Este
Gli Este (o Estensi) furono una delle famiglie regnanti europee più longeve. I primi rappresentanti si possono individuare tra i discendenti dei duchi della Toscana legati a Carlo Magno (X secolo) mentre un ramo cadetto degli Estensi, gli Arciduchi d'Austria-Este, giunse sino al XIX secolo.
Indice[modifica]
- 1Nome
- 2Storia
- 3Origini e discendenza dei due rami principali
- 4Estensi
- 4.1Marchesi d'Este
- 4.2Duchi di Ferrara, Modena e Reggio (1452-1598)
- 4.2.1Estensi a Ferrara
- 4.3Duchi di Modena e Reggio (1598-1796)
- 4.4Duchi di Modena, di Reggio, di Massa e Principi di Carrara (1814-1859)
- 5Welfen
- 6Altri rami della casa d'Este
- 6.1Marchesi e Principi di San Martino in Rio (1490-1752)
- 6.2Marchesi di Montecchio
- 6.3Marchesi di Scandiano
- 6.4Ramo di Tortorici
- 7Eredi della casa d'Este
- 8Nobili e sovrane della famiglia d'Este
- 9Altre personalità maschili della famiglia d'Este
- 10Principali edifici militari e civili legati agli Este
- 10.1Ferrara
- 10.2Modena
- 10.3Reggio Emilia
- 10.4Garfagnana
- 10.5Altre province italiane
- 10.6Altri Paesi
- 11Stemma
- 11.1Motto
- 12Luoghi di sepoltura degli Este
- 13In onore degli Este
- 13.1Architettura
- 13.2Astronomia
- 13.3Geografia
- 13.4Musei e cultura
- 13.5Altro
- 14Rievocazioni storiche
- 15Note
- 16Bibliografia
- 17Voci correlate
- 18Altri progetti
- 19Collegamenti esterni
Nome[modifica]
Il nome della casata è legato alla cittadina veneta di Este perché compresa nei territori in possesso della famiglia a partire dall'XI secolo. Il marchese Alberto Azzo II d'Este nel 1073 vi trasferì la sua corte e lì rimase sino al 1242, quando Azzo VII d'Este, dopo aver sconfitto Ezzelino III da Romano trasferì la famiglia a Ferrara. In questa città, poi chiamata estense, la famiglia, dalla fine del XII secolo, arrivò per allargare la sua sfera di influenza sino a quel momento in terra veneta.
Storia[modifica]
Castello Estense e monumento a Girolamo Savonarola, a Ferrara. Palazzo Ducale di Modena.
Le origini della casata vanno ricercate nel periodo dell'impero carolingio quindi sono da collegare a Carlo Magno. Due importanti lavori di ricerca portarono luce sulla storia della casata, quello del tedesco Gottfried Wilhelm von Leibniz e quello dell'italiano Ludovico Antonio Muratori.
- Leibniz, nominato storico e consigliere di corte dei duchi di Brunswick-Lüneburg appartenenti al casato di Hannover, ebbe l'incarico di dimostrare l'origine della casata dagli Este. Il rinvenimento di tale legame, solo marginalmente legato ad un interesse storico, avrebbe consentito agli Hannover di rafforzare le proprie pretese al titolo di principi elettori. Leibniz individuò tale collegamento, rinvenendo nel 1690 una prova decisiva visitando le tombe estensi presso l'abbazia della Vangadizza a Badia Polesine. Qui esaminò gli epitaffi delle tombe di Alberto Azzo II d'Este e della consorte Cunegonda di Altdorf (erede del ramo bavarese dei Vecchi Welfen, estintosi nella linea maschile con il fratello Guelfo III di Carinzia), testimonianza del legame dinastico esistente tra le due famiglie. Leibniz aveva già trovato conferma dell'appartenenza di Alberto Azzo alla casa Este con l'esame di un documento manoscritto conservato ad Augusta. Il primogenito di Alberto Azzo e unico figlio della coppia, Guelfo IV d'Este, divenne duca di Baviera nel 1070. Con questo personaggio ebbe inizio la linea cadetta dei Welfen dalla quale discendono in linea diretta i duchi di Brunswick-Lüneburg. Un altro figlio, Folco I d'Este ereditò i territori italiani paterni, continuando la dinastia estense.
- Muratori, che era stato ammesso alla corte estense da Rinaldo d'Este con l'incarico di archivista e bibliotecario in seguito lavorò a lungo sulle fonti storiche e giuridiche che legittimavano i diritti della casata, e quindi sulle sue origini. Lo studioso ricollegò con precisione il ceppo originario della famiglia ad origini longobarde. Bonifacio I di Toscana fu il feudatario longobardo di origini bavaresi giunto in Italia con Carlo Magno. Il figlio, Bonifacio II, ebbe i titoli di conte e duca di Lucca e di prefetto della Corsica. I discendenti furono Adalberto I, Adalberto II, Guido e Adalberto III. Oberto I fu quasi certamente figlio di Adalberto III, e da lui originarono quattro rami della casata degli Obertenghi, tra i quali gli Este, prima dell'anno 1000.
Il vero capostipite della casata estense è quindi da ritenersi Alberto Azzo II, che attorno al 1035 sposò Cunegonda di Altdorf, figlia di Guelfo II di Altdorf (appartenente alla dinastia dei Vecchi Welfen, estintasi poco dopo).
Gli Este ebbero il titolo di marchesi ereditandolo dagli Obertenghi, signori di estesi territori al nord Italia, e in seguito quello di duchi. Questa investitura ducale fu duplice, e si riferì a Borso d'Este che nel 1452 ricevette la nomina a duca di Modena e Reggio dall'Imperatore Federico III d'Asburgo e nel 1471 divenne primo duca di Ferrara per investitura di papa Paolo II Ferrara in quel momento era unita da vincoli di vassallaggio allo Stato Pontificio mentre Modena e Reggio dipendevano dal potere imperiale, rientrando nei confini del Sacro Romano Impero.
I loro domini si estesero a Fanano (1352), alla Garfagnana (1429/1451), a Carpi (1527), alla signoria di Correggio (1636), al ducato della Mirandola (1711), alla contea di Novellara e Bagnolo (1737) e al ducato di Massa e Principato di Carrara (1790).
Alfonso II d'Este non ebbe eredi legittimi e questo causò, nel 1598, la devoluzione di Ferrara allo Stato Pontificio. Il ducato si ridusse quindi alle province di Modena e Reggio Emilia, territorialmente contigue, con Modena capitale, sino al 1796. Il territorio fece poi parte della Repubblica Cispadana, della Repubblica Cisalpina, della Repubblica Italiana e del Regno d'Italia.
Con la restaurazione del 1814 l'antico ducato ritornò al ramo cadetto Asburgo-Este poiché la figlia di Ercole III d'Este, Maria Beatrice d'Este aveva sposato Ferdinando d'Asburgo-Este, figlio di Maria Teresa d'Austria. Nel 1829 si aggiunse il Ducato di Massa e Principato di Carrara e nel 1847 il Ducato di Guastalla. Il Ducato di Modena e Reggio cessò definitivamente di esistere con la sua annessione al Regno di Sardegna nel 1859 e poi al Regno d'Italia. Suddivisione generale dell'Italia attorno all'anno 1000.
Origini e discendenza dei due rami principali[modifica]
La famiglia degli Estensi trasse origine dagli Obertenghi, signori di Milano e della Liguria occidentale verso la fine del X secolo; analoga origine ebbero le famiglie Pallavicino, Cavalcabò e Malaspina. Oberto I, marchese della Liguria, conte di Luni e conte palatino, vicario imperiale fu il capostipite delle quattro casate.
Guido di Toscana, che visse nel X secolo, era un discendente degli antichi duchi e marchesi della Toscana, figlio di Adalberto II. Il figlio Adalberto III in un documento del 1011 viene ricordato col titolo di marchese, attribuito solo ai governanti di una delle marche o province in cui era divisa l'Italia. Nel caso di Adalberto III si trattava della Marca obertenga, che comprendeva la Lombardia e la Liguria. Discendenti furono Oberto I, Oberto II, Alberto Azzo I e Alberto Azzo II d'Este.
Alberto Azzo II ebbe tre figli: Folco, Guelfo e Ugo.
- Da Folco trasse origine il ramo italiano degli Este, che vide susseguirsi marchesi e duchi sino al 1859.
- Da Guelfo IV d'Este trasse origine il ramo tedesco col casato dei Welfen. Guelfo IV fu adottato dallo zio materno Guelfo III di Carinzia e gli succedette come duca di Carinzia cambiando il cognome per perpetuarne la discendenza che altrimenti si sarebbe estinta con lo zio. Guelfo divenne duca di Baviera nel 1070 e originò il ramo cadetto dei Welfen dal quale discendono gli Hannover, che furono prima duchi di Brunswick-Lüneburg e poi di Brunswick, re di Hannover, re di Gran Bretagna, d'Irlanda e re del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda.
- Ugo si trasferì in Francia, e divenne conte della regione del Maine.
Estensi[modifica]
Aldobrandino I d'Este. Azzo VI d'Este.
Da Oberto I e dal figlio Oberto II trae origine il ramo italiano degli Este. Alberto Azzo II d'Este, conte di Lunigiana e Milano, signore di Este e Rovigo, è il capostipite della casata. Alberto Azzo II d'Este. Folco I d'Este.
La dinastia proseguì poi con l'altro figlio di Azzo II, Folco I d'Este. Folco I ebbe alcune difficoltà nei momenti iniziali della sua signoria, ma le disposizioni del padre, che lasciavano a lui ed ai suoi discendenti il possesso dei territori italiani, fece sì che i fratelli si trasferissero; Ugo in Francia e Guelfo In Germania.
Occorre ricordare la situazione a Ferrara in quel periodo, tale da rendere possibile l'affermazione della casata estense. Varie famiglie, tra queste i Canossa, si erano contese il suo territorio, la città risultava ancora formalmente retta da un governo comunale, attorno al 1122 si ebbe una prima rovinosa rotta del Po a Ficarolo, seguita da numerose altre, nel 1135 venne eretta la nuova cattedrale, altre potenti famiglie iniziarono a contendersi il controllo della cosa pubblica (Salinguerra e Torelli) inoltre si dovevano affrontare difficoltà economiche legate alle mutate condizioni sia commerciali (deviazione del corso del Po) sia di rapporti con i centri di potere più vicini, come Bologna, Ravenna e Venezia, oppure relativamente più lontani come Milano e Firenze.
Alberto Azzo II d'Este, al potere fino al 1097, fu marchese della città di Este Fu il primo signore di Ferrara, podestà di Mantova e Verona. Mentre si trovava a Verona i Salinguerra cacciarono gli Este da Ferrara, quindi Azzo VI si trovò a dover combattere con Salinguerra Torelli e con Ezzelino il Monaco, suo alleato. L'imperatore Ottone IV di Brunswick scese in campo in suo favore e ottenne una tregua tra le forze contrapposte. L'imperatore Ottone IV, intanto, venne scomunicato, e Azzo VI, mutando strategia, prese le parti del papa combattendo stavolta al fianco di Federico II, destreggiandosi in modo molto attento con le alleanze. Morì nel 1212, senza riuscire a vedere gli effetti della sua diplomazia.
Marchesi d'Este[modifica]
Niccolò III d'Este. Obizzo II d'Este. Fresco d'Este. Aldobrandino II d'Este. Obizzo III d'Este. Aldobrandino III d'Este. Niccolò II d'Este. Statua di Alberto V d'Este posta sulla Cattedrale di San Giorgio di Ferrara. Niccolò III d'Este. Leonello d'Este. Il Castello Estense in un'immagine di Paolo Monti del 1965. Il titolo di marchesi d'Este può essere inteso come riferito alla casata oppure al luogo al quale si riferisce l'investitura, cioè la cittadina di Este.
Obizzo I d'Este, al potere fino al 1193 fu il primo della casata a scegliere Ferrara come dimora per la sua corte e fu il primo che poté fregiarsi del titolo di marchese d'Este riferito alla città di Ferrara (Marchiobes de Este, dal nome dalla città di Este, non compare nei documenti storici ufficiali prima del 1171.), godé di grande prestigio e, quando ebbe l'occasione, nel 1177, di prendere parte alle trattative di pace tra l'imperatore Federico Barbarossa ed il Papa Alessandro III si recò a Venezia con una scorta di 180 armati.
Azzo VI d'Este, al potere fino al 1212, fu il primo signore di Ferrara, podestà di Mantova e Verona. Mentre si trovava a Verona i Salinguerra cacciarono gli Este da Ferrara, quindi Azzo VI si trovò a dover combattere con Salinguerra Torelli e con Ezzelino il Monaco, suo alleato. L'imperatore Ottone IV di Brunswick scese in campo in suo favore e ottenne una tregua tra le forze contrapposte. L'imperatore Ottone IV, intanto, venne scomunicato, e Azzo VI, mutando strategia, prese le parti del papa combattendo stavolta al fianco di Federico II, destreggiandosi in modo molto attento con le allenze. Morì nel 1212, senza riuscire a vedere gli effetti della sua diplomazia.
Aldobrandino I d'Este, al potere dal 1212 al 1215, dopo la morte del padre, continuò nella sua politica di sostegno a Papa Innocenzo III ed al futuro imperatore Federico II e di contrasto all'imperatore Ottone. Venne coinvolto su vari fronti; i padovani con Ezzelino il Monaco assalirono la rocca d'Este e la conquistarono, costringendolo a cedere la città da cui la dinastia traeva il nome, a Ferrara ottenne un accordo con i Salinguerra e tentò di difendere la Marca di Ancona. Per organizzare un esercito fu costretto a chiedere un prestito ai banchieri di Firenze che vollero come ostaggio a garanzia del pagamento il fratello, Azzo VII. Quando sembrava ormai aver riconquistata Ancona, Aldobrandino morì per cause misteriose, a soli 25 anni. In seguito la Marca di Ancona non appartenne più agli Este, anche se sino al 1330 la dinastia continuò a fregiarsi del titolo. A Ferrara intanto i Salinguerra presero il potere (e lo mantennero per 18 anni).
Azzo VII d'Este, al potere dal 1222 al 1264, venne riscattato dai banchieri fiorentini e tentò di riconquistare Ferrara a lungo, senza riuscirvi. I Salinguerra lo invitarono in città tendendogli una trappola, dalla quale si salvò a fatica ma nella quale molti dei suoi furono uccisi. La sua reazione lo portò ad assalire il castello della Fratta, dominio dei Salinguerra, vi uccise molti della loro fazione, venne nominato difensore della Chiesa nella lotta contro Ezzelino III da Romano da papa Innocenzo IV e nel 1240 riconquistò definitivamente Ferrara. Il ritorno a Ferrara dopo quasi un ventennio di assenza a causa della famiglia Salinguerra avvenne solo grazie all'alleanza con la Repubblica di Venezia. La Serenissima in cambio ottenne importanti vantaggi commerciali e la presenza, presso la corte estense cittadina, di un visdomino, un suo alto magistrato con compiti di ambasciatore e controllore.
Obizzo II d'Este fu marchese, signore a vita di Ferrara dal 1264, signore di Modena nel 1288 e di Reggio Emilia dal 1289 al 1293. Dante gli riserva il girone dei violenti per la sua vita fortemente segnata da lotte anche sanguinose. Quando arrivò al potere seppe ottenere l'appoggio dell'arcivescovo di Ravenna per rendere stabile il dominio estense a Ferrara che, essendo feudo papale, rese gli Este vicari papali. Morì probabilmente ucciso dai due figli maggiori, Aldobrandino e Azzo, perché aveva indicato come suo successore il figlio minore Francesco.
Azzo VIII d'Este fu al potere dal 1293 al 1308. Nei primi anni fu osteggiato dai fratelli maschi sostenuti dal modenese Lanfranco Landone e dalla famiglia Boschetti. Azzo VIII prevalse e iniziò a stringere alleanze con le signorie confinanti per tentare di rinsaldare il suo dominio, coinvolgendo in questa politica anche Milano, visto che la sorella Beatrice si era sposata con Galeazzo I Visconti. Nel 1305 ebbe problemi con Modena e Reggio perché sia Bologna sia Parma ripresero le ostilità contro queste due città e la situazione divenne più difficile quando contro gli Estensi si schierarono anche Verona e Mantova. Nei primi mesi del 1306 Modena e Reggio vennero perdute. Il suo testamento che lasciava al nipote Folco tutti i possedimenti causò, alla sua morte, un periodo di conflitti per la successione che portò alla prima guerra di Ferrara. Ferrara, Modena e Reggio per alcuni anni vennero perdute dalla casata. Per un breve periodo, malgrado le sue diverse disposizioni, gli succedette Fresco d'Este.
Fresco d'Este rimase al potere per pochi mesi nel 1308, in un periodo di difficoltà della casata che perse per vari anni il dominio di Ferrara e dei territori ad essa legati. Questo avvenne perché Azzo VIII nel testamento aveva disposto che la signoria passasse al nipote Folco mentre il podestà di Ferrara aveva invece decretato che la successione sarebbe toccata a Fresco. Aldobrandino II d'Este e Francesco si opposero e chiesero l'intervento di papa Clemente V. Intervennero i veneziani ma le truppe pontificie riuscirono ad ottenere il controllo su Ferrara che per quasi nove anni, dal 309 al 1317, tornò sotto il diretto controllo dello Stato Pontificio. Fresco riparò a Venezia e vi rimase col figlio Folco sino alla sua morte, che avvenne nel 1312.
Gli Este quindi perdettero per un certo periodo dall'inizio del XIV secolo i loro diritti ereditari. A Ferrara vennero costretti a cedere la signoria dal 1308 al 1317, a Modena dal 1306 al 1336 ed a Reggio dal 1306 al 1415. Questo rese difficile stabilire, in quegli anni, le successioni al potere, che furono ulteriormente complicate da discordie tra gli stessi eredi della casata.
Aldobrandino II d'Este salì al potere dal 1317 al 1326, in un periodo di rapporti molto difficili con il papato. Figlio di Obizzo II d'Este, alla morte del fratello maggiore Azzo VIII d'Este divenne solo formalmente marchese di Ferrara.
Obizzo III d'Este divenne signore di Ferrara dal 1326 al 1352 ma riuscì a riconciliarsi col papa solo nel 1344, riottenendo così da papa Clemente VI il vicariato sulla città. Da Manfredo I Pio ottenne nel 1336 la città di Modena in cambio di Carpi e San Marino. Quando morirono i fratelli (Rinaldo e Nicolò) rimase unico signore della città. Nel 1344 espanse i suoi domini anche verso Parma ma non riuscì mai a riconquistare la città di Reggio.
Aldobrandino III d'Este fu al potere dal 1352 al 1361. All'inizio tentò di raggiungere un accordo con Francesco d'Este, che viveva a Venezia, ma questi, sostenuto anche dal cugino Rinaldo, si oppose ed ottenne il sostegno dei Da Carrara di Padova, dei Malatesta di Rimini e dei Gonzaga di Mantova. Aldobrandino a sua volta ricevette il sostegno di Cangrande II della Scala e seppe ottenere da Carlo IV di Lussemburgo per sé e per il casato degli Estensi la signoria di Modena e Frignano. Fu per breve tempo in conflitto con i Visconti di Milano e per le contese sul dominio di Bologna si tenne su posizioni neutrali ottenendo in tal modo la riconferma del vicariato di Ferrara.
Niccolò II d'Este, al potere dal 1361 al 1388. Nei primi anni si alleò con Padova, Verona e Mantova contro Bernabò Visconti. Ottenne la protezione di papa Urbano V, abbellì Ferrara con alcuni edifici monumentali come come ad esempio, il monastero di San Guglielmo. Un fatto tragico e importante avvenne il 3 maggio 1385, quando una folla inferocita assalì la cancelleria della corte e anche le forze del marchese non poterono opporsi. Il massimo magistrato, ritenuto responsabile delle politiche fiscali necessarie alla vita di corte ma in realtà esecutore delle volontà del signore, Tommaso da Tortona, venne abbandonato dal marchese al suo tragico destino e ucciso dai rivoltosi. Pochi mesi dopo, sedata la rivolta, Niccolò II fece iniziare la costruzione del Castello Estense, affidandone il progetto a Bartolino da Novara. Il castello nacque così prioritariamente come difesa della corte contro i suoi stessi sudditi e divenne in seguito una principesca dimora rinascimentale.
Alberto V d'Este, al potere dal 1388 al 1393. Appena insediato come signore di Ferrara, succedendo al fratello Niccolò II, dovette far fronte alla rivolta di Obizzo, figlio di Aldobrandino, e della madre Beatrice da Camino. Superato il pericolo e dopo aver messo a morte tutti i congiurati si dedicò alla guida del marchesato alleandosi con Gian Galeazzo Visconti e mantenendo buoni rapporti col papa. Si recò anche a Roma, come penitente, ottenendo da Papa Bonifacio IX riconferme riguardo ai diritti della casata, l'annullamento di debiti e la concessione a fondare lo Studio di Ferrara. Anche durante la sua signoria continuarono le guerre, in particolare contro Firenze, Bologna e Padova e intanto Ferrara si arricchì di importanti architetture, come il palazzo Paradiso e la villa di Belfiore.
Niccolò III d'Este, al potere dal 1393 al 1441. Rese Ferrara un grande centro culturale rinascimentale, anticipando l'azione dei suoi successori. Arrivò al potere giovanissimo, a soli 10 anni. Ebbe indubbie qualità diplomatiche e strategiche, ottenendo significativi risultati in molti campi. Seppe mantenere un atteggiamento prudente con le alleanze dovendo difendersi ad esempio da Padova, Venezia e Parma. Fece di Ferrara un nodo di interessi tanto da farvi tenere una sessione del Concilio che doveva trattare i rapporti con la Chiesa ortodossa, combattere le eresie e riformare la Chiesa cattolica. Riuscì ad annettere nuove terre alla signoria, come la Garfagnana, Lugo e territori del Polesine a nord del Po. Ottenne il controllo di feudi come Crema, Novara e Castelnuovo di Tortona. Si alleò con Filippo Maria Visconti che gli diede fiducia tanto da far ritenere che il figlio Borso avrebbe potuto diventare un candidato alla successione a Milano. Fu noto anche per la sua intensa attività extraconiugale (fece nascere il detto "di qua e di là dal Po sono tutti figli di Niccolò") e per la tragica vicenda di Ugo e Parisina.
Leonello d'Este, al potere dal 1441 al 1450. Durante i dieci anni nei quali fu marchese di Ferrara la città visse un periodo di grande vivacità culturale ed artistica. Fu un principe letterato e, forse unico tra tutti Este, credette fortemente nel valore della cultura. Per raggiungere l'obiettivo di rafforzare la situazione sempre precaria dello stato mirò al mantenimento della pace muovendosi con attenzione sul piano diplomatico e rilanciò lo Studio di Ferrara facendovi arrivare personalità che in seguito diedero vita ad un importante circolo letterario (ad esempio Angelo Decembrio, Tito Vespasiano Strozzi e Guarino Veronese).
Secondo lo storico dell'arte Hermann Gundersheimer nel periodo compreso tra l'ascesa al potere di Leonello d'Este (1441) e la fine del ducato di Ercole I d'Este (1505) si concentrarono eventi che si possono ritenere come il momento centrale del dominio estense e dello splendore della città di Ferrara. In quei 64 anni si realizzò la massima espansione territoriale della signoria, vennero create alcune delle più significative opere architettoniche, vennero prodotti grandi lavori letterari e venne perfezionato il modello del "dispotismo rinascimentale".
Duchi di Ferrara, Modena e Reggio (1452-1598)[modifica]
Ritratto di Borso d'Este, ultimo marchese e primo duca di Ferrara. Ritratto di Ercole I d'Este, duca di Ferrara. Ritratto di Alfonso I d'Este, duca di Ferrara. Ritratto di Ercole II d'Este, duca di Ferrara. Ritratto di Alfonso II d'Este, ultimo duca di Ferrara. Duchi di Ferrara, Modena e Reggio furono storicamente solo cinque sovrani con le rispettive consorti. Il primo tra questi, Borso, ottenne l'investitura durante la sua signoria, e successe a Leonello d'Este col titolo di marchese, titolo che conservò a lungo.
Borso d'Este, al potere dal 1450 al 1471, fu il primo a portare il titolo di duca della casata estense. Nel 1452 lo ricevette da Federico III d'Asburgo, divenendo duca di Modena e Reggio e nel 1471 analogo titolo gli venne da Papa Paolo II.
Modena e Reggio facevano parte in quel periodo dei territori soggetti al Sacro Romano Impero, mentre Ferrara si trovava tra quelli soggetti alla Chiesa. Nel ventennio durante il quale fu signore indiscusso tentò senza successo di ampliare i confini territoriali dedicando tuttavia molte energie per ottenere le investiture ducali che, nel caso della nomina papale, arrivò a pochi mesi dalla sua morte. Fu personalità molto attenta alla sua immagine, e sono divenute famose alcune sue grandiose parate tese ad esaltare sia la grandezza del casato sia la sua personale. Un'interpretazione storica più critica vede la sua nomina a duca da parte del papa come una forma di sottolineatura dello stato di feudo di Ferrara nei confronti dello Stato Pontificio, inoltre ne ridimensiona le virtù di buon governo, malgrado la sua celebrazione pittorica, in particolare in palazzo Schifanoia.
Ercole I d'Este, al potere dal 1471 al 1505, sposò Eleonora d'Aragona, figlia di Ferdinando I di Napoli, a dimostrazione del prestigio che godeva a quel tempo la casata estense. Sin dall'inizio della sua signoria venne impegnato dalla Serenissima che intendeva estendere il territorio sotto il suo controllo e durante gli scontri che ne seguirono perse i domini estensi nel Polesine veneto a favore dei veneziani ma rinsaldò il suo controllo nelle terre a sud del Po. Ebbe difficoltà anche con la discesa in Italia di Carlo VIII di Francia, ma in questo secondo caso seppe destreggiarsi con più fortuna nelle alleanze. Dopo i primi anni di ducato divenne molto abile nel crearsi amicizie e legami, in particolare utilizzando il mezzo del matrimonio tra casate e famiglie al potere.
Suo figlio Alfonso sposò Lucrezia, figlia del papa regnante, la figlia Isabella sposò il signore di Mantova e un'altra figlia, Beatrice, sposò Ludovico il Moro. A lui ed all'architetto di corte Biagio Rossetti si deve l'ampliamento della città, conosciuto come Addizione Erculea, che rese Ferrara la prima città moderna europea. Durante il suo ducato la città di Ferrara raggiunse uno splendore mai visto prima, anche se molto di questo venne pagato dalla popolazione che, specialmente nella sua parte più povera, visse anni difficili.
Alfonso I d'Este, al potere dal 1505 al 1534, fu noto anche come duca artigliere. Abile come uomo di guerra e ottimo conoscitore delle armi più moderne del suo tempo non ebbe uguali capacità sul piano amministrativo e diplomatico. Si scontrò con due papi: Papa Pio III (successore di Papa Alessandro VI del quale aveva sposato in seconde nozze la figlia illegittima Lucrezia) e Papa Giulio II ed arrivò quasi a perdere il ducato di Ferrara. Aderì alla Lega di Cambrai contro Venezia rimanendo alleato di Luigi XII di Francia anche dopo la pace tra i veneziani e Papa Giulio II. Il papa dichiarò il feudo di Ferrara vacante e lo scomunicò nel 1510 ma poco dopo Giulio II morì e Alfonso non subì conseguenze immediate da questo pesante atto del Vaticano che avrebbe potuto avere esiti drammatici.
Tra il 1526 ed il 1527 partecipò alla spedizione di Carlo V d'Asburgo contro il Papa Clemente VII e riottenne la conferma a duca di Ferrara nel 1530. Nel periodo durante il quale fu al potere la dinastia estense attraversò una fase delicata legata alla ribellione dei fratelli di Alfonso, Ferrante e Giulio. I due tentarono di arrivare al governo della città di Ferrara ma furono sconfitti, grazie anche al sostegno che ricevette dall'altro fratello, Ippolito d'Este. I due rivoltosi furono imprigionati nelle segrete del Castello Estense. Ferrante morì ancora prigioniero, dopo 34 anni di carcere, nel 1540, mentre Giulio venne invece liberato solo nel 1559 da Alfonso II d'Este, quasi dimenticato da tutti.
Ercole II d'Este, al potere dal 1534 al 1559, sposò Renata di Francia, figlia del re di Francia Luigi XII e della duchessa Anna di Bretagna. Rese Ferrara un centro culturale importante, anche per la diffusione della Riforma in Italia, creando per questo attriti con la Chiesa. Con il papa e la Francia nel 1556 combatté la Spagna, ottenendo una pace separata nel 1558. Suo fratello, il cardinale Ippolito II d'Este fece costruire la celebre Villa d'Este a Tivoli.
Alfonso II d'Este, al potere dal 1559 al 1597, visse da giovane per lunghi periodi presso la corte francese di Enrico II di Francia, dove si trovava anche quando morì il padre Ercole II d'Este. Tornò subito a Ferrara e tra le sue prime decisioni graziò Giulio d'Este, prigioniero nel castello ormai da 53 anni, e fece allontanare dalla città la madre, Renata di Francia, che non era gradita alla Chiesa. Si alleò con l'Austria e sostenne Massimiliano II d'Asburgo contro i turchi. Mantenne Ferrara tra le grandi capitali culturali del tempo ma durante la sua signoria dovette anche affrontare un terremoto ed un grave periodo di carestie. Ebbe tre mogli: Lucrezia di Cosimo I de' Medici, Barbara d'Austria e Margherita Gonzaga ma morì senza eredi legittimi e il suo successore designato Cesare d'Este non venne riconosciuto dalla Chiesa quindi papa Clemente VIII nel 1598 impose la devoluzione e si riappropriò dell'antico feudo papale riportandolo sotto la sua diretta giurisdizione, esercitata attraverso i cardinali legati.
Estensi a Ferrara[modifica]
Nei diversi secoli che videro gli Este al governo di Ferrara, secondo Marco Folin, questi mostrarono un loro stile diverso rispetto alle altre casate del periodo storico. Nel momento della massima espansione territoriale del ducato controllarono un'area molto ampia a sud del Po ed ebbero un quarto di milione di sudditi. Malgrado le differenze locali tra i vari centri si adattarono e contemporaneamente si sovrapposero alle istituzioni territoriali già presenti. il Quadrivio degli Angeli, il punto più significativo sul piano urbanistico dell'Addizione Erculea, in un'incisione di Andrea Bolzoni del 1747. Nel confronti di Ferrara, in particolare, ebbero molte attenzioni, ampliandola con numerose addizioni (la più importante fu l'Addizione Erculea) sino a darle l'aspetto di una città moderna e la dignità di una capitale. Anche se pochi tra i signori estensi furono veramente consapevoli delle implicazioni culturali del loro governo tutti colsero le ricadute a livello politico che derivavano della protezione delle arti e delle lettere nei confronti delle altre dinastie.
Manifestarono grande tolleranza nei confronti degli ebrei accogliendoli sin dai primi tempi della loro presenza in città, e Ferrara divenne un punto di riferimento per gli esuli da Spagna e Portogallo, forse una delle poche alternative a Praga. E dagli ebrei ne ricevettero enormi vantaggi, ottenendo miglioramenti nei commerci ducali e, non di rado, sostegno economico per le loro imprese.
Diverso fu l'atteggiamento con i protestanti. Nel periodo della permanenza in città di Renata di Francia Ferrara divenne un centro di proselitismo per i calvinisti e questo non poté che creare grosse difficoltà con il Vaticano, tali da diventare una delle premesse per la perdita del feudo.
Duchi di Modena e Reggio (1598-1796)[modifica]
Cesare d'Este, primo duca di Modena e Reggio. Francesco I d'Este ritratto da Diego Velázquez. Alfonso IV d'Este. Laura Martinozzi, duchessa reggente del ducato dal 1662 al 1674. Rinaldo d'Este. Francesco III d'Este. Ritratto di Ercole III d'Este, ultimo duca di Modena e Reggio. Con Alfonso II d'Este ebbe termine la discendenza diretta della famiglia e Ferrara cessò di essere la capitale del ducato. L'imperatore Rodolfo II d'Asburgo riconobbe il cugino di Alfonso, Cesare d'Este come duca di Modena e di Reggio, ma il Papa Clemente VIII si rifiutò di fare altrettanto per Ferrara e con la devoluzione la città tornò alle dirette dipendenze dello Stato Pontificio.
Cesare d'Este, al potere dal 1598 al 1628, nipote illegittimo di Alfonso I d'Este, fu il primo sovrano del ducato di Modena e Reggio dopo la cessazione dello stato del ducato di Ferrara, Modena e Reggio, decretata con la fine del feudo papale di Ferrara, ritornato nell'amministrazione diretta del Vaticano. Visse la sua giovinezza a Ferrara e, dopo il matrimonio con Virginia de' Medici nel 1586, scelse come sua residenza il palazzo dei Diamanti, dove rimase sino al trasferimento della corte nella nuova capitale, Modena. Col trasferimento vennero trasferiti da Ferrara a Modena gli archivi di corte, molti beni appartenuti alla casata come opere d'arte, biblioteca, artiglierie ed altro, spogliando in parte l'antica capitale di beni preziosi. Durante i suoi primi anni al potere venne affiancato da un potente consigliere ducale, il primo ministro Giovanni Battista Laderchi.
Alfonso III d'Este rimase al potere dal 1628 al 1629, per soli sette mesi. Fu una personalità per certi aspetti contraddittoria; fiero difensore dell'onore degli Este sino a diventare assassino per questo ma anche estremamente religioso, legatissimo alla moglie Isabella di Savoia e capace di abdicare in favore del primogenito Francesco facendosi frate cappuccino a Merano. Fondò, col nome di Giambattista da Modena, un monastero a Gorizia, andò a Vienna e ad Innsbruck e poi, alcuni anni dopo, tornò di nuovo a Modena per predicare contro gli ebrei e in difesa di una più rigida morale a corte.
Francesco I d'Este rimase al potere dal 1629 al 1658. Divenuto signore del ducato giovanissimo si dimostrò uno dei sovrani più autoritari tra gli Este. Impose forti tasse al popolo per rafforzare le opere di difesa sul territorio in considerazione del periodo di guerre che stava attraversando l'intera Europa e, da subito, si trovo a dover affrontare anche una tremenda epidemia di peste che colpì in modo pesantissimo pure Modena, portando alla morte quasi metà della sua popolazione. Francesco fuggì dalla città e trasferì la sua corte a Rivalta riuscendo a salvare tutta la sua famiglia. Superati i primi tragici anni cercò di stringere alleanze con Francia e Spagna, e, in un suo viaggio a Madrid, venne ritratto in un celebre dipinto da Diego Velázquez. Francesco fu molto vanitoso, posò per altri ritratti o sculture, come ad esempio per un suo busto scolpito da Gian Lorenzo Bernini nel 1651, e si circondò di una corte accondiscendente ed adulante. Seppe tuttavia anche ascoltare il popolo, e protesse artisti e letterati come Alessandro Tassoni.
Alfonso IV d'Este rimase al potere dal 1658 al 1662, per soli quattro anni. Ottenne il dominio di Correggio con accordi che coinvolsero sia la Francia che la Spagna. Raggiunse tale risultato anche grazie ai consigli di strategia politica che ricevette dal cardinale Giulio Mazzarino, del quale aveva sposato una nipote, la contessa Laura Martinozzi. Tentò di riportare tra i territori estensi anche Ferrara e Comacchio, ma in questo non ottenne alcun risultato.
Laura Martinozzi, al potere come reggente dal 1662 al 1674. Fu l'esponente femminile della casata estense più rilevante nel periodo di Modena e Reggio. Pur non essendo previsto dalla linea di successione fu di fatto duchessa dalla morte del consorte, Alfonso IV, sino a quando il potere le venne sottratto dal figlio Francesco II, arrivato ai quattordici anni, su istigazione di Cesare Ignazio d'Este, che a tal fine ordì una congiura in un momento di assenza da Modena della reggente. Fu duchessa controversa, governò lo stato in un momento difficile ma ne risanò le finanze, fu spietata con alcuni della casata, dura con la comunità ebraica di Reggio che rinchiuse in un ghetto ma capace di grandi atti di carità. A lei si devono i lavori per ultimare il palazzo Ducale di Modena, della Delizia di Sassuolo e la fondazione del monastero della Visitazione a Baggiovara.
Francesco II d'Este ebbe il potere effettivo dal 1674 al 1694. Divenne duca all'età di 2 anni quindi la madre Laura Martinozzi ebbe la reggenza sino al 1674 quando, su istigazione del cugino Cesare Ignazio, venne spodestata. All'iniziò delegò molti incarichi di governo a Ignazio. Nel 1692 sposò Margherita Maria Farnese, principessa di Parma, dalla quale non ebbe figli e morì all'età di 34 anni.
Rinaldo d'Este fu al potere dal 1694 al 1737. Divenne duca di Modena e Reggio dopo essere stato cardinale ed aver lasciato la via ecclesiastica per mantenere la linea ereditaria del ducato alla casata. Sposò Carlotta Felicita di Brunswick-Lüneburg e questo, dopo 600 anni di separazione tra le famiglie Este e Welfen, riunì i casati. Iniziò a tentare di risollevare le condizioni economiche del suo territorio ma la morte di Carlo II di Spagna scatenò la Guerra di successione spagnola che fece sentire le sue conseguenze anche a Modena e Reggio; le truppe francesi invasero Modena da Reggio e Rinaldo riparò a Bologna. Nel 1706 le truppe tedesche, alle quali Rinaldo si era alleato, riconquistarono il ducato e così gli Este riottennero il controllo che avevano perduto ma trovarono un ducato in condizioni economiche ancora peggiorate. Si ebbero poi nuove invasioni territoriali in seguito alla guerra di successione polacca ma, alla fine delle guerre, ottenne la Contea di Novellara. Quando morì la reggenza andò brevemente alle figlie Benedetta e Amalia poiché l'erede designato Francesco III d'Este si trovava in Ungheria al servizio dell'imperatore Carlo VI d'Asburgo per combattere contro l'Impero ottomano.
Francesco III d'Este fu al potere dal 1737 al 1780. Alla morte del padre si trovava in Ungheria e rientrò a Modena alla fine del 1737 mentre la moglie Carlotta Aglaia di Borbone-Orléans, che era a Parigi, lo raggiunse a Modena solo alla fine del giugno 1739. Perse per un breve periodo il controllo del ducato, divenne ufficiale nell'esercito spagnolo e riottenne il ducato con la pace di Aquisgrana. Per risanare i bilanci dello stato sempre in cattive condizioni vendette molti tra i quadri della Galleria Estense ad Augusto III di Polonia che li trasferì a Dresda. Questa, che fu definita la vendita di Dresda, fu una delle più gravi alienazioni del patrimonio pittorico italiano. Intanto il ducato aveva raggiunto un periodo di pace e Francesco combinò il matrimonio della nipote Maria Beatrice Ricciarda con l'arciduca Ferdinando d'Asburgo-Lorena ma la carica ducale, che era rimasta agli Este, ormai aveva solo funzioni onorifiche poiché il potere era gestito quasi direttamente dall'imperatore a Vienna.
Ercole III d'Este, al potere dal 1780 al 1796, fu l'ultimo duca Modena e Reggio. Venne deposto dai francesi e morì nel 1803. Sua figlia Maria Beatrice sposò un figlio dell'imperatore Francesco II d'Asburgo-Lorena, l'arciduca Ferdinando d'Austria, dando così inizio al ramo degli Asburgo-Este.
Duchi di Modena, di Reggio, di Massa e Principi di Carrara (1814-1859)[modifica]
Dopo la restaurazione il ducato venne ricostituito ed il figlio di Maria Beatrice, Francesco IV d'Asburgo-Este, regnò come duca di Modena, Reggio, Massa e Principe di Carrara. Gli successe il figlio Francesco V d'Asburgo-Este, che fu deposto nel 1859 e il ducato fu annesso nel 1860 al Regno di Sardegna. Il ducato ebbe perciò vita molto breve, dal 1814 al 1859.
Welfen[modifica]
Guelfo IV, duca di Baviera Carlotta Felicita di Brunswick-Lüneburg.
La casata Welfen ebbe solo le origini in comune con gli Este, rappresentate da Alberto Azzo II d'Este (1009 - 1097), figlio di Alberto Azzo I, che è considerato il progenitore dei Guelfi Duchi di Baviera, dei conti e poi Duchi di Brunswick-Lüneburg, dei Duchi di Sassonia-Lauenburg e degli elettori Hannover, da cui derivarono i Re di Gran Bretagna e di Irlanda. Carlotta Felicita di Brunswick-Lüneburg (1671 - 1710), sposò Rinaldo d'Este, riunendo dopo 600 anni i due rami della originaria casa. Tra i Welfen si possono ricordare alcuni importanti membri:
- Guelfo IV d'Este (? - 1101), duca di Baviera;
- Enrico IX di Baviera (1074 - 1126), duca di Baviera;
- Enrico X di Baviera (~1108 - 1139), duca di Baviera e duca di Sassonia;
- Enrico il Leone (1129 - 1195), duca di Baviera e duca di Sassonia;
- Guglielmo di Winchester (1184 -1213), signore di Luneburgo;
- Ottone I di Brunswick-Lüneburg (1204 - 1252), primo duca di Brunswick-Lüneburg;
- Alberto I di Brunswick-Lüneburg (1236 - 1279), duca di Brunswick-Lüneburg;
- Magnus I di Brunswick-Wolfenbüttel (1304 - 1369), duca di Brunswick-Lüneburg;
- Magnus II di Brunswick-Wolfenbüttel (1328 - 1373), duca di Brunswick-Lüneburg;
- Bernardo I di Brunswick-Lüneburg (1362 - 1434), duca di Brunswick-Lüneburg;
- Ernesto I di Brunswick-Lüneburg (1497 - 1546), duca di Brunswick-Lüneburg;
- Guglielmo il Giovane di Brunswick-Lüneburg (1535 - 1592), duca di Brunswick-Lüneburg;
- Giorgio di Brunswick-Lüneburg (1582 - 1641), duca di Brunswick-Lüneburg;
- Giovanni Federico di Brunswick-Lüneburg (1625 - 1679), duca di Brunswick e principe di Calenberg;
- Ernesto Augusto di Brunswick-Lüneburg (1629 - 1698), duca di Brunswick e principe di Calenberg, elettore designato di Hannover. Sposò Sofia del Palatinato, figlia di Elisabetta Stuart;
- Giorgio I di Gran Bretagna (1660 -1727), Re di Gran Bretagna e d'Irlanda.
Altri rami della casa d'Este[modifica]
Marchesi e Principi di San Martino in Rio (1490-1752)[modifica]
Sigismondo I d'Este. Nel 1490 il feudo di San Martino in Rio con Campogalliano, Castellarano, San Cassiano e Rodeglia fu dato al cadetto Sigismondo I d'Este con il titolo di signoria indipendente. Alla fine del XVI secolo, come feudo imperiale, fu elevato a marchesato e nel 1747 a principato. Nel 1752 la linea sigismondina si estinse e sul finire del 1767 il feudo, fin lì concesso alla primogenita dell'ultimo Marchese, fu riassorbito dalla Camera Ducale.
- Sigismondo I d'Este (1433 – 1507), primo Signore di San Martino in Rio, Campogalliano, Castellarano, San Cassiano e Rodeglia.
- Ercole d'Este di San Martino (? - 1523).
- Sigismondo II d'Este (? - 1561).
- Filippo I d'Este (1537 - 1592), primo Marchese di San Martino in Rio.
- Carlo Filiberto I d'Este (1571 - 1652), principe del Sacro Romano Impero (1625).
- Filippo II Francesco d'Este (1621 - 1653).
- Carlo Emanuele d'Este (1622 – 1695).
- Sigismondo III d'Este (1647 - 1732).
- Carlo Filiberto II d'Este (1678 - 1752), ultimo principe e marchese di San Martino in Rio.Torrione della rocca di Scandiano.
Marchesi di Montecchio[modifica]
La linea trasse origine da Alfonso d'Este, figlio del duca Alfonso I d'Este, al quale il padre aveva assegnato importanti possedimenti. L'imperatore Ferdinando I d'Asburgo nel 1569 aveva elevato il Titolo a Marchesato di Montecchio ai discendenti di Alfonso d'Este.
Marchesi di Scandiano[modifica]
- Luigi I d'Este (1594 - 1664)
- Luigi II d'Este (1648 - 1698)
- Foresto d'Este (1652 - 1725)
Ramo di Tortorici[modifica]
Un ramo degli Este si è trapiantato a Tortorici in Sicilia nella metà del XVI secolo, forse a causa di dissidi con il ramo ducale. La città di Tortorici, si riscattò dal dominio feudale nell'anno 1628, divenendo la 41ª città demaniale del Regno di Sicilia. I membri del ramo di Tortorici, per oltre tre secoli ricoprirono importanti cariche pubbliche ed appartengono alla casata ducale d'Este Orioles.
In documenti del 1586 esistenti tuttora, risultano citati Domenico, Antonino, Cesare e Giacomo D'Este. Da Antonino, nacque Vincenzo e Francesco (morto nel 1637), il cui figlio Antonino risulta essere il capostipite del ramo d'Este Orioles. Dai castelli di Arriols ed Orriols, scrisse Mugnos, "appò noi Orioles, nella Spagna, originaria di Re Goti, perocché veggiamo taluni capi di essa figurare tra i principi di Catalogna e i Conti di Barcellona", come da Regio Diploma dato a Capua il 20 giugno 1442.
Beringario, figlio di Bernardo celebre nelle guerre di Spagna, trapiantò questa discendenza a Tortorici in Sicilia, accompagnando Re Pietro d'Aragona, dal quale in compenso dei militari servigi si ebbe il castello e la terra di Sampiero sopra Patti, la terra di Racuja ed il governo e la castellania di Taormina. Si distinsero Beringario Barone di Ucria, Cianciana, Piraino, Martini, Fabbrica, Solicito, Cominiti, Manfredo stratigoto di Messina e camerlengo di Re Alfonso nel 1427, Pietro cavaliere gerosomilitano, Giovanbattista Barone di Fontanafredda e Beringario III, milite aurato nel 1393.
Il Palazzolo Gravina, ci tramanda che la stirpe si divise in vari rami
Il ramo che dette origine al cognome d'Este Orioles, è quello di Beringario III Barone di Sampiero sopra Patti e Barone di Racuja, padre di Melchiorre da cui Francesco, sindaco generale di Tortorici nel 1637. Nipote di Donna Felicita dei Baroni di Sampiero sopra Patti, figlia di Orazio Orioles che fece sbocciare il ramo principesco di Castelforte, e fu la prima ad essere investita di quel Titolo concesso con privilegio il 23 giugno 1656, esutoriato del 23 dicembre 1657. Regnante Filippo IV° di Spagna e III° di Sicilia, dall'unione in matrimonio di Francesco e Donna Angila Romeo, nacque Donna Ioanna Orioles che sposerà il 03 febbraio 1662 Antonino d'Este. Con lettera patente nel 1663 dal viceré di Sicilia, il Duca di Sermoneta Francesco Maria Caetani, Antonino diverrà Conte al ramo d'Este Orioles e Signore di San Giuliano Il Duca di Modena Ercole III d'Este, in data 30 ottobre 1798, con provvedimento di Giustizia, concesse al Ramo di Tortorici il Titolo ducale, di conseguenza i discendenti delle città di Tortorici e Civitavecchia sono pretendenti al titolo ducale ancora nel XXI secolo.
Eredi della casa d'Este[modifica]
Castello di Wildenwart, che fu proprietà di Francesco V d'Asburgo-Este. La dinastia d'Austria-Este si estinse nella linea maschile con la morte di Francesco V d'Austria-Este, già deposto nel 1859 e morto nel 1875. Francesco V, dal momento della sua deposizione sino a quello della morte tentò di mantenere viva la possibilità di ricostituire lo Stato di Modena, Reggio e Carrara ed impose come condizioni testamentarie non derogabili alla sua successione che fossero conservati titolo e stemma di arciduca d'Austria-Este conservando così il nome degli Este nella dinastia d'Asburgo-Lorena. Come altra condizione ci fu quella, alternativa, di far continuare la dinastia ad un principe di Borbone ma non ad un Wittelsbach di Baviera, e che in ogni caso il successore parlasse la lingua italiana. Nominò erede l'arciduca Carlo Ludovico d'Asburgo-Lorena, fratello minore dell'imperatore Francesco Giuseppe I d'Austria, che in tal modo divenne d'Austria-Este. L'imperatore Francesco Giuseppe suggellò tale discendenza nell'arciduca Francesco Ferdinando che prese il nome d'Austria-Este e nel 1896 divenne principe ereditario dell'impero asburgico.
I figli dell'arciduca Francesco Ferdinando erano nati da un matrimonio morganatico e l'imperatore designò il pronipote di questi, Roberto d'Asburgo-Este, secondogenito del futuro imperatore Carlo I d'Austria-Ungheria, come successore nella linea ereditaria Asburgo-Este. Roberto era discendente di Ercole III d'Este, e il sangue degli ultimi duchi d'Este era così unito ancora al nome degli Asburgo-Este anche grazie alla madre Zita di Borbone-Parma, pronipote di Teresa di Savoia, duchessa di Lucca e Parma, che era figlia di Maria Teresa d'Asburgo-Este.
La tradizione dinastica è mantenuta da Lorenzo d'Asburgo-Este, figlio maggiore dell'arciduca Roberto d'Asburgo-Este e sposato con la principessa Astrid del Belgio, unica figlia di Alberto II dei Belgi. Dal 1991 i figli della coppia hanno il titolo di arciduca (arciduchessa) d'Austria-Este e principe (principessa) del Belgio. Nel 1995 Lorenzo ha ricevuto il titolo addizionale di principe del Belgio. Il maggiore dei loro figli è il principe Amedeo, arciduca d'Asburgo-Este, nato nel 1986.
La patrilinearità diretta degli Este, distaccandosi dal ramo italiano, continua col ramo tedesco e con i discendenti di Guelfo IV d'Este. Guelfo fu duca di Baviera e, sposando Giuditta di Fiandra, originò il casato dei Welfen quindi il casato di Hannover. Secondo questa linea il discendente diretto degli Este è il principe Ernesto Augusto di Hannover.
Nobili e sovrane della famiglia d'Este[modifica]
Busto di Isabella d'Este, opera di Giovanni Cristoforo Romano. Busto di Lucrezia d'Este, opera di Antonio Canova. Maria Beatrice d'Este.
- Beatrice d'Este (1215 – 1245), figlia di Aldobrandino I d'Este, sposò Andrea II d'Ungheria e fu regina consorte d'Ungheria
- Taddea d'Este (1365 – 1404), figlia di Niccolò II d'Este e Verde della Scala, fu sposa di Francesco II da Carrara quindi ultima Signora consorte di Padova della famiglia Da Carrara.
- Ginevra d'Este (1419 – 1440), figlia di Niccolò III d'Este e Parisina Malatesta, fu sposa di Sigismondo Pandolfo Malatesta quindi Signora consorte di Rimini.
- Isabella d'Este (1474 – 1539), figlia di Ercole I d'Este e Eleonora d'Aragona, sposò Francesco II Gonzaga, marchese di Mantova. Fu tra le personalità più influenti del Rinascimento.
- Beatrice d'Este (1475 – 1497), figlia di Ercole I d'Este e Eleonora d'Aragona, sposò Ludovico il Moro e fu duchessa di Milano e di Bari.
- Eleonora d'Este (1515 - 1575), figlia di Alfonso I d'Este e Lucrezia Borgia.
- Isabella Maria d'Este (1519 – 1521), figlia di Alfonso I e Lucrezia Borgia.
- Anna d'Este (1531 – 1607), figlia primogenita di Ercole II d'Este e Renata di Francia. In prime nozze sposò Francesco I di Guisa e fu duchessa d'Aumale, poi di Guisa; in seconde nozze sposò Giacomo di Savoia-Nemours divenendo duchessa di Nemours e del Genevese.
- Lucrezia d'Este (1535 – 1598), figlia di Ercole II e Renata di Francia. Sposò Francesco Maria II Della Rovere e fu duchessa di Urbino.
- Eleonora d'Este (1537 - 1581), ultima figlia di Ercole II e Renata di Francia.
- Laura d'Este (1590 o 1594 – 1630), figlia di Cesare d'Este e Virginia de' Medici. Sposò giovanissima Alessandro I Pico della Mirandola e fu duchessa consorte di Mirandola e marchesa di Concordia.
- Eleonora d'Este (1595 - 1661), figlia di Cesare d'Este e Virginia de' Medici, entrò giovanissima nel monastero di Santa Chiara di Carpi del quale divenne badessa.
- Margherita d'Este (1619 – 1692), figlia di Alfonso III d'Este e Isabella di Savoia. Sposò Ferrante III Gonzaga e divenne duchessa consorte di Guastalla.
- Anna Beatrice d'Este (1626 – 1690) , figlia di Alfonso III e Isabella di Savoia. Sposò Alessandro II Pico della Mirandola e divenne duchessa consorte della Mirandola, oltre ad essere principessa di Modena e Reggio, del Sacro Romano Impero, signora consorte di Concordia e di San Martino in Spino e Cividale.
- Isabella d'Este (1635 - 1666), figlia di Francesco I d'Este e Maria Farnese. Sposò Ranuccio II Farnese e fu duchessa consorte di Parma e Piacenza.
- Eleonora d'Este (1643 - 1722), figlia di Francesco I e Maria Farnese. Si fece suora col nome di Maria Francesca dello Spirito Santo e viene considerata venerabile dalla Chiesa cattolica.
- Maria d'Este (1644 – 1684), figlia di Francesco I e Maria Farnese. Fu la seconda moglie di Ranuccio II Farnese (dopo la sorella Isabella, morta nel 1666) e come tale duchessa consorte di Parma e Piacenza.
- Maria Beatrice d'Este (1750 - 1829), figlia di Ercole III d'Este e Maria Teresa Cybo-Malaspina (ultimi duchi di Modena e Reggio) fu sposa di Ferdinando d'Asburgo-Este e sua volta l'ultima duchessa di Massa e principessa di Carrara.
Altre personalità maschili della famiglia d'Este[modifica]
Ippolito d'Este (1502-1531)
- Azzo V d'Este (1125 – 1193), figlio di Obizzo I d'Este, legato alla vicenda del rapimento di Marchesella Adelardi che probabilmente sposò portando le ingenti ricchezze degli Adelardi alla casata.
- Contardo d'Este (1216 – 1249), figlio di Azzo VII d'Este. È annoverato tra i santi.
- Francesco d'Este (? - 1312), marchese d'Este, figlio di Obizzo II d'Este.
- Taddeo d'Este (1390 circa - 1448), condottiero, figlio di Azzo IX d'Este, nel 1439 difese Brescia contro Niccolò Piccinino.
- Ugo d'Este (1405 – 1425), figlio di Nicolò III d'Este.
- Bertoldo d'Este (1434 - 1463), figlio di Taddeo d'Este, condottiero al servizio dei veneziani.
- Bertoldo I d'Este (? - 1343), Marchese d'Este, sposò Caterina da Camino.
- Francesco d'Este (1325 -1384), Marchese d'Este, sposò Caterina Visconti e Taddea di Barbiano.
- Azzo IX d'Este (1344 - 1415), Marchese d'Este, sposò Tommasina Guarnioni, Ricciarda da Camino e Amabilia di Collalto.
- Bertoldo II d'Este (? - 1463), senza eredi, ultimo marchese della città di Este, Il Marchesato d'Este venne riassorbito dal Ducato di Ferrara.
- Ippolito II d'Este (1509 - 1572), figlio di Alfonso I d'Este e di Lucrezia Borgia arcivescovo di Milano a soli dieci anni.
- Luigi d'Este (1538 - 1586), fratello di Alfonso II d'Este, vescovo e cardinale di Ferrara nel 1561 e legato in Francia nel 1576.
- Almerico d'Este (1641 - 1660), figlio di Francesco I d'Este.
- Borso d'Este (1605 - 1657).
- Carlo Emanuele d'Este (1622 - 1695), dei marchesi di San Martino.
- Rinaldo III (1618 - 1672), fratello di Francesco I d'Este, fu cardinale nel 1641 e fu chiamato a Modena nel 1647 a reggere lo stato.
Principali edifici militari e civili legati agli Este[modifica]
L'ingresso della Delizia di Belriguardo. Palazzo Caserma Ducale Santa Margherita Rocca estense di San Felice sul Panaro Castello Campori Rocca di Castellarano Rocca estense di San Martino in Rio
Ferrara[modifica]
Un primo nucleo fondamentale di strutture edificate dalla famiglia è costituito dalle Delizie estensi, quasi tutte nel territorio della provincia di Ferrara. Queste rappresentano in modo significativo la capacità degli Este di influenzare culturalmente, nel periodo rinascimentale, il paesaggio del Delta del Po e del resto del territorio ferrarese, contribuendo così a far inserire la città nella lista dei Patrimoni dell'umanità. Alcune strutture meritano una particolare attenzione:
- Castello Estense
- Palazzo Municipale
- Palazzo dei Diamanti
- Palazzo Paradiso
- Palazzo Schifanoia
- Palazzina di Marfisa d'Este
- Palazzo Tassoni Estense
- Palazzo Trotti Mosti d'Este
- Delizia di Benvignante (Argenta)
- Rocca di Stellata (Bondeno)
- Palazzo Mosti (Bondeno)
- Rocca di Cento (Cento)
- Palazzo del Governatore (Cento)
- Delizia di Copparo (Copparo)
- Villa della Mensa (Copparo)
- Castello di Mesola (Mesola)
- Delizia del Verginese (Portomaggiore)
- Delizia di Belriguardo (Voghiera)
- Casino di caccia La Tagliata (Codigoro)
- Torre Tieni (Fiscaglia)
- Delizia di Migliaro - Casa Pavanelli (Fiscaglia)
Modena[modifica]
- Palazzo Ducale
- Accademia Ducale Scienze lettere arti Palazzo Coccapani Imperiali
- Collegio dei Nobili san Carlo
- Albergo dei Poveri Galleria Estense
- Castello delle Rocche (Finale Emilia)
- Castello di Formigine (Formigine)
- Cappelletta del Duca Medolla
- Palazzo Ducale (Sassuolo)
- Palazzo Ducale (Pavullo nel Frignano)
- Rocca estense di San Felice sul Panaro (San Felice sul Panaro)
- Bosco della Saliceta (San Felice sul Panaro)
- Castello di Sestola (Sestola)
- Rocca di Vignola (Vignola)
A Modena e provincia sono presenti anche:
- Palazzo Caserma Ducale Santa Margherita
- Carcere Ducale Santa Eufemia
- Carcere Ducale Saliceta San Giuliano
- Collegio dei Nobili san Carlo Zocca
- Collegio dei Nobili Villa Molza Camposanto
- Casino dei Nobili Palazzo Tacoli
- Ospedale Ducale San'Agostino
- Villa Pentetorri Ducale
- Palazzo Ducale Milizia Estense Caserma Santa Chiara
- Palazzo Ducale Intendenza delle Finanze estensi
- Caserma Ducale Cavallerizza e Carrozze dei Dragoni Estensi
- Palazzo Ducale - Palazzo Foresto
- Castello e torre di Baggiovara
- Casino Ducale Lesignana
- Porto e Darsena Ducale di Bomporto
- Castello di Campogalliano
- Villa Ducale del Corletto Formigine
- Castello di Magreta (Formigine)
- Dosile Chiusa Ducale, Magreta
- Bocchetta Chiusa Pincetti, Magreta
- Palazzo Ducale Intendenza della Milizia Mirandola
- Palazzina della Casiglia (Sassuolo)
- Palazzina Ducale detto Ovile (Sassuolo)
- Palazzina del Belvedere Ducale (San Michele dei Mucchietti)
- Tenuta Ducale di Caccia delle Casiglie (Sassuolo)
- Collegio dei Nobili San Carlo (Sassuolo)
- Villa Ducale Conti Sorra (Castelfranco Emilia)
- Ponte Ducale con Torrioni (San Cesario sul Panaro)
- Palazzo Castellazzo Trotti Mosti D'Este (Palagano)
- Palazzina e Bosco Ducale (Lama Mocogno)
- Villa Ferri (San Felice sul Panaro)
- Torrioni Ducali (San Prospero)
- Castello Campori (Soliera)
- Fabbrica Ducale Prodotti Esplodenti (Spilamberto)Castello di Canossa
Reggio Emilia[modifica]
- Palazzo Ducale Reggio Emilia
- Palazzo Ducale (Rivalta) (Reggio Emilia))
- Castello di Canossa (Canossa)
- Palazzo dei Principi (Correggio)
- Castello di Montecchio Emilia (Montecchio Emilia)
- Rocca di Scandiano (Scandiano)
- Castello di Arceto (Scandiano)
A Reggio Emilia e provincia sono presenti anche:
- Palazzo Ducale Caserma Zucchi
- Palazzo Ducale Deposito Stalloni
- Carcere Ducale Forte di Rubiera
- Casino dei Nobili Palazzo Rangoni Macchivelli
- Villa ducale di Rivaltella
- Villa d’Este e la Vasca di Corbelli
- Castello di Brescello (Brescello)
- Rocca di Castellarano (Castellarano)
- Rocca di Castelnovo di Sotto (Castelnovo di Sotto)
- Rocca estense di San Martino in Rio (San Martino in Rio)
- Castello di San Polo d'Enza (San Polo d'Enza)
- Acquedotto del Duca Borso d'Este (San Polo d'Enza)
Garfagnana[modifica]
- Fortezza delle Verrucole
- Fortezza di Mont'AlfonsoVilla d'Este a Cernobbio.
Fondaco dei Turchi a Venezia.
Altre province italiane[modifica]
- Castello di Belgioioso (Pavia)
- Palazzo Estense (Varese)
- Villa Mirabello (Varese)
- Villa d'Este (Cernobbio)
- Villa d'Este (Tivoli)
- Fondaco dei Turchi (Venezia)
- Castello del Catajo (Padova)
- Castello di Este (Este)
- Palazzo Calcagnini Firenze
- Palazzo Ducale (Massa)
- Palazzo Cybo Malaspina (Carrara)
- Rocca Malaspina (Massa)
- Palazzo Del Medico (Carrara)
In altre province italiane sono presenti anche:
- Piramidi Ducali (Abetone)
- Rocca Estense (Lugo)
- Castello di Fusignano (Fusignano)
- Castello di Cotignola (Cotignola)
- Rocca di Conselice (Conselice)
- Rocca estense (Massa Lombarda)
- Castello di Sant'Agata (Sant'Agata sul Santerno)
- Castellaccio o Palazzo Papini (Bagnacavallo)
- Palazzo già Torfanini (Bologna)
- Palazzo Pretorio Castelnuovo Scrivia
- Palazzo Orioles D'Este (Tortorici)
- Palazzo Orioles D'Este (Palermo)
- Castello Malaspina (Carrara)
Altri Paesi[modifica]
- Castello di Wildenwart (Baviera)
- Palazzo Modena (Vienna)
- Modenapark (Vienna)
Motto[modifica]
Non è possibile attribuire in modo certo un motto alla casata degli Estensi. Un motto erroneamente legato a tutta la casata: Ab insomni non custodita Dracone, deve essere in realtà legato ad uno solo dei suoi rappresentanti illustri, il cardinale Ippolito d'Este, fratello di Alfonso I d'Este e figlio di Ercole I d'Este. Il legame fra i tre estensi ed il particolare momento storico nel quale vissero, col ducato di Ferrara, Modena e Reggio nel periodo della sua maggiore importanza, ha alimentato tale convinzione. Wor Bas sulla lapide della torre dei leoni del Castello Estense Nel 1921 è uscito un volume dal titolo Ferrara - Ab insomni non custodita dracone che già dal titolo si riferiva all'araldica, con significati non tutti decifrabili e con un richiamo esplicito all'aquila estense ed al nome della città, e anche questo ha creato la convinzione che tale frase in latino e di origine classica fosse il motto della casata.
Sulla torre dei leoni del Castello Estense si può vedere una lastra marmorea restaurata all'inizio del XXI secolo che riporta la scritta Wor Bas, forse avrebbe il significato di "Sempre avanti" e, con maggior probabilità, è da intendersi come motto della casata. Ingresso della chiesa del Corpus Domini a Ferrara.
Luoghi di sepoltura degli Este[modifica]
I luoghi di sepoltura degli Estensi sono diversi.
A Ferrara molte personalità della dinastia riposano nel monastero del Corpus Domini e nella basilica minore di San Francesco.
Borso d'Este e Marfisa d'Este riposano in certosa.
Molti riposano a Modena, nella chiesa di San Vincenzo ed a Vienna, nella Cripta dei Cappuccini della Kapuzinerkirche.
Altri nell'abbazia della Vangadizza, nella cattedrale di San Giorgio, nella chiesa della Natività di Scandiano e al cimitero di Gubiano di Varese