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Virginio Ballazzo

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Virginio Ballazzo
UniversoL'ultimo padrino
AutoreMario Puzo
1ª app. inL'ultimo padrino
Ultima app. inL'ultimo padrino
Interpretato daBurt Young
Voce italianaAngelo Nicotra;
Specieumano
Sessomaschile
ProfessioneMafioso, ufficialmente è un importatore di tappeti e un allevatore di cavalli
AbilitàBuon amministratore ed esecutore

«Ricordati, tu e io abbiamo un segreto. Devi mantenerlo tale per sempre. Io non ti ho mai dato l'ordine.»

(Domenico Clericuzio a Pippi De Lena a proposito di una possibile esecuzione di Virginio Ballazzo)

Virginio Ballazzo è un personaggio di finzione del romanzo L'ultimo padrino di Mario Puzo. Appare anche nel film omonimo, in cui è interpretato da Burt Young.

Descrizione[modifica]

Virginio Ballazzo è un mafioso al servizio di don Domenico Clericuzio, per conto del quale amministra come Bruglione i sindacati, il trasporto di abbigliamento e il traffico di alcuni stupefacenti. Nel 1965, come premio di carriera, viene staccato dalla Famiglia Clericuzio, per conto della quale deve comunque continuare a eseguire alcuni compiti, e a cui è tenuto a pagare un tributo del cinque percento dei guadagni. Il padrino nutre comunque scarsa fiducia verso di lui, e lo fa sorvegliare di nascosto dal giovane nipote Joseph De Lena, il suo migliore sicario, perché intervenga con una sua eliminazione per salvare i Clericuzio dalla catastrofe.

Ufficialmente facoltoso importatore di tappeti, nel giro di vent' anni Ballazzo diviene un gangster ricco, e il più potente mafioso italoamericano della costa orientale dopo la Famiglia Clericuzio: possiede oltre cinquanta milioni di dollari, un palazzo nel New Jersey, un condominio in Florida, un allevamento di cavalli in Kentucky da cui sono nati tre esemplari apprezzati al Kentucky Derby. Il New York Times scrive a proposito della sua collezione di auto antiche, pubblicando una foto che lo ritrae su di una Rolls-Royce del 1935.

Domenico Clericuzio, con il tempo, si allontana ulteriormente da lui disapprovando la sua esibizione totale della ricchezza di cui dispone, giudicandola sciocca e pura spacconeria. Dopo vent' anni di attività, l'FBI compie una retata e arresta numerosi mafiosi di primo piano, tra cui Ballazzo, il quale rompe l'omertà, l'antica legge del silenzio complice tipica della Mafia siciliana, denunciando così molti compagni di crimine non per paura della prigione, ma per tutelare i beni che possiede dalle mire del governo, che di recente ha assunto pieni poteri di esproprio sul patrimonio mafioso.

Per evitare di essere perseguitato, don Domenico gli manda un messaggio in cella: non dovrà mai menzionare i Clericuzio, pena l'uccisione della moglie e dei giovani figli. Ballazzo accetta, denuncia molti uomini d' onore senza tirare in ballo il suo ex padrone o i suoi collaboratori, ma i Clericuzio formulano in segreto una sentenza di morte per il loro ex vassallo, ritenendo l'infrazione dell'omertà come un peccato mortale per cui non vi è alcuna salvezza.

Ormai ritiratisi godendo del Programma di Protezione dei Testimoni, Ballazzo e la moglie conducono una vita tranquilla nel Dakota del Sud, ma i Clericuzio riescono a scoprire le loro nuove identità e a rintracciarli con precisione, studiando i loro spostamenti e le loro abitudini. Vengono uccisi un anno dopo da Pippi De Lena e Dante Clericuzio, i quali lasciano esposti i cadaveri sulla loro automobile senza rubare soldi o roba di valore, lasciando intuire il movente della rappresaglia. La morte dei coniugi Ballazzo suscita un'ondata di sdegno in tutti gli Stati Uniti, tanto che le autorità ordinano un'accurata indagine per garantire la giustizia.

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