium dei Benedettini, Catania, 2002[210]
Cacatoa fuori serie, Stabilimento Ferrari di Maranello, 2002
Socioplay per Ferrari-Formula Uomo, Stabilimento Ferrari di Maranello, 2004[211][102]
Clustering with Fabio, Pappagheno Studios, Londra, 2005
La sindrome degli antenati, con i doppi di Jodorowsky, Tisseron, Moreno e Schutzenberger. 2005[212]
Il Piombo e l'Oro del Perdono, socioplay del Parents Circle di Tel Aviv, 2005[213][102]
Lo psicodramma di Lady Macbeth, Cavallerizza Reale, Torino, 2006[214]
Con Vanessa RusciIl Premio Luigi Pirandello non è un vero premio, tutt'al più un regalo. Propongo la cancellazione della voce.Arturo Benanti, (amico della famiglia Trevi) da una discussione su Wikipedia, 2023
Ottavio Rosati partorisce sul bancone sogni oltre che fanfaluche, parla in diretta col subconscio e con l’al di là come Alberto Bevilacqua ultima maniera ma parla anche con i fiori, gli oggetti e i ricordi svaniti, coi bambini di cartapesta, perfino con le tette delle persone, come ha fatto con alto senso del dovere professionale nell’ultima trasmissione di Rai tre 'Da storia nasce storia' con tale passione e calore umano che può essere considerato senza ombra di dubbio il primo esempio esclusivo mondiale di ragazzo-madro.Sergio Saviane, Il Giornale, 1991
Nel programma di Rai3 si mette in scena il sequestro e la tentata rapina ai danni di un ragioniere di un banco dei pegni. Tra il contrito e l’ironico, Ottavio Rosati ci avverte che il rapinatore, subito dopo la registrazione dello psicodramma, è scomparso. “Lo psicodramma può anche essere uno spettacolo di evasione”. Il tutto è arrogantemente messo in scena con l'aiuto, addirittura, della seconda cattedra di psichiatria clinica dell'università la Sapienza.Emanuele Pirella, L'Espresso, novembre 1991.
Con Milena Canonero e F. Marzano - anteprima de La Moda ProibitaOttavio Rosati ha giocato molto, con nonchalance, sull’alternanza del significato di jouer come recitare. La trovata non è nuova ma... l’animatore della serata, girandoci attorno con bacchette magiche e con fazzoletti colorati, cioè con un persistente senso dell’ironia, ha inizialmentetolto al tema psicodrammatico il suo sussiego. Ha fatto recitar attori e attrici come se fossero evocati fantasmi da palcoscenico pirandelliano, ed ha accumulato frasi e proposizioni icastiche, e anche un sogno per tentare un inizio (forse un po’ tardi, forse proprio non proponibile) di analisi lacaniana dl teatro, e della ideologia teatrale di Pirandello. Tutti gli interrogativi, insomma, erano presenti, ma come segni di interpunzione, in una lezione accademica. Il gioco tra la platea preparata e l’animatore creato da Ottavio Rosati poteva anche accettarsi, ma a patto di correr via dopo l’applauso alla fine di una serata universitaria. E so benissimo l’obiezione: che la colpa è tutta mia, che io stesso ho dei problemi con lo psicodramma e con l’analisi, che guardare come recitano è l’operazione più insulsa del mondo, che si trattava solo di apprendere didascalicamente le regole di una terapia suggestiva, che Pirandello non c’entrava più, che quelle luci non erano fatte ad arte, o se lo erano evidentemente fatte, il particolare è futile. So tutto, so qualcosa. E se non fossi qui a scriverne, nemmeno me ne preoccuperei. Purtroppo il mio residuo mestiere è quello di critico drammatico. E non tenterò di essere psicodrammatico, psicodrammaturgo, psicodrammatista: tutte le autorevoli qualificate persone che meritano altrove, molta attenzione e deferenza.Scusate signori il povero critico.Tommaso Chiaretti, La Repubblica, marzo 1983.
Ottavio, tu sei un pazzo che si circonda i pappagalli e crede di essere a Hollywood. Ma Jung è morto! 2008,Il prof. Vincenzo Caretti (vecchio amico) dal racconto Il lago dei Teti[104]
Rosati tu mi fai impazzire.La prof. di matematica al liceo, dal racconto La rinascita di don Romeo[188]
Il primo tentativo di parlare dell'inconscio in TV... l'incontro tra persone che normalmente avviene nel gruppo di psicodramma, adesso è allargato a milioni di spettatori. (Silvia Fumarola - La Repubblica)[240]
Inaspettato successo per la trasmissione di Rosati. Avvince lo psicodramma. (Claudia Vinciguerra - Il Giorno)[241]
Magari avere sempre, tutto l'anno un pubblico come questo di Rosati per Moreno e Pirandello: aperto, ironico, disponibile... Questa sera lo dimostra: Torino ha pure un'anima allegra. (Ugo Gregoretti - TG Rai)[242]
Domenica sera su Raitre, in quella curiosa trasmissione che si intitola Da storia nasce storia l'attrice napoletana Rosalia Maggio ha raccontato di quando le venne la tentazione di prostituirsi, vent'anni fa. Non guadagnava una lira. Aveva due figlie da mantenere. Non è una storia che avrebbe interessato Balzac? Non è una storia che avrebbe ispirato De Sica? (Beniamino Placido - La Repubblica)[243]
Il programma di Ottavio Rosati mi sembra una faccenda complicata però lo psicodramma funziona in TV perché parla della vita della gente. (Angelo Guglielmi - Rai3)[244]
Coaching a MaranelloAbbandona il vecchio lettino polveroso, esce dallo studio un po' misterioso dello psicoanalista, si offre seduttivo all'occhio della telecamera e diventa show... Difficilmente gli psicoanalisti più austeri ne saranno entusiasti. (Luciana Sica - La Repubblica)[245]
Da Storia Nasce Storia è un miracolo possibile solo all'anima italiana. (Harold Brodkey)[246][247]
Con Roberto Cicutto all'Ara Pacis - prima LMP
Ero amica intima di Nanda quando finì con Sottsass a via Manzoni e lei stava per morirne. Ora, Ottavio, so che hai fatto per salvarle la vita. Perciò ho letto e riletto il tuo iper-testo con grande nutrimento artistico, metaforico, intellettuale. (Adriana Mulassano)[248]
Affinché il processo si realizzi è necessaria la bravura del regista che spinge l'acting out tentando di superare il dualismo tra soma e psiche consolidato da secoli nella nostra cultura. E' quanto Rosati finora ha fatto benissimo. (Sonia Petrosino - Il Mattino)[249]
C'era da aspettarselo: «Da storia nasce storia», il programma di Ottavio Rosati che ogni domenica sera mette in scena uno psicodramma, non poteva non incontrare robuste resistenze. [...] Lo psicodramma – lo dice il nome stesso e, ancor più del nome, il suo svolgersi – è, per sua essenza, rappresentazione. Nessuno ha portato in tv un paziente sul lettino. Lo psicodramma si basa naturalmente sull'apporto e sul riconoscimento di un gruppo che fa da pubblico. In questo ha una struttura perfettamente in linea col mezzo televisivo.(Dario Buzzolan - La Stampa)[250]
Aveva sulle spalle due grandi pappagalli bianchi [...] e io ho detto: Guarda che persona divertente! Poi dico: Ma quello è Ottavio Rosati! Che l'avevo conosciuto ai tempi quando lui stava con Fernanda Pivano. E lui, carino, mi ha messo subito i pappagalli addosso. [...] E mi ha detto: Sai che voglio fare un documentario su di te? [...] E c'era l'accordo che altri registi non dovevano fare nessun film prima che finisse... Ci sono voluti sette anni... ma ne valeva la pena. Si, assolutamente. (Roberto Capucci)[251]
Sarebbe di certo piaciuta a Pirandello la versione psicodrammatica di Ciascuno a suo modo in scena l’altra sera al Carignano sotto la guida di Ottavio Rosati. Nel foyer il primo incidente: una signora in tailleur e borsa di coccodrillo aggredisce il regista che fugge verso la sala. Un signore in barba vestito in nero lo ha spintonato andandogli contro: Vergogna! Far queste pagliacciate in una delle piazze più belle di Italia!... Qualche risatina un po’ di sgomento Farà o no parte lo schiaffo a Ottavio Rosati? Finalmente, vestito da cameriere di lusso e con in mano il piumino della polvere, appare Ottavio Rosati, il regista, che dichiara ufficialmente aperta la rappresentazione facendo partire un nastro con la voce di Dario Fo che legge alcuni aforismi indirizzati dal giovane Moreno al maturo Freud. (Giuseppina Manin - Il Corriere della Sera)[252]
Ha tutta l'aria di uno sciamano con quel grosso uovo d'argento a mo' di collana (dono del regista di Tirituff) e l'inseparabile pappagallo dallo splendido piumaggio candido appena screziato di azzurro, curioso e incantato testimone di tutti i suoi rituali. Grande affabulatore, Ottavio Rosati, psicoanalista di formazione junghiana, allievo di Aldo Carotenuto. (Giovanna Caccegi - La Sicilia)[253]
Caro Ottavio, ho visto l'inizio del tuo documentario Le Code Le Ali sulla mia mostra alla Venaria Reale. Sono rimasto entusiasta dell'energia che hai messo in questo lavoro. Svelto, giovane, veloce e interessante. Quanta fantasia e immaginazione! Andiamo avanti e mettiamo tutto questo nel film! (Roberto Capucci)[254]
Altro che tv verità. Facendo uscire dai laboratori la pratica dello psicodramma e presentandola su Rai3 nel ciclo domenicale intitolato ”Da storia nasce storia”, Ottavio Rosati tenta addirittura di realizzare la tv segreta, la tv del profondo, la tv dell'inconfessabile. Chi non sa molto della funzione terapeutica dello psicodramma e si siede dinanzi al teleschermo, potrebbe pensare a una forzatura della fiction, a una furbesca esasperazione dei fatti di vita. E magari direbbe che i panni sporchi ognuno deve lavarseli in casa propria. Ma lo psicodramma non vuole la solitudine. Sia giusto o sbagliato, esige che il nero raggrumatosi in fondo al cuore venga non solo portato alla soglia della coscienza, ma sia esposto pubblicamente, "rappresentato" dibattuto con altri a scopo liberatorio e in tutte le possibil varianti. (Osvaldo Guerrieri - La Stampa)[255]
L'idea è stata di Ottavio Rosati col quale ho fatto un'esperienza simile anche l'anno scorso, sempre alla Superga di Torino [...] Ottavio mi ha chiesto di raccontare il mio psicodramma, che è una tecnica utile per scaricare le brutte esperienze. Ottavio insisteva, anche la signora della Rai, la signora Lucia, tanto carina. Io avevo una storia da raccontare, una cosa che non sapeva nessuno, nascosta in fondo al mio cuore. Dissi di sì, però col patto che non l'avrebbero mandato in onda. Invece la Rai lo ha scelto. (Rosalia Maggio - Il Mattino)
Oggi, entrando al Teatro Flaiano mi chiedevo perché il mio allievo Ottavio Rosati ha sposato in chiesa la psicologia se poi la tradisce sempre col teatro. (Aldo Carotenuto - Rai Radio3)[2]
E bella l'idea, coinvolgente la realizzazione. Rosati, con la sua faccia da Actor’s Studio, esercita per la prima volta psicoterapia di gruppo (globale), dove il gruppo è da intendersi come audience. Fa con queste storie esemplari edite e inedite un piccolo miracolo di fiducia nei media che oggi sarebbe impossibile nella nuova tv sempre più vecchia; stravole le regole del "villaggio globale" e ci chiama protagonisti., uno per uno, sicuro che l'esperienza darà i suoi frutti. (Maurizio Porro - Il Corriere della Sera)[3]
Fantastico, Ottavio. Non sei un fumoso intellettuale ma uno scrittore comico! Per me è buono dall'inizio alla fine. Che soavità verbale! Che ricercatezza di temi! Quella scenetta familiare è una burrasca esilarante! Ed anche l'incontro con la Pivano, un dialogo brillante in stile British che tiene avvinghiato lo spettatore con gusto. (Marina Confalone - Plays 2023)
Recitare i propri drammi in palcoscenico giova alla salute. Lo ha scoperto negli anni venti un allievo di Freud. E oggi lo ripropone Ottavio Rosati il giovane terapeuta junghiano, che insieme a Raitre cerca tanti personaggi da mandare in onda. L'invito sembra uscire dalla copertina ingiallita di Narrate uomini, la vostra storia. (Paolo Brogi - L'Europeo)[256]
Un tipo raccomandabile Rosati, con la sua maschera sorriso permanentemente stampata sul volto. Uno sul genere croce e delizia, come lo ha definito Fernanda Pivano. Un gran pescatore di storie che stana le persone e le trasforma in personaggi, in attori di se stessi. Racconti di vita. Illuminazioni sulla psiche. Spettacolo terapeutico. Psicoterapia di gruppo dove il teatro viene usato come una sorta di medicina omeopatica. Messa in scena di incubi, ansie, traumi, tormenti per liberarsene rappresentandoli fuori da sé. Miracoli di verità da sembrare incredibili. Non è da imbonitori scaltri chiedervi di vedere ciò che è stato fedelmente registrato e che viene trasmesso ancora per cinque settimane. Non vi permette di rimanere indifferenti: si versa qualche lacrima, magari ci si irrita, ci si spaventa addirittura. Sicuramente si discute e si prova una forte emozione. (Gian Luca Favetto - La Repubblica)[257]
La psicologia, linkata alla medicina anziché alla cultura, è una malattia autoimmune. La statistica psicometrica è un crimine contro la libertà che può piacere solo a ossessivi e alessitimici. Mi sento più psicofilo che psicologo.
Se sei imprevedibile sei ancora vivo e ovviamente qualcuno cercherà di farti fuori.
Per Fellini il cinema è il modo più diretto di entrare in contatto con Dio. Un modo per far entrare gli altri in contatto con Dio è la psicomagia di Jodorowsky. Lo Psicocinema di Moreno serve a far entrare qualcuno in contatto con se stesso e con gli altri. In questo triangolo accadono molte cose e possamo fare ricerche appassionanti.
Pappananda con parrots, ph O. R.
Gli scrittori più grandi che ho conosciuto da vicino sono Allen Ginsberg e Harold Brodkey. Due persone meravigliose. Dal punto di vista razionale l'uomo più intelligente con cui ho avuto la fortuna di lavorare è Federico Faggin. E' davvero un genio per come ha saputo conciliare il pensiero introverso e quello estroverso. Immagino spesso di vederlo parlare con Jung nella sua torre al posto di Pauli.
Le attrici più simpatiche e vitalizzanti che ho incontrato finora sono Rosalia Maggio (che non aveva molti soldi) e Marina Confalone (che è ricca di famiglia). Quanto a Fernanda, sotto sotto, era identificata in suoi padre il banchiere Riccardo ma era difficilissimo accorgersene perché lei prosodiava e micettava in modo incantevole. Ci ho messo venti anni per capirlo ma ormai era troppo tardi.
Sul letto di Fernanda, profumato di Caleche, avevo incorniciato vari gatti di Siné: Chat renton, Chat kespeare, Chat plin. E sopra a tutti quello che avrei montato nel vetrinaggio su di lei: Chat stete (castità).
Qualcuno pensa che Fernanda per me sia stata una madre. In realtà era una figlia: il care giver ero io. In trent'anni non mi ha fatto un caffè. Non sapeva come farlo. La amavo proprio perché era il contrario di mia madre Mirella che (pur essendo bella e intelligente) cucinava e leggeva.
La Nanda parlava come si suona un pianoforte. Era davvero una mente bicamerale e in tante discussioni l'ho vista mettere a KO critici e giornalisti in gamba col suo mix di cultura e fascino anche quando non aveva ragione.
Negli ultimi anni la Pivano era oggetto di un culto che in realtà non festeggiava lei ma un archetipico. Si muoveva dentro cortei di amici, fotografi e assistenti di tanti sessi ed età. Una volta che la portarono a un ascensore scavato nella montagna per salire a casa Pirelli sembrava il finale del primo atto di Tosca. Sorretta da venti mani, pareva fragile e dolente ma stava bene ed era felice. E pure io per lei perché questo Te Deum trionfale se lo era conquistato con una vita di lavoro e ricerca. Era un'eccezione preziosa in un'Italia dominata da serpenti a canaglie e smutandate televisive.
La funzione in ombra di Fernanda, per dirla con la von Franz, era il pensiero introverso. Le otto pagine che mi ha lasciato tramite Arnoldo sono emerse come un capolavoro dal suo inconscio[130][131][132][132][133][134][135][136][136]. Sono i suoi Minima Moralia minimalisti ma potenti.
Sembrerà impossibile ma è stato reale per anni. Negli anni Novanta avevo riempito di pappagalli la mia casa alla Kasbah di Trastevere, simmetrica a quella di Fernanda come due pagine di un libro aperto. I pennuti volavano per le scale con suoni e odori della foresta che non tutti i vicini apprezzavano. A parte Teto e Iside, c'erano Miss un Amazzone a testa gialla, l'Eclectus che mi aveva regalato Fernanda per il film (protagonista della sequenza su Bob Dylan e Verdi), un krameris a mutazione gialla, un cinerino molto parlante. E poi un coniglione d'angora che scappava nel giardino e una coppia di scoiattoli rossi, Kalosciuri Prevosti, dentro una grande gabbia, anzi abitazione per animali scenografata come albero, per il set del Pappafreud. Tutte belle creature. Forse troppe? Lo ammetto. Però in parte ci lavoravo come regista. In parte li coinvolgevo nel caso clinico di Uomini e pappagalli e nella cura di Fernanda che era molto malata e stava a letto in attesa di essere operata. Dal mattino alla sera portavo riso, noci e frutta su e giù per le scale dei due appartamenti separati solo da un muro. Naturalmente bisognava pagare le pulizie e dare la pappa a tutti: il giovane pittore delirante in casa mia, l'americanista bisognosa di macrobiotica in casa sua, più i pennuti e i mammiferi. Andavo in rosso come un bravo padre di famiglia ma mi piaceva. Carotenuto mi spiegò che non sentivo peso e fatica perché ero inflazionato da un archetipo: avevo la sindrome dell'Arca di Noè. Gli chiesi di scendere un attimo per strada e gli indicai la targa del mio motorino: 67 NOE. Lui scoppiò a ridere. Un mese dopo il corpo forestale del Cites mi nominò custode giudiziario di Dalì, un Cacatoa delle Palme sequestrato al padrone per importazione illegale. Pesava più di un chilo e terrorizzava tutti per il becco a scimitarra. Dalì era troppo. Dopo un mese rinunciai all'affido.
Il mio maestro come drammaturgo è Eduardo de Filippo. Come scenografo è Josef Svoboda. Come regista ammiro Clint Eastwood perché sul set è molto veloce. Ma Fellini è un altro pianeta: il finale de Le notti di Cabiria non è suo: l'ha fatto Dio tramite Fellini, Giulietta Masina e Nino Rota. Secondo Truffault è la pagina più importante della storia del cinema.
Una sera che avevo portato Fernanda Fellini al Macrobiotico di via Margutta ci trovammo Fellini. Si abbracciarono; a un certo punto lei gli disse: Sai, Federico,faccio su e giù con Milano.A Milano ci lavoro. E lui: E a Roma che fai? E lei: A Roma non faccio la Dolce Vita ma una vita dolce sì. A quel punto Fellini la invitò al Teatro5 a Cinecittà. E io mi feci coraggio e chiesi: Posso venire anche io, Maestro? E lui rispose di sì. E noi due dicemmo grazie. Questa è la storia del titolo del mio film: La vita dolce.
Il regista teatrale più creativo di tutti resta Pirandello, che non era un regista. Lo sarà per l'eternità, per Enrico IV e per la didascalia di Ciascuno a suo modo. Che si può inventare di più geniale?
Il mio primo analista è stato Aldo Carotenuto. Era ottimista, creativo e sincero. Mi fece l'analisi a credito quando non potevo pagarlo. Gli sono molto molto molto riconoscente. Di Stefano Carta posso dire che mi ha salvato la vita. E'merito suo se sono riuscito a trovare il coraggio per creare i vetrinaggi.
Datemi un cane o un pappagallo. O almeno un Totoro. Senza animali divento una bestia.
Citazioni di Fernanda Pivano su Ottavio Rosati[modifica]
Festa per 'Album americano' - Teatro Armani 1997
Quello che di Ottavio mi fa arrabbiare non riguarda nessuno.
Stava finendo il servizio militare e si presentò con la divisa da tenente in aeronautica, spavaldo e presuntuosetto, all'albergo Hassler dove vivevo i miei primi giorni di auto-esilio romano [...] Aveva vent'anni, grandi occhi pieni di stupore, un’intensa consuetudine col grande poeta saggista Juan Rodolfo Wilcock che gli aveva insegnato l'uso di metafore e di associazioni imprevedibili. Collaborava a Ciao2001 e a II Mondo. Soprattutto aveva un fanatico amore per la psicoanalisi e un altrettanto fanatico amore per lo spettacolo. A volte diceva: Voglio diventare uno psicoanalista, a volte: Voglio fare il regista, col fervore dei poeti, degli artisti, degli ideologi; un fervore col quale avevo convissuto da quando a nove anni avevo scritto il mio primo romanzo. Voleva intervistarmi sul mio libro Beat Hippie Yippie, senza essere mai stato nessuna delle tre cose e senza sapere nulla del loro significato.[12]
Feci venire un gelato sulla terrazza popolata da turisti americani, gli offrì ironica la ciliegina che lo sormontava, la rifiutò. La nostra vicina americana si mise a ridere; Ottavio mi guardò sospettoso e avidissimo di sapere perché. Gli recitai il verso di Ginsberg, He took my cherry mentre la turista rideva sempre più forte e lui cercava di uscire dall’imbarazzo. Per uscirne mi portò nello studio luminosissimo di un avvocato romano suo amico che dietro una parete girevole nascondeva un laboratorio alchemico di profumi: l’apertura della parete sembrava una scena di un film di James Bond. L’avvocato mi disse, sornione, che avrei dovuto continuare a offrire al mio intervistatore gelati con la “ciliegina” e mi regalò un pentacolo e un profumo con tanti auguri.[14]Il cavolo di Natale - ph- Schipa
A Natale negli anni Settanta Rosati cominciò a prepararmi alberi sempre più imprevedibili, anche con cavoli e cedri del Libano, purché non fossero abeti, perché poi, quando toglievo le meline rosse e i cuori di specchietti, lui li piantava nel giardino comune degli inquilini accanto agli aranci, al nespolo, ai pitosfori; oggi il primo cedro del Libano è cresciuto più alto del tetto della casa e lo si è dovuto fissare con dei cavetti di acciaio. Quando era ancora ragazzo Ottavio passava giornate intere a curare quel «giardino» e i nostri due terrazzi confinanti chiamati solennemente «la terrazza»[10]
Ha avuto, ha, avrà sempre uno humour irresistibile, più dolce del sarcasmo romano, che usa soltanto quando proprio gli fanno perdere la pazienza. Ricordo che molti anni fa lo sperimentò anche un illustre analista, il professor Gerard Adler [...] venuto a Roma ospite del Congresso di Psicoanalisi junghiana organizzato da Aldo Carotenuto. Rosati doveva accompagnarlo in un albergo lontano dal centro e per fare più in fretta non rispettò nessuno dei sensi vietati. Il professore diventò sempre più silenzioso finché a una svolta spericolata disse: Ma dottore, qui è vietato passare. Rosati, con uno di quei suoi sorrisi contagiosi, rispose: È vietato, ma possibile. Il professore dopo un attimo di imbarazzo si lasciò conquistare e rise come un ragazzo[12].
Cominciarono anche le regie teatrali di Rosati […] nel 1986, al Teatro Stabile di Torino con una memorabile messa in scena psicodrammatica di Ciascuno a suo modo in onore dell’anniversario di Pirandello. Ricordo che quando lo spettacolo-sociodramma, dopo un intero anno di lavoro rischiò di essere bloccato da intrighi e scandali assai simili a quelli immaginati nella commedia, Rosati precipitò in una disperazione insospettabile in uno psicoanalista e altrettanto sfrenata della sua spontaneità: una disperazione dalla quale lo vidi uscire convocando un’intera banda di pazzarielli napoletani che rivelarono l’intrigo per le strade di una Torino sgomenta, in un Living Newspaper che legava il Teatro Carignano a Piazza Carignano e a mezza città[14].
Ottavio Rosati mi è stato presentato nel 1973 per un'intervista, dall'editore che è rimasto il più caro della mia lunga serie: alludo a Raimondo Biffi, editore dell'Arcana che mi ha commissionato due libri rimasti nel mio cuore: C'era una volta un beat e Beat Hippie Yippie. Rosati che era molto giovane, palesemente molto più maturo della sua età, mi ha impressionato per la sua insolita genialità [...] La nostra lunga amicizia gli ha permesso di conoscermi bene, anche perché, da quando l'ho incontrato, so con quanta passione svolge la sua attività di regista. Sia in ambito clinico, sia nella divulgazione della psicoanalisi, sia in campo puramente creativo [...] Di Ottavio mi diverte molto il suo humor che spesso è irresistibile sia quando gioca a canzonarmi, sia quando gioca a canzonare gli altri. [11]
Solo Rosati poteva avere l'idea di circondarmi dei pappagalli di via Lungara quando girammo Generazioni d'amore [...] Il perché me lo rivelò alla fine del film ridendo come un bambino: Sono uno bianco, uno verde e uno rosso. Mettere la bandiera italiana nel film sarebbe stato fascista.[258]
Ottavio Rosati protervo e ribaldo, sfacciato e aggressivo, cinico e irruente, si capiva dopo cinque minuti che questa messa in scena proteggeva una generosità patologica e una gentilezza di altri tempi. A 20 anni era davvero convinto, (e lo è tutt'ora che ne ha più di 40) che per vivere le esperienze accessibili attraverso i funghi allucinogeni o LSD, lo psicodramma sia più che sufficiente.[14]
Ottavio mi commosse con regali sempre più raffinati, il primo nel 1978: un ciondolo di radice di agata che resta tra i miei ricordi più cari, una collana di murrine antiche che mi portò da Venezia nel 1980, una collana d'oro che comprò al museo di Bogotà, quando andò a tenere un seminario in Bolivia negli anni Novanta dove lo compensarono con una scheggia di smeraldo. Che mi accompagna sempre nella scatoletta di cinghiale dove conservo le mie mitiche spille di Gertrude Stein.[259]
Quanti anni, 22, 2.000.000, una vita breve per te, troppo lunga per me. Che ti ho visto passare, silenzioso, amoroso, a aiutare anime stanche che parevano senza rimedio. Un rimedio l'hai trovato per tutte, sempre sornione, criptico in understatements un po' magici, un po' furbacchioni, sempre più generosi della realtà. Grazie per tutti, trickster antico, amico del Buddha e Buddha tu stesso.[260]
Quanto vorrei che tu fossi sempre felice, quali che siano le tue scelte e ti augurassi che la tua scelta della libertà non ti tradisca mai [...] Diventerai sempre più bravo e io avrò sempre più soggezione di te e sempre meno posto nella tua vita. Sempre più rimpianto per un destino che non si poteva cambiare. Ma la tua fotografia con i ricciolini dei vent'anni l'avrò sempre con me anche se tu forse non la ricordi più.[261]
Ottavio Rosati, di cui conosco speranze e sogni di luce, di cui conosco malati guariti, malati che guariranno nei misteriosi sconquassi di inconsci crudeli, malati che lo invocano durante la notte protetta dal Buddha, malati che si aggrappano alla sua forza, fino a lasciarlo sgomento. Grazie eroe silenzioso di abnegazione a un'idea, grazie, generosissimo uomo che conosce gli dei.[262]
50 anni! Non è possibile, per me ne avrai sempre 18, a spiegarmi cos'è il super io, a dirmi senza ridere che l'uomo è cacciatore, a chiedermi cosa vuol dire he took my cherry di Ginsberg. Quanti ricordi, quante birbonate, quanti petali dolcissimi della tua gentilezza. Quante speranze per il tuo futuro di intelligenza e bravura. Grazie Ottavio, Dio ti protegga sempre.[263]
↑ 1,01,1Cortometraggi destinati alla rete, realizzati con finalità terapeutiche e di denuncia di manipolazioni e soprusi. I Vetrinaggi sono una forma di cinema autobiografico.
↑ 3,03,1Rosati, con la sua faccia da Actor’s Studio, esercita per la prima volta psicoterapia di gruppo (globale), dove il gruppo è da intendersi come audience. Maurizio Porro, CORRIERE DELLA SERA, 10 Gennaio 1994
↑Fernanda Pivano scrive: Ottavio aveva 23 anni, collaborava a Ciao2001 e a II Mondo. Soprattutto aveva un fanatico amore per la psicoanalisi e un altrettanto fanatico amore per lo spettacolo. A volte diceva: Voglio diventare uno psicoanalista, a volte: Voglio fare il regista, col fervore dei poeti, degli artisti, degli ideologi. (Tra Pirandelli, biciclette e pazzarielli, intervento al Teatro Stabile di Torino, 2001).
↑Quando R. ha 17 anni l'analista junghiana Dora Bernhard gli dice che la sua doppia coppia astrologica (pesci, ascendente bilancia) lo lega a giochi di 'mimicry teatrale':Io che non mastico niente dello zodiaco traduco che il mio destino è di vendere merluzzi al mercato, con molta enfasi. (Dal racconto Fax Vobis)
↑Il padre, Giovanni, è un funzionario del Ministero delle Finanze. La madre, Mirella, ha rinunciato a laurearsi in lingue con una tesi su Moby Dick per dedicarsi alla famiglia.
↑Difende il vero nome in tutti i modi. Solo nel 2012 la legge gli permetterà il cambio all'anagrafe. In Quattro decenni di plays per il Teatro del Tempo scrive: Duranteuna lezione sulla nascita dello psicodramma a Vienna racconto che nel 1918 Moreno fu fermato dalla polizia perché nei gruppi sotto gli alberi del Prater invitava i bambini a darsi un nuovo nome psicodrammatico. Un mio allievo, sacerdote, Martino, osserva che però io non ho ancora cambiato il nome di battesimo e si offre di farlo lui. Mi stupisco di non averci pensato. Così, due giorni dopo vado con un gruppo di amici alla sua parrocchia dove lui mi benedice come 'Ottavio' davanti al battesimale. Batto le mani stile gospel e una signora mi domanda perché. Glielo dico e lei fa: "Ah! Capisco! Infatti oggi è Santo Ottavio." Nessuno di noi lo sapeva, nemmeno Martino. "E' una sincronicità!" esclamo. E lei: "Ma no. Si chiama Dio-coincidenza!""
↑Dopo aver portato a un piccolo editore romano il best seller della Schutzenberger La sindrome degli antenati.
↑La casa editrice Arcana lo invita a presentare il nuovo libro della Pivano: Beat, Hippie, Yippie. Rosati scrive: Lei era molto affascinante. Mi innamorai subito. Aveva 55 anni che sembravano 40. E io a 22 me ne sentivo 30. Quindi tra noi c'erano solo 10 anni di differenza! da Quattro decenni di plays per il Teatro del tempo.
↑Fernanda Pivano, Quadrifoglio per Ottavio dal libro I miei quadrifogli, Frassinelli, 2000, prefazione di Jovanotti, ISBN 88-7684-591-7, p.191. Foto della pagina in Ipod Plays.
↑ 14,014,114,214,3Fernanda Pivano, Prefazione al libro Da Storia nasce Storia, Nuova Eri, Rai. 1994 - ISBN 8839707956
↑Italo Moscati, definisce questo ipertesto un canto d'amore sommesso e potente: Ottavio, uccidi la Gattoparda, fallo subito, con un colpo solo[1].
↑La figura, per più versi enigmatica, di Mario Trevi è stata descritta dal figlio Emanuele Trevi nel romanzo La casa del mago (2023) e da Rosati nel cortometraggio I cani dell'acqua marcia (2018).
↑Rosati gli dedica La moda proibita in segno di riconoscenza per averlo aiutato a superare il trauma causato da Trevi.
↑ 32,032,132,2Trevi (Ancona 1942 - Roma 2011) aveva anche collaborato con Rosati. Cfr. Mario Trevi, Pirandello e Jaspers per Atti dello psicodramma (1983) e l'intervento sugli hassidim nel documentario su Milton Erickson La mia voce ti accompagnerà (1985 - Rai radio3). Nel 2006 Rosati nell'ottica del perdono/rimozionedel trauma (sic) gli affida il ruolo di Christmas Present per il suo socioplay televisivo sul Canto di Natale di Dickens.
↑Scrive: Ubaldini e io avevamo definito Atti dello psicodramma, una rivista dedicata allo psicodramma analitico e allo studio dell'inconscio nel teatro.Clicca qui per le recensioni.
↑Nel racconto il lago dei Teti R. scrive: Per salvare il pensiero di J. L. Moreno sulla potenza terapeutica del Gioco e della Spontaneità abbiamo dovuto blandire per due anni un comitato di burosauri nessuno dei quali ha fatto un'ora di psicodramma in vita sua. Il presidente, prof. D., non ha letto un solo libro di Moreno, non sa niente di teatro. Ha respinto il nomePlaysperché gli dava il significato diGame (con buona pace di Roger Caillois). Alla fine ha promosso la nostra domanda senza nemmeno aprire il fascicolo solo perché la presentava Vincenzo, suo assistente, un mio vecchio amico che aveva accettato di aiutarci. Poi saltò fuori che c'era un pizzo da pagare: due borse di studio e l'invio di sei pazienti (come nelle Anime Morte di Gogol).Quando ho deciso di rivelare l'intera vicenda (pizzi compresi) in un sociodramma alla scuola, Vincenzo si è arrabbiato: ha urlato al telefono che ero irriconoscente e fuori dal mondo. Mi ha coperto di insulti e ha minacciato di far ritirare il decreto di ammissione concludendo: "Lo vuoi capire che Jung è morto!?". Un tempo Vincenzo era un simpatico frikkettone pieno zeppo di spinelli ma ora assomiglia sempre di più a Lex Luthor il cattivo calvo di Superman. In tutto questo salta fuori una cosa divertente: prof. D. (che non è nemmeno analista) porta le sue pene d'amore a Madame de Thebes, una cartomante-chiaroveggente che mi racconta tutto di lui. Altro che sociodramma! Prima o poi finirà tutto in un film.
↑Nel racconto Fax Vobis Rosati scrive: "Ho finalmente incontrato Jodorowsky a Parigi e gli ho raccontato quello che ho scoperto sui segreti della famiglia di mio padre vedendo l'abbandono della cappella di famiglia Rosati - Egizi a Capestano con le salme di dodici antenati. Gli ho detto che avevo costretto mio padre a finanziare il restauro e che ho fatto nuove decorazioni. Jodorowsky mi ha fatto disegnare il mio albero genealogico e mi ha mostrato un dettaglio che i miei analisti non avevano visto: il ramo più forte è quello di mio padre. Però dal lato dei maschi della famiglia di sua madre, nata Egizi. Ho chiesto a Jodorowsky una psicomagia tesa a migliorare i miei rapporti con le donne e lui mi ha risposto: Non ti darò una psicomagia facile ma ce la puoi fare.Ascolta bene. Metti insieme un gruppo di sette amiche (nessuna tua ex ragazza!) e procurati al santuario di Padre Pio dieci litri di Acqua Benedetta. Compra dodici stinchi di bue e puliscili alla perfezione con un coltellino. Poi mettili una scatola sotto il letto e dormici sopra per una settimana. A metà notte alzati e facci sopra pipì ma non pulire mai. Ignora il cattivo odore. Dopo una settimana vai con le tue amiche su un prato alla luce del sole dove tira vento. Porta anche le ossa e il tuo pappagallo e mettilo su un albero. Le tue amiche, con vanghe e picconi, scaveranno una buca profonda. Non aiutarle, devono farla da sole. Poi ti spoglieranno e tu entrerai nella buca. Ci butteranno dentro i dodici stinchi di bue e ti copriranno di terra fino al collo. Faranno un girotondo attorno a te, in gonna senza le mutandine cantando in coro 'La vie en Rose' di Edit Piaf e faranno pipì per terra. Poi ti tireranno fuori e copriranno la buca con dentro le ossa e i tuoi vecchi vestiti. Sopra metteranno piantine e semi di fiori e ti laveranno con l'acqua benedetta usando come spugna della lingerie bianca. Ti accarezzeranno, ti metteranno vestiti nuovi e un profumo che ti lasceranno in regalo. Infine ti consegneranno il tuo pappagallo. Tu ti inchinerai davanti a ognuna di loro, le bacerai sulle mani e le inviterai n un ristorante di lusso dove berrete Champagne. Fine.La cosa più difficile è stata trovare il terreno col sole e il vento ma la psicomagia ha funzionato. Cosa strana: molte mie amiche poi mi hanno detto che dopo anche la loro vita sentimentale è cambiata in meglio. Senza dubbio Jodo è un grande regista sia di film che di psicodrammi! Anche se è coltissimo, non si limita a capire il linguaggio dell'inconscio come la maggior parte degli psicoanalisti: lo maneggia. Per questo Jodo riscuote invidia e diffidenza da chi non ha letto nemmeno un suo libro".
↑In una intervista sulla self disclosure in psicodramma Moreno Cerquetelli osserva: Quello che hai fatto per il tuo Pappagheno (tra giochi di ruolo e ruoli di aiuto nella realtà) non è un semplice 'holding in mind', come diceva Winnicott, ma uno 'holding in everywhere e in everything'.
R. risponde: Perché no? In amore si rischia e non si bada a spese. La cosa importante è cheFabio per me non èstatoun caso clinico ma un compagnodi imprese creative che ogni tantosi comportava comeunpaziente. Manon eraun paziente trasformato in amante.Ci siamo conosciuti in teatro. Cfr. L'architrave e l'architetto in Scritti Ipod
↑ Ottavio Rosati, Gioco e pet therapy, in Amerio Croce (a cura di), Animali esotici da compagnia, Roma, Poletto Editore, 2002. Teto e Iside sono protagonisti anche del corto Stelle sopra, stelle sotto al Teatro Valeria Moriconi, di sociodrammi al Teatro Stabile di Catania e del teaser del film Cacatoa, un pappa-giallo europeo girato a Venna, con le musiche di Lelio Luttazzi.
↑Cfr il paragrafo in basso dedicato a questo metodo
↑R. si rifà alla dichiarazione di J. L. Moreno al primo Congresso Internazionale di Psicodramma a Parigi : Il terapeuta, quando effettua uno psicodramma, deve essere la suprema personificazione della verità. Egli deve creare un’atmosfera di verità attorno a sé, dovunque egli appaia, nella strada, in casa ma soprattutto sulla scena dello psicodrama… il portatore di verità è un attore eroico, esistenziale, non un semplice testimone.
↑Cfr. la puntata di Chi è di scena dove Rosanna Cancellieri intervista Rosati sullo psicodramma e Pirandello. Sul canale ipodplays di Youtube.
↑In Spesso a cuori e picche scrive: Pietro Crivellaro mi faceva dormire sul divano al Centro Studi dello Stabile. Santuzza Papa mi infilava di nascosto i soldi intasca per mangiare: la vera ricchezza è l'amicizia'.
↑Quello che vi ho detto da quel balcone / è la santa verità / RULLO DI TAMBURI Attenzione RULLO / Battaglione RULLO Ringrazio tutta la popolazione che ci ha fatto l'onore stasera di venire davanti a questo portone RULLO Attenzione RULLO Battaglione RULLO Qua avevano tolto la sovvenzione RULLO Ma un gruppo di brave persone ha lavorato senza la numerazione...Dalla tirata del Pazzariello davanti al Museo del Risorgimento a piazza Carignano)
↑Nella commedia "il personaggio momentaneo nel ridotto del teatro" è la signora Delia Moreno (che tutti sanno chi è) protagonista di uno scandalo dell'alta borghesia. Pirandello immagina che, riconoscendosi nella signora Morello, personaggio fissato nella commedia sul palcoscenico", la Moreno cerchi di fermare la prima teatrale di Pirandello. Morello - secondo Rosati - è un segreto anagramma di Moreno e Pirandello.
↑ La serata si apre in piazza e poi nel foyer dove Rosati si fa malmenare da un'attrice che simula la Signora, seguendo così Pirandello che nella didascalia ordina di prendere a schiaffi l'autore (Pirandello). In sala il dramaturg dello Stabile nel ruolo del raisonneur si sporge dal palco e sentenzia: Volevate il socioramma? Ve l'hanno dato. Te ne te ve lo.
↑Osvaldo Guerrieri, Moreno, Pirandello, un folle gioco, La Stampa, 19 settembre, 1986
↑Lo psicodramma di Leo Gullotta (col titolo Gli attori sono timidi) avviene in un gruppo di studenti di Catania ed è agli antipodi di quello di Rosalia Maggio. Cfr. i video sul canale ipodplays e la trascrizione.
↑Inseguendo il pappagallo per lo studio tra le risate del pubblico, Rosati sale sul balconcino (da dove il regista Guardì parla alla piazza attraverso un altoparlante) e spalanca la finestra con un pappagallo che chiama l'altro aggrappato al soffitto dello studio. Ottavio e Iside sul balcone del comitato - I Fatti vostri, Rai2, 13 dicembre 2010.
↑Il Pappafreud, 21 puntate sulla psicoanalisi dell'alimentazione con O, Rosati e A. Antonaros, Rai Sat Gambero Rosso
↑"Quando è venuto qualche giorno a Roma, ospite dello psicodrammatista Ottavio Rosati, con cui ha discusso a lungo del suo programma di Rai tre Da storia nasce storia, abbiamo passato ore deliziose, fuori delle interviste preordinate, a discutere. I suoi libri sono intrisi di sensibilità psicoanalitica, e Brodkey ha confermato con divertimento osservazioni cliniche che nessuno gli aveva mai fatto." Fernanda Pivano, Brodkey: Io, clandestino all'ombra di James e Hemingway, Corriere della Sera, 5 maggio 1992.
↑Rosati scrive: fu un errore da tutti i punti di vista. Non c'era più spazio per far entrare i bambini, i giocolieri, i musicisti e il coro che volevo scatenare dentro e fuori della basilica al risveglio di Scrooge il giorno di Natale. I cameraman, dovendosi muovere tra tavoli fissati al pavimento, si impallavano o riprendevano le persone di spalle. Eravamo tutti disperati perché la paura dell'improvvisazione aveva bloccato il gioco delle nostre Spontaneità.
↑Rosati sottolinea che il primo a riempire lo studio di statuine fu Freud, collezionista di reperti archeologici che colpivano i pazienti ma non facevano parte del lavoro analitico, come ricorda la poetessa Hilda Doolittle nel suo libro I segni sul muro (1956).
↑Post Traumatic Stress Disorder: in italiano Disturbo Post Traumatico da Stress.
↑In Quattro decenni di Plays per il Teatro del Tempo, Rosati scrive: C'è una differenza tra i due livelli. Penetrare con Teto sotto il cappotto nella clinica dove era ricoverata la Pivano e farla 'evadere' per tre ore infilando la pelliccia sopra il pigiama è un Bricconaggio fatto in segreto per noi due. Penetrare nel suo ex appartamento alla kasbah per girare il video di 'Perdo-Nanda Pivano' e metterlo in rete è un Vetrinaggio che si rivolge a tutti nell'interesse di tutti
↑Come Julian Assange che denuncia su Wikileaks i segreti del governo o Frances Haugen che ha smascherato le manipolazioni di FaceBook. R. dichiara: oggi chiunque sia messo a tacere può dire la verità non solo in analisi o in un gruppo terapeutico ma creando un Vetrinaggio con intelligenza e pubblicandolo sui social in uno spirito ben diverso dalla demenzialità alienante dei minivideo di Tik Tok e simili.
↑Scheda di Filmitalia-Istituto Luce su I cani dell'Acqua Marcia di Ottavio Rosati
↑E una volta che ero all'estero perfino a casa mia. Su invito a cena da parte di Fabio. (sic)
↑R. scrive: Ho attesootto anni dalla morte di Trevi perché non volevo denunciare Trevi facendolo radiare dalla sua associazione. Il mio obiettivo era un altro. Volevo liberarmi dei sintomi causati dal trauma e dal mio 'perdono' di matrice più nevrotica che religiosa: del resto Trevi non mi ha mai chiesto scusa né perdono di aver abusando di Fabio durante le sedute e a casa mia mentre ero in viaggio. Ma perché aveva manipolato un paziente fragile e tradito la mia fiducia? Girando 'I cani dell'acqua marcia' ho finalmente capito che Trevi voleva distruggere la relazione tra Fabio e Ottavio. La invidiava perché non aveva fatto coming out come me. Cosa che in quegli anni era molto più difficile di oggi. Per lui impossibile.
↑La registrazione delle sedute con Modigliani può essere consultata per ragioni di studio dagli psicologi che si occupano del PTSD.
↑In un post FaceBook del Natale 2023 "Un vetrinaggio per la Casa del Mago" dedicato al libro di Emanuele Trevi sul padre, Rosati scrive: In seguito ipotizzai che Carta con me fu più empatico ed efficace perché, a differenza di Modigliani (che era stato radiato per lo scandalo Goliarda Sapienza) Stefano era stato tradito nella sua fiducia accademica dal prof. Nino Dazzi (triste baronetto universitario) come io ero stato ingannato dal prof. Mario Trevi. Per questo ho dedicato a Stefano "La Moda Proibita", il docufilm su Roberto Capucci.
↑Nei matrimoni etero che si fingono normali il problema è la falsità, l'ipocrisia, la depressione. Il vero crimine di certi padri di famiglia (affetti dal virus dell'omofobia) non è la loro componente gay ma il fatto di nasconderla alla moglie, ai figli e ai colleghi, creando problemi dentro e intorno alla famiglia. (Dalle note sulla scheda IMDb)
↑Dal punto di vista dello psicodramma R. propone di elaborare l'omofobia di padri di famiglia irreprensibili come Trevi non in processi a porte chiuse ma in sociodrammi trans-generazionali aperti alle persone coinvolte, parenti e colleghi.
↑Commento di Maurizio Stupiggia a "I Cani dell'Acqua Marcia"
↑Rosati commenta: "Mi hanno fatto rabbrividire le parole che un giorno Mario disse a Emanuele: Io non sono quello che credi. Come si fa a non capire? Leonard Bernstein, che era padre di tre figli ma aveva fatto coming out, diceva che il contrappunto non è scarsità di melodia, anzi è abbondanza di melodia. Non azzera la melodia, la moltiplica."
↑Il titolo è una parafrasi di un altro romanzo di Emanuele Trevi I cani del nulla.
↑R. scrive: Capire e perdonare in chiave cristiana e buddhista non significa negare e tacere.Se poila vittima ha il coraggio di uscire dal Falso Sè, non tutti lo capiscono: salta fuori qualche Don Abbondio che lo invita alla prudenza e lo fa sentire insensibile ed egoista nei confronti di figli, nipoti e pronipoti del 'povero' responsabile.
↑Rosati fa la Self disclosure di questo rischio in una serie di psicodrammi all'interno della scuola di specializzazione in cui si pone come paziente di allievi e colleghi e nel racconto Le Bimbe Atomiche non destinato alla pubblicazione.
↑'I cani dell'acqua marcia' mi ha insegnato che la catarsi dovrebbe essere pubblica anziché limitarsi all'ambito terapeutico, duale o di gruppo, per quanto empatici e intelligenti. Il web (profetizzato da J. L. Moreno col suo concetto di rete) è lo spazio giusto proprio perché si apre coraggiosamente a tutti. E non solo agli addetti ai lavori.
↑Nel 1993 la Pivano e Rosati presentano con Guido Almansi al Consorzio Venezia Nuova Amicizie profane di Brodkey. Rosati racconta: "Sono più di 400 pagine, il racconto di due amici. Nino e Onni, guarda caso un anagramma, due volti di una stessa personalità. Onni, l'italiano, è un attore divo delle scene, figlio d'una madre che lo prostituiva ai nazisti, votato al divismo. Nino è lo scrittore che crede nella ricerca interiore, nella sensualità riportata allo scavo in noi stessi... ciò che dà fastidio a Brodkey nell'omosessualità, è il rischio della fusione, della perdita di personalità. Lui tiene insieme gli opposti... Una cosa è certa: qualunque cosa scriverà sarà un modo di sopravvivere e sarà un modo di sopravvivere attraverso la scrittura". Citato da Marco Neirotti in Brodkey, l'AIDS mi ha tradito, La Stampa, 16 giugno 1993
↑La strana posa del ritratto mostra la scrittrice col volto semi nascosto dalla mano e da una sciarpa.
↑Nel saggio "Video ergo sum" conclude: Il soggetto che,da solo ocon l'aiuto di un terapeuta, crea un vetrinaggio può uscire dalla solitudine, dalla depressione e dalla vergogna impropria indotte dal manipolatore. Smette di essere vittima ed entra nel ruolo di autore ed editore della sua vera storia. Si libera dall'identificazione proiettiva mortifera che ha subito. Torna in vita grazie a nuovi rispecchiamenti e nuovi amici.
↑Fernanda Pivano nel 2000 dichiarò a O. di aver incaricato il suo avvocato di lasciare al Teatro del Tempo "Cento milioni di lire o la maggior somma". Cfr. Quattro decenni di plays per il Teatro del tempo
↑Rosati scrive: ho imparato che l’efficacia del gioco di ruolo non dipende solo dalla comprensione analitica dei problemi del paziente, Dipende soprattutto dal suo coinvolgimento emotivo e dal suo coraggio. Una catarsi autentica è difficile ma non è impossibile. E quando si verifica è un'esperienza preziosa fatta di sensazioni ed emozioni che sono facilitate da uno spazio para-teatrale attrezzato con luci, musica e immagini: un po' set e un po' setting.
↑Marie-Louise von Franz, I miti di creazione (1972) ed. it., Boringhieri, 2016 p.235.
↑Le parole del sogno di Sottsass sono queste: Chiudete la squallida stanza dello psicologo e dello psichiatra, con luci al neon e sedie di metallo. Costruite un vero teatro scientifico. Con luci, amplificatori del suono, regia, schermi e tutto il resto. È ora che medici, psicologi e architetti si incontrino per lavorare insieme. Perché gli architetti sono medici dello spazio e i medici sono degli artisti del corpo. Gli psicologi dovrebbero aiutarli a capirsi tra loro per capire meglio i pazienti.
L'analista Claudio Modigliani sottolinea a Rosati il carattere anti-edipico del suo sogno che rivela un desiderio di affiliazione e guida creativa.
↑Per i primi modelli 3D R. collabora con gli architetti Andrea Casale, Graziano Valenti e Loredana de Cucchio del Dipartimento di Storia, Disegno e Restauro di Roma Sapienza. Cfr. Il teatro del tempo su Ipod Plays
↑Dal workshop sugli Assemblage Viventi per la Cortona Week 2023 di Pier Luigi Luisi alla Certosa di Pontignano (Univ. Siena).
↑Fantasmi prevedeva che Rosati, nel ruolo di Moreno, facesse uno psicodramma di Gullotta sul genere di quello che aveva fatto Rosalia Maggio in Da Storia nasce Storia (Rai3) rivelando una pagina segreta della sua vita. Gullotta poi decise che in scena avrebbe solo fatto il ruolo di Pirandello. Il suo psicodramma ebbe luogo solo dopo, in un gruppo di studenti ed è stato pubblicato su Youtube col titolo Gli attori sono timidi.
↑Giovanna Caggegi, Nel nome di Pirandello - Il Rettore consegna ai due interpreti di Fantasmi la medaglia della Città di Catania, La Sicilia, 2 marzo 2002 rassegna stampa di Fantasmi
↑In collaborazione con l'università di Catania e la Facoltà di Psicologia di Roma Sapienza. Clicca qui per i video.
↑Realizza il decoupage del film sul delta del Po per la fotografia di Mario Amura con il sostegno dell'Emilia e Romagna Film Commission.
↑Il teaser, filmato da Mario Amura per l'Emilia Romagna Film Commission mostra che gli occhi di un pappagallo non sono frontali ma laterali dando una visione stroboscopica a 180 gradi.
↑Com'è cinematografica la vita di Fernanda, Panorama, 7 settembre 2000 p.147
↑Generazioni d'amore: le quattro Americhe di Fernanda Pivano, su Filmitalia
↑Alessandra Levantesi, Così Nanda si innamorò dell'America libera, LA STAMPA, 20 Nov. 2001
↑Sul romanzo La mia Kasbah, Pier Vittorio Tondelli scrive: Uomini politici, attrici, registi, vip, giornalisti, psichiatri, arrampicatrici sociali, teatranti, emiri, aristocratici decaduti costituiscono i personaggi di questa singolare kasbah trasteverina che Fernanda Pivano ha scelto come vivace e allegro contenitore romanzesco raccontandone attraverso gli occhi ingenui e mondani dell'ex hostess Lisa. Le facce, i comportamenti, le feste, le liti, l'imprevedibilità dei mutamenti sociali e culturali, le difficoltà e le piacevolezze, le incomprensioni improvvise, i vincoli di autentica amicizia. Ma sono soprattutto storie di donne che si intrecciano e si accostano con una delicatezza e una tenerezza che costituiscono i toni portanti del romanzo, di questa "ronde" di destini solitari che ruotano attorno all'immutabile e prezioso valore della solidarietà femminile.
↑ Rosati scrive: "Non sapevo che la Pivano era stata allarmata da una signora secondo la quale l'uscita di un film così 'erotico' avrebbe ostacolato la sua candidatra a Senatore a vita. Io ero furibondo, offeso e disperato. Finché pensai alla battuta de 'Lo Squalo': Ci serve una barca più grande. Così organizzai una scacchiera nel mio studio con Bernardo Bertolucci che era uno dei testimonial e abitava anche lui nella kasbah. Quando Bertolucci vide la scacchiera disse: Nanda stai tranquilla, non avete fatto 'Ultimo tango a Trastevere'. Lei scoppiò a ridere e accettò che Generazioni d'amore uscisse al Torino Film Festival insieme a Beat Film prodotto da Procacci. Da Quattro decenni di plays - quarto decennio.
↑Fiamme al cinema - terrore al Film festival, millecinquecento in fuga, La Stampa, 23, 11, 2001.
↑Fernanda Pivano: non può essere un caso - un attentato contro di me, La Stampa, 23, 11, 2001
↑Incendio a Torino. Bloccato il film su Fernanda Pivano, Corriere della sera, 23, 11, 2001
↑G. Lon. Rassegna bella e sfortunata, La Stampa, 24, 11, 2001
↑Quando Pivano era andata con Rosati ragazzo a trovare Fellini nel suo studio a Cinecittà, aveva spiegato: Federico, io a Milano non vivo, ci lavoro. A Roma non faccio la dolce vita ma una vita dolce sì. Roma è una città di mare.
↑Alessandro Cecchi Paone intervista Roberto Capucci sui documentario di Ottavio Rosati.
↑Dopo il corto Le Code Le Ali sulla mostra alla Venaria Reale, R. scrive la sceneggiatura per il film L'architetto di Venere. Il protagonista è Lucio, uno studente di psicologia che vuole laurearsi con una tesi-video sui disegni di Capucci e quelli del Libro Rosso di Jung. E gira a Napoli un teaser del film con Nick Rizzini e Anna Lia Perna.
↑Per prendere le distanze da una mostra sui costumi di Raffaella Carrà ospitata a 300 metri dalla sala Fellini.
↑L'entusiasmo del pubblico si ripete alle proiezioni al Master of Art Film Festival di Sofia (Bulgaria) e al Kino Lumiere di Bratislava, con l’organizzazione dell’Istituto italiano di cultura di Bratislava,
↑Tra loro il giovanissimo Francesco Marzano, così coinvolto e attivo a vari livelli che Rosati ed Elda Ferri decidono di promoverlo 'produttore esecutivo' sul campo in segno di riconoscenza.
↑"L'intelligenza Consapevole" è una produzione di Plays in collaborazione con Ernesto di Iorio per Minimax.
↑Direttore della distribuzione cinematografica, della produzione documentaristica e della gestione (conservazione e valorizzazione) dell'archivio storico LUCE presso Cinecittà SpA, per la quale lavora da oltre 20 anni. È anche Direttore della gestione (risorse umane, affari legali e generali). Dal 2014 è Project Manager presso il Creative Europe Media Desk, dove coordina diversi desk italiani. È stato membro del consiglio di amministrazione di Cinecittà Studios Spa e di Circuito Cinema.
↑Nel suo secondo libro Irriducibile Faggin approfondisce il discorso sulla natura della Coscienza: La coscienza non può emergere dalla non coscienza, e così la vita dalla non vita... Come fa un comportamento libero a emergere da comportamenti obbligati?... Lo stesso ragionamento vale per la Coscienza che non può emergere da qualcosa che ne è priva, come appunto le macchine.
↑Introduzione d Antonio Manta: Un viaggio che si svolge in tante forme diverse come ci racconterà Ottavio Rosati regista e sceneggiatore che lavora da anni sui rapporti tra psicologia e arte. I suoi assemblages, derivati dalla tecnica psicodrammatica della Scacchiera, sono viaggi di cose tra cose, lettere, fotografie, ritagli di opere d’arte. Ottavio ce ne presenterà una sola ma mettendola in gioco: Plutonian quack. Si tratta di una rete di colori in cui un poster di Carl Barks del 1936 con Donald Duck e nipotini, in barca si combina ai versi di Plutonian Ode, la poesia che Allen Ginsberg scrisse nel 1978 per opporsi alla folle corsa alle armi atomiche delle superpotenze.Dalla presentazione del festival
↑Questi assemblages - scrive - non sono contenitori di malesseri dove la fatuità bacia in bocca la morte, come nelle carrozze di de Dominicis che contengono scheletri o mozzarelle.
↑Per "La Scoperta del Pappagallo" Rosati assembla olii su rame, statuine e quadri ad olio di Fabio Bonvicini. Costanzo Costantini scrive: Il protagonista di "A Rebours" di Huysnans, Des Esseintes, preferiva i fiori finti a quelli veri... Io, ai pappagalli che Ottavio Rosati, come Filippo de Pisis e Dado Ruspoli, porta in giro sulla spalla, preferisco quelli da lui assemblati a Roma.
↑ 188,0188,1188,2Rosati si diverte a giocare con l'inclusione di una scatola dentro un'altra. Quattro foto d'autore ritraggono l'installazione al cimitero di Capestrano in Abruzzo sul restauro della tomba del suo prozio Don Romeo Egizi ritratto nella sagoma di cartone. Questo restauro conclude una lunga indagine trans-generazionale sulla famiglia Egizi-Rosati sul modello della Schutzenberger e sulla base di una psicomagia suggerita da Alessandro Jodorowsky. La detection dello svelamento/restauro/installazione sfocia anche nel racconto La Rinascita di Don Romeo (Giornale storico di psicologia dinamica) che Rosati mette in scena come reading nel 2001 al convegno Rinascere del gruppo Psicologia e letteratura alla facoltà di sociologia di Roma Sapienza con la partecipazione di Aldo Carotenuto e di don Alberto Roncoroni. Le foto dell'installazione sono state acquisite nel 2020 da un collezionista. Appariranno nel dicembre del 2023 sul 100 Photography ArtMag and Book di Vanessa Rusci edito dal collettivo artistico NNC Gallery London.
↑Dai testi del workshop sugli assemblages viventi alla Cortona Week 'Science and the Wholeness of Life' di Pier Luigi Luisi del 2023 alla Certosa di Pontignano (Siena).
↑"Quando è venuto qualche giorno a Roma, ospite dello psicodrammatista Ottavio Rosati, con cui ha discusso a lungo del suo programma di Rai tre Da storia nasce storia, abbiamo passato ore deliziose, fuori delle interviste preordinate, a discutere. I suoi libri sono intrisi di sensibilità psicoanalitica, e Brodkey ha confermato con divertimento osservazioni cliniche che nessuno gli aveva mai fatto." Fernanda Pivano, Brodkey: Io, clandestino all'ombra di James e Hemingway, Corriere della Sera, 5 maggio 1992.
↑La Dialisi. Manoscritto riprodotto in Pivano-Scritti
↑Fernanda Pivano, I miei quadrifogli, Frassinelli, 2000, p.61
Con Luciana Santioli, Francesco Marzano, Lia Filippi e Vanessa Rusci all'Istituto italiano di cultura di Vienna per GenamoreCon Milena Vukotic nel reading de La mia Nanda