You can edit almost every page by Creating an account. Otherwise, see the FAQ.

Este orioles

Da EverybodyWiki Bios & Wiki.

S.A.S. Antonino d’Este Orioles[modifica]

Non è la Stirpe che rende l’Uomo Nobile, ma è l’Uomo che rende Nobile la Stirpe (Dante Alighieri)[modifica]

Nasce a Tortorici (ME), città di origine e di residenza della Famiglia d’Este Orioles, nel 1968, si forma e cresce in una famiglia Cattolica e Praticante. Fin dalla più tenera età viene quindi educato alla frequentazione quotidiana della Parrocchia e dell’Azione Cattolica, il Papà ricopre all’epoca l’incarico di Presidente Diocesano, incarico affidatogli dal Rev.mo Mons. Giuseppe Pullano Vescovo di Patti amico personale dei genitori, che li unisce in matrimonio il giorno 20 Settembre 1967. Oltre allo studio delle materie scolastiche, viene instradato allo studio della Musica e del Pianoforte. L’attaccamento ai valori Cattolici e Cristiani, la dedizione ai meno abbienti e ai più bisognosi, fin dalla più giovane età lo vedono coinvolto in attività Parrocchiali e di volontariato. Commercialista e Revisore dei Conti, si occupa di Management e Assistenza strategica alla Direzione nell’area Economico/Finanziaria per importanti aziende, private e pubbliche, oltre che per Enti Locali, ha ricoperto e tutt’ora ricopre importanti incarichi sia come Direttore Generale, che Direttore Amministrativo nel settore Sanitario e nell’Erogazione dei Servizi. Il tempo libero lo dedica con passione, alle attività filantropiche e di beneficenza, anche e soprattutto attraverso le Istituzioni di Famiglia, l’Ordine dei Santi Contardo e Giuliano l’Ospitaliere e l’Accademia di Studi Sociali ed Economici Estensi, istituzioni fondate dal trisavolo Antonino d’Este Orioles nell’anno 1860. Nell’agosto del 2010, diviene per Diritto Ereditario, Capo di Nome e d’Arme della Serenissima Ducale e Comitale Casa d’Este Orioles.

STORIA[modifica]

Per comprendere meglio, il presente scritto è necessario riportare delle nozioni di carattere storico e geografico su Tortorici, Cittadina in Provincia di Messina, proscenio della Famiglia d’Este, prima e d’Este Orioles dal 1662, patria di Augusti Avi e processori.

Tortorici, cittadina Nebroidea, nella Sicilia Nord Occidentale che ha, come tutte le Città Civiche dato illustri natali a eminenti personaggi. In tempi recenti è importante citare l’Onorevole Giuseppe Faranda. Deputato al Parlamento Italiano dal 1906 al 1927, oltre che Alti Ufficiali delle Forze Armate e dell’Arma dei Carabinieri, per quest’ultimo vanno sicuramente ricordati i Fratelli Denti, dei Principi di Piraino, entrambi Generali dell’Arma durante le drammatiche vicende successive all’otto settembre 1943. Innumerevoli i personaggi che hanno ricoperto alte Cariche Istituzionali, in Magistratura nelle Forze Armate e Alte Cariche dello Stato che hanno avuto i Natali da questa Città.

Probabilmente fondata in epoca bizantina da popolazioni di origine greca, che dal VII e VIII secolo si spostarono prima nell’Africa del Nord e successivamente si trasferirono in Sicilia e nell’Italia Meridionale, che abitarono il luogo chiamandolo Orice in memoria della località Aures da cui provenivano. Risorta durante il periodo normanno, citata già nel 1082 come Turi Polit ed in successivi documenti del 1151 come Terra di Turri Tidich o TurrisTudith.

I primi documenti che la citano sono comunque della fine del secolo XI. Federico di Svevia concesse il territorio di Tortorici a Guidone Pollichino. Nel periodo Angioino il feudo andò a Girardo e Bertrando de Artus, ma con l’avvento degli Spagnoli tornò ai Pollichino. In seguito passò a Federico Moncada. La Famiglia Moncada rimarrà proprietaria fino al 1597, quando Federico Moncada,vendette la baronia alle Famiglie Mastrilli e Corbera.

Tale premessa è necessaria per farci comprendere, quanto antica e quanto importante sia la Storia di questa piccola Città Siciliana ed il perché nei secoli avvenire discendenti, anche se cadetti, di una dinastia come quella Estense, avessero deciso di stabilircisi. Il suo massimo sviluppo, la Città lo registra nel corso del XVII Secolo, quando vantando già il Titolo di Città Regia, si riscattò infatti dal gioco feudale nell’anno 1628, divenendo la 41a Città Demaniale dell’Isola, ospitò l’insigne Pittore Giuseppe Tomasi, lo Scultore e Pittore Antonello da Messina e diversi maestri d’arte, i quali contribuirono ad arricchirla di un Patrimonio Artistico e Culturale di inestimabile valore.

Gli Estensi e la Sicilia[modifica]

Le cronache della Famiglia d’Este, ci raccontano che già nell’anno 972, Oberto II d’Este signore di Este, viene investito del titolo di marchese di Sicilia e principe del Sacro Romano Impero.

In era Normanna, Héria, figlia di Roberto il Guiscardo e di Albegarda di Buonalbergo, sposò Ugo V del Maine, figlio di Azzo II d’Este e di Garsenda del Maine.

Il legame della famiglia d’Este con quei territori che molti secoli dopo, verranno chiamati dalla Geografia Politica degli Stati Preunitari Regno delle Due Sicilie, continua con Ercole I d’Este , cresciuto alla Corte di Napoli dove visse fino al 1462, sposo di Eleonora d’Aragona, figlia del Re di Napoli Ferdinando I. E proprio da questo Matrimonio, che nel 1477 proprio a Napoli nacque Ferrante o Ferdinando d’Este, fratelli di questi furono Alfonso I d’Este; il Cardinale Ippolito I ; Giulio e Isabella d’Este andata in Moglie a Francesco II Gonzaga. Ferrante oltre che per la dissolutezza della vita, vissuta tra Napoli, Palermo e Roma è passato alle cronache, perché unitamente al Fratello Giulio, fu protagonista di quella pagina di storia Estense, conosciuta come la Congiura di Don Giulio d’Este.

E’ proprio quindi in questi avvenimenti tumultuosi, oltre che alle varie diramazioni della Famiglia d’Este che come si ricorderà per linea “spuria” che generò il Marchesato di Scandiano e Principato di Montecchio, con Luigi I d’Este (1594-1664) , da ricercare i personaggi, sicuramente di discendenza Naturale o illegittima, che diedero origine al Ramo Siciliano della Famiglia d’Este, senza dimenticare inoltre che il Conte di Guastalla e Duca di Mantova, Don Ferrante I Gonzaga, figlio di Francesco II e Isabella d’Este dal 1535 al 1546, fu Vicere di Sicilia, confermando così il legame della Famiglia e le sue ramificazioni, con la Terra di Sicilia.

Tortorici e la Famiglia d’Este[modifica]

(fonte: Storia Illustrata nr. 255 del febbraio 1979)

I risultati di ricerche Storiche, condotte presso gli Archivi di Stato di Palermo e di Messina, attraverso l’Archivio Araldico Cimino, di Palermo e da Storici Locali tra cui il fu Prof. Sebastiano Franchina ed il fu Prof. Rosario Parasiliti, anche attraverso ricerche condotte su atti e archivi privati della Sicilia, già esistenti o di cui si avevano già notizie, hanno fatto prendere consistenza all’ipotesi, peraltro già come detto prospettata, che un ramo della Casa Ducale d’Este si sia trapiantato in Sicilia. Tali notizie sono compendiate in una pubblicazione del 1975, sulla famiglia d’Este di Tortorici e sui i suoi illustri personaggi principali e sul “monte frumentario” da loro istituito. E’ necessario tenere presente che la Famiglia d’Este, derivante dal grande ceppo Obertengo che originò anche i Malaspina, i Pallavicino, i Massa Parodi e che a sua volta diede origine agli Bruswick, fu sempre assai ramificata e altrettanto ricca di prole naturale (da non dimenticare che proprio a causa della sua nascita spuria il Duca Cesare, successo al cugino Alfonso II nel 1597, fu costretto a rinunciare a Ferrara e a ritirarsi a Modena nel 1598).

Gli Estensi di che trattasi, quindi, non ben inquadrati nell’ambito della famiglia ma probabilmente naturali o discendenti di naturali risultano stanziati a Modena prima che la Città diventasse Capitale del Ducato ed emigrarono nella seconda metà del secolo XVI a Tortorici, in Sicilia. Si ignorano le cause di tale migrazione anche se alcuni documenti farebbero intravedere intrighi di corte e contrasti col ramo ducale. Ciò potrebbe spiegare la scelta di un luogo così lontano e il silenzio in cui vissero nei primi tempi del loro soggiorno Siciliano.

E’ certo, comunque, che al loro giungere in Tortorici i membri della famiglia si inserirono subito nel “Ceto Nobile “. Ciò è confermato dal fatto che per oltre tre secoli molti di essi furono chiamati a ricoprire importanti cariche pubbliche e svolsero funzioni di rango elevato sia nella magistratura sia nel clero. E’ noto, infatti, che in quasi tutte le Città demaniali dell’isola in forza di antiche consuetudini o di privilegi locali, sempre convalidati dall’autorità viceregia, i candidati alle più importanti cariche cittadine dovevano appartenere al “ceto nobile” o quanto meno al “ceto civile”.

Nella città di Tortorici, che si riscattò dal dominio feudale l’anno 1628, divenendo la 41° città demaniale del Regno di Sicilia, coloro che ricoprivano le varie cariche municipali ricevevano in antico l’appellativo di “Magnificus” e in un secondo tempo quello di “Nobilis”, poiché a essi, qualora fossero appartenuti al “Ceto Civile” e non a quello “Nobile” veniva ufficialmente riconosciuta la Dignità Nobiliare, che investiva anche i discendenti.

Ora in documenti esistenti a Tortorici e risalenti al 1586 ed anni posteriori risultano citati i quattro fratelli Domenico, Antonino, Cesare e Giacomo d’Este, i primi già defunti nel 1586, tutti e quattro qualificati come “Magnifici”. Ciò prova la nobiltà di stirpe e l’antico insediamento nella Città. Dal soprannominato Antonino nacquero Vincenzo e Francesco, morto nel 1637 il cui figlio Antonino risulta essere il Capostipite del ramo d’Este Orioles.

La Famiglia d’Orioles, alias ORIOLES[modifica]

(fonte: il Blasone in Sicilia – Palazzolo Gravina)

“Da castelli di Arriols ed Orriols, corrottamente appò noi Orioles, nella Spagna, dice Mugnos, prende nome questa nobilissima e storica famiglia originaria di Re Goti; perocchè veggiamo taluni capi di essa figurare tra i principi di Catalogna e i Conti di Barcellona, come da Regio Diploma dato a Capua il 20 Giungo 1442. ……omissis…… ci limitiamo a dire, che un Beringario figlio di Bernardo celebre nelle guerre di Spagna la trapiantò in Sicilia accompagnando Re Pietro d’Aragona, dal quale in compenso di militari servigi si ebbe il Castello e la Terra di Sampiero sopra Patti, la terra di Raccuja ed il governo e la castellania di Taormina. Si distinsero: altro Beringario Barone d’Ucria, Cianciana, Piraino, Martini, Fabbrica, Solicito e Cominiti; Beringario III, milite aurato nel 1393; un Manfredo camerlengo di Re Alfono nel 1427 e stratigoto di Messina; un Pietro Cavaliere Gerosomilitano, famoso nella guerra di Tora, ove perdè combattendo la vita; un Giambattista Barone di Fo ntanafredda, Ministro della Nobile Compagnia della Carità. ……omissis…….” Il Palazzolo Gravina, ci tramanda, che la famiglia si divise in vari rami.

Ora il ramo della Famiglia che diede origine al Cognome d’Este Orioles è quello di Berengario III Barone di Sampiero Sopra Patti e Raccuja, in tempi più recenti il discendente diretto Melchiorre, è già residente nella Città di Tortorici, Melchiorre è il genitore di quel Francesco che nell’anno 1637 è Sindaco Generale di Tortorici,tale personaggio, Don Francesco è nipote di Donna Felicita dei Baroni di Sampiero sopra Patti, figlio di Orazio Orioles, che fece sbocciare il Ramo Principesco di Castelforte (fonte Palazzolo Gravina)“del qual Titolo fu la prima ad investirsi, titolo concesso con privilegio del 23 Giugno 1656, esutoriato del 23 Dicembre 1657 “.

Dall’unione in matrimonio di Don Francesco Orioles, con Donna Angila Romeo, i natali di Donna Ioanna Orioles, che con contratto di matrimonio, Notaio d’Elia del 03 Febbraio 1662, sposa Don Antonino d’Este.

Da questo matrimonio, quindi l’unione dei Cognomi e il perpetuarsi dello stesso come d’Este Orioles. E fu proprio questo Antonino a ricevere Lettera Patente dal vicere di Sicilia, il Duca di Sermoneta Don Francesco Maria Caetani, datata 1663, Regnante Filippo IV di Spagna e III di Sicilia, a concedere il titolo di Conte al Ramo d’Este Orioles e la Signoria di San Giuliano.

I membri della famiglia, hanno ricoperto tutti incarichi di Alta Dignità Magistrale e Clericale nel micro mondo della Città di Tortorici, anche nella trascrizione e pubblicazione degli Annali Comunali che vanno dal 1800 al 1861, edizioni Magi dal titolo Tortorici Victoriosa Civitas, a cura del Prof. Rosario Parasiliti, in oltre 60 anni di atti e vita pubblica della Città i componenti della Famiglia d’Este Orioles, sono citati quali Capitani di Giustizia; Regi Senatori e Decurioni, chiamati spesso a ricoprire Cariche di Governo della Città.

L’attenzione va però concentrata su Antonino, classe 1781, poiché nell’anno 1798 ed esattamente in data 30 Ottobre, riceve provvedimento di Giustizia, concesso dalla Residenza in Esilio, da parte di S.A. S. il Duca di Modena Ercole III d’Este, il quale concede al Ramo Siciliano il Titolo Ducale, confermando anche le prerogative e le pretensioni della Famiglia Orioles. Quali i motivi che indussero il Duca a concedere tale privilegio, non ci sono noti, ma possiamo sicuramente pensare, che con molta probabilità i lontani parenti Siciliani o i lontani parenti Romagnoli, non si sono mai “trascurati”.

I personaggi degni di una particolare nota, sono:

Magnificus Jacobus d’Este (quondam 1586) fondatore del Monte Frumentario; Donna Theresia (Suora Angelica) che nell’anno 1688 è abbadessa del Monastero Santa Chiara; Donna Caterina (Suora Gaetana) che nell’anno 1722 è abbadessa del Monastero Santa Chiara; Stephanus che nell’anno 1733 viene ordinato Sacerdote e Canonico; Antonino, nato il 7 Febbraio 1781.

Origine del Patrimonio Araldico[modifica]

Il Patrimonio Araldico della Casa d’Este Orioles trova la Sua origine, nella Lettera Patente a firma di S.A.S. il Duca di Modena Ercole Rinaldo III, che nell’Anno 1798, dalla sua residenza in Esilio in Venezia volle concedere, ad Antonino d’Este Orioles, classe 1781, detto provvedimento di Giustizia concedendo al Ramo Siciliano il Titolo Ducale e confermando anche le prerogative e le pretensioni della Famiglia Orioles.

Premessa[modifica]

Addì, 30 Ottobre dell’anno del Signore 1798, don Antonino d’Este Orioles, classe 1781 è destinatario di Lettera Patente a firma del Duca Ercole Rinaldo III d’Este e controfirmata da Gherardo Rangone. La lettera Patente, rilasciata durante l’esilio Veneziano del Duca Ercole III, concede al Ramo Siciliano rappresentato dal suddetto Antonino il titolo di Duca e tutte le prerogative ed i privilegi che già furono in origine alla Famiglia. Conferma le prerogative e pretensioni che furono della Famiglia d’Orioles.

Trascrizione della Lettera Patente[modifica]

Stemma S.A.S il Duca Ercole III

Ercole III

Per la Grazia di Dio

Duca di Modena, Reggio, Mirandola .&c.&c.&c.

La comprovataci Nobile Condizione della Famiglia d’Este Orioles di Tortorici, per la quale nei tempi addietro della medesima furono goduti onori e distinzioni egualmente alla famiglia Nostra, ha eccitato il grazioso animo Nostro per condiscendere ad esaudire il Conte Antonino d’Este Orioles Signore di San Giuliano nella città di Tortorici, condecorando col titolo di Duca, l’uno unitamente ai di lui figli e riconascendo le dinastiche prerogative che furono proprie nel passato, quindi è, che in virtù del presente Nostro Diploma con l’uso della Nostra Ducale Podestà, e con animo pienamente deliberato facciamo, creamo e dichiariamo Duca lo stesso Antonino riconoscendo anche li privilegi e pretensioni della Famiglia Orioles Baroni di Sampiero, Forestavecchia e principi di Castelforte, con tutti i rispettivi figli e discendenti legittimi o naturali, in infinito, con facoltà di intitolarsi tale, e tali così in voce ,come in iscritto, ed in qualunque atto pubblico, ed in forma con tutti gli Onori, preminenze, immunità, e prerogative competenti a questa nuova Loro condecorazone, e godute da chiunque altro insignito di uguali Titoli.

Concediamo con la Nostra Ducale Podestà l’uso dell’Arma di Casa d’Este, nel cuore dello scudo inquartato : nel primo d’azzurro all’aquila bicipite d’argento; nel secondo all’arma di Casa d’Orioles nel terzo di rosso ai tre gigli d’oro posti due e uno, nel quarto d’azzurro a otto croci di S.Andrea d’argento.

Comandiamo per tanto a tutti Li Ministri , Uffiziali o Sudditi Nostri di riconoscere, e trattare l’uno, e gli altri Suoi successori per tali, facendo ad essi godere, quei Privilegi, Onori e Prerogative competenti allo stesso Grado in piena esecuzione di questa Nostra Dichiarazione e volontà. In fede di che farà il presente firmato di Nostra mano, munito del consueto nostro Sigillo. E contrassegnato dal Nostro Consigliere di Stato, di Conferenza, e Ministro di Gabinetto agli affari interni.

Dato in Venezia dalla Nostra D.le residenza in esilio il 30 Xbre 1798

Ercole

L.S.

Gherardo Rangone

Sigillo in Ceralacca, ricoperto di carta

Così come da Diploma del Duca Ercole III, l’Arma della Famiglia dallo stesso concessa e di Uso attuale è una logica evoluzione Araldica dell’Arma Concessa al Titolo Comitale alla quale è stata aggiunta l’Arma della Famiglia Orioles e nel cuore dello Scudo è stata caricata dall’Arma Antica di Casa d’Este: d’Azzurro all’Aquila d’Argento.

Costituiscono quindi elementi del Patrimonio Araldico di Famiglia:[modifica]

  • LA FONS HONORUM;
  • L’ORDINE DEI SANTI CONTARDO E GIULIANO
  • L’ACCADEMIA ESTENSE DI STUDI SOCIALI ED ECONOMICI

L’esercizio della Fons Honorum, promana dal Diploma Ducale concesso da S.A.S. il Duca di Modena Ercole Rinaldo d’Este, Diritto che viene esercitato dal Capo di Nome e d’Arme della Casata, poiché discendente diretto, maschio da maschio da quell’Antonino d’Este Orioles che nel 1798, fu destinatario del già citato provvedimento Ducale.

Confortati dalla più ampia Giurisprudenza e dalle consuetudini del Diritto Internazionale che riconoscono che il Capo di una Dinastia ex regnante conserva intatto – nonostante la perdita del trono – il suo patrimonio araldico-cavalleresco, (Roma, Cassazione, III Sezione Penale, 11.7.1958; Roma, Cassazione,III Sezione Penale, 23.6.1959;) tanto più quando gli Ordini cavallereschi che lo compongono non sono stati trattenuti come propri (sia pure con le modificazioni imposte dal mutamento istituzionale) dal regime subentrato nel governo di uno Stato […]. (così Giorgio Cansacchi – Mario Gorino Causa, alla voce Onorificenze, pag. 948 e ss. e in Alessandro Gentili: La Disciplina Giuridica delle Onorificenze Cavalleresche, supplemento n°2 della Rassegna dell’Arma dei Carabinieri aprile-giugno 1991 pag. 68 e ss in nota 84).

Stessi principi giuridici sono espressi dal Prof. Emilio Furnò, Patrocinante in Cassazione (Studio sulla Legittimità degli Ordini equestri non-nazionali, Rivista Penale, n.1, Gennaio 1961, pp. 46-70) che scrive: “Le sentenze, civili e penali, non sono poche, ma alcune recentissime, e tutte di regola ispirate all’accettazione dei principi tradizionali dianzi richiamati. Si muove dalla “nobiltà nativa” -Juresanguinis- si pongono in evidenza le note prerogative Jus maiestatis e Jus honorum e si giunge all’affermazione che il titolare è “soggetto di diritto internazionale” con tutte le logiche conseguenze. Il Sovrano spodestato, cioè, può legittimamente conferire titoli nobiliari, con predicato o senza, e le onorificenze che rientrano nel suo patrimonio araldico, resta il Capo della sua Dinastia. Le qualità che fanno di un Sovrano spodestato un soggetto di diritto internazionale sono innegabili, continua il Prof. Furnò, esse infatti “costituiscono un diritto personale assoluto, di cui il soggetto non si spoglia mai e che prescinde da ratifiche o riconoscimento da parte di qualsiasi autorità preminente inter pares.

E se, al fine di spiegare l’attuale permanenza di tale diritto, si parla di riconoscimento da parte di Sovrani Regnanti, Capi di Stato, il termine viene usato nel senso di “comportamento dichiarativo” e non di “atto costitutivo” del diritto stesso, (Furnò, op. cit). Le prerogative che stiamo esaminando si possono anche negare e lo Stato, nei limiti della propria influenza, può vietare al Sovrano spodestato l’esercizio di quel diritto così come può paralizzare qualsiasi altro diritto non portato dalla propria legislazione.

Ma questo ‘atteggiamento’ negativo, non influisce sulla esistenza del diritto contrastato, bensì soltanto sul suo esercizio. E conclude l’Autore: “riassumendo, dunque, la Magistratura Italiana, nei casi sottoposti al suo giudizio, ha confermato le prerogative “juresanguinis” del Sovrano detronizzato, senza la “debellatio”, cui pertanto, viene esplicitamente riconosciuto il diritto di conferire i titoli nobiliari ed onorificenze appartenenti al suo patrimonio araldico dinastico. In particolare ha classificato le suddette onorificenze tra quelle degli Ordini equestri “non nazionali”, previsti dall’art.7 della legge 03.03.1951, che vieta a privati di conferire onorificenze.

Quanto ai titoli nobiliari, pur essendone legittimo il conferimento, deve tuttavia essere osservato che essi non ricevono alcuna tutela dalla vigente legislazione italiana, la quale non riconosce più la nobiltà “dativa”, in ossequio al principio fissato dalla Costituzione della Repubblica. Cade, quindi, dalla legislazione italiana anche il concetto di usurpazione di titolo nobiliare”. Infine è opportuno ricordare che il Sovrano accentra in sé tutti i poteri, egli ha il comando politico, “jus imperii”, quello civile e militare, “jusgladii”, il diritto al rispetto e agli onori del rango “jus maiestatis” ed infine quello di premiare con onori e privilegi, “jus honorum” (G.B. Ugo, Bascape, Gorino-Causa, Nasalli Rocca, Zeininger& De Francesco).

Quindi richiamando quanto affermato da illustri autori recenti, quali Bascapè, Gorino Causa, Nasalli Rocca di Corneliano, G.B. Ugo, e Zeininger, Renato de Francesco scrive: “La teoria del legittimismo, sfrondata delle estreme conseguenze alle quali l’hanno condotta alcuni suoi sostenitori, ed intesa invece come un diritto di pretesa, che nel Sovrano ex regnante resta, anzi inerisce in lui “ juresanguinis ” e per diritto “ nativo ” in perpetuo, è perfettamente accettabile e soddisfa le esigenze dei giuristi e le coscienze dei popoli, anche in questo secolo dinamico ed eminentemente rappresentativo in campo politico”.

In virtù di ciò, è quindi nel Diritto e nelle prerogative del Capo di Nome e d’Arme della Casata, emettere provvedimenti di Giustizia, nella forma di Lettera Patente – Diploma, per la concessione delle c.s. Distinzioni d’Onore.