You can edit almost every page by Creating an account. Otherwise, see the FAQ.

Vito Lo Re

Da EverybodyWiki Bios & Wiki.

Errore Lua in Modulo:Wikidata alla linea 443: attempt to index field 'wikibase' (a nil value).

Biografia[modifica]

Suo padre, Nicola Lo Re, notissimo uomo politico e avvocato di Lecce (città in cui ancora oggi esiste Viale Lo Re) fu deputato al Parlamento nelle legislature del 1892 e 1896 e morì quando Vito aveva meno di un anno; questi, trasferitosi a Martina Franca presso una zia, cominciò a suonare la tromba (specializzandosi poi nel flicorno sopranino in Mib) molto giovane e in breve ne divenne un virtuoso. Il talento del giovane musicista non passò inosservato al maestro Ernesto Abbate, compositore del primo Novecento e direttore della prestigiosa Banda di Squinzano, nella quale Vito entrò a 20 anni.

Nel 1928 l'incontro con Pietro Mascagni, dei cui lavori Ernesto Abbate aveva curato la trascrizione per Banda. Mascagni seguì molti dei concerti tenuti dalla Banda di Squinzano e rimase particolarmente impressionato dal livello qualitativo della compagine e dal giovane Vito, come anche testimoniato da una foto con dedica datata 10 maggio 1928.

Nel 1930 anche il grande tenore Tito Schipa espresse ammirazione per le doti del solista, di cui magnificò la "bella voce e calda espressione" e si definì "entusiasmato" per il livello della Banda. Dopo diversi mesi di inattività dovuti ad una brutta ferita al labbro, nel 1931 iniziò la collaborazione con la prestigiosa Banda di Chieti (di cui Pietro Mascagni nel 1934 dirà "Non c'è in Italia né all'estero una Banda che possa paragonarsi alla Banda di Chieti") per un ingaggio altissimo: 24.000 lire, oltre a ricche diarie e spese di trasferta.

Nel 1932, a soli 26 anni, la fama di Vito Lo Re era così consolidata che percepiva un ingaggio di 28.000 lire, una cifra enorme, per quei tempi; superiore, per dare un termine di paragone, a quella già generosa che il Comune di Squinzano destinava all'intera Banda e addirittura sproporzionata rispetto allo stipendio di qualunque professionista dell'epoca (un medico generico guadagnava poco più di 100 lire al mese).

Tra i numerosi articoli della stampa nazionale e internazionale, spiccano alcune recensioni dell'epoca. Il "Giornale della Liguria Occidentale" scrive di Vito nel 1931: "Il suo strumento ha sospirato, mormorato, riso, pianto, assottigliandosi e quasi volatilizzandosi nelle difficilissime virtuosità delle note più acute, spianandosi ed allargandosi quasi a rappresentare da sé solo un'intera falange orchestrale." Il Telegrafo di Livorno nel 1934 scriveva "così si può suonare solo in paradiso". Nello stesso anno il Völkischer Beobachter di Berlino: "Wagner, Schubert e Beethoven avrebbero ascoltato meravigliati (...) e sarebbero andati solleciti dal Maestro a stringergli riconoscenti la mano (...)"

Tenne concerti in sedi prestigiose di tutto il mondo, quali il Metropolitan Opera e la Carnegie Hall di New York e il Teatro alla Scala di Milano.

Nel 2008 viene pubblicato un libro biografico su di lui curato dal figlio, con allegato un cd con una trentina di brani risalenti al periodo fra le due guerre.

Bibliografia[modifica]

  • Nicola Lo Re, Vito Lo Re il principe dei flicornini, editrice Apulia, Martina Franca, 2008


Questo articolo wiki "Vito Lo Re" è da Wikipedia The list of its authors can be seen in its historical and/or the page Edithistory:Vito Lo Re.