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Sandro Falini

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Biografia[modifica]

Gli inizi[modifica]

Sandro Falini nasce da una famiglia dell'alta borghesia fiorentina, da Annabella e Italo Falini. La madre, giovanissima, muore poco dopo il parto per complicazioni. Il padre non si risposerà se non dieci anni dopo, con la contessa Veronica Corobelli-Wolfowitz. Il rapporto tra Sandro e la Corobelli-Wolfowitz, donna dal carattere difficile e al centro di sussurrati quanto plateali scandali sessuali, sarà sempre conflittuale e plasmerà il carattere del giovane Sandro, che cresce aggressivo, chiuso e timido.

Nel 1884 Falini si iscrive al Conservatorio, dove però ottiene scarsi risultati. In quegli anni inizia a frequentare il liceo classico. Nel 1891 si iscrive all'Università, laureandosi in Legge pochi anni dopo.

Critico musicale[modifica]

In quel periodo Falini inizia a collaborare a varie riviste letterarie italiane, come critico musicale e d'opera lirica. Fonderà un bollettino, il Gazzettino Delle Quattro Corde, che sopravviverà fino al 1917. Falini dapprima si avvicina con interesse ai futuristi, e avrà modo di incontrare spesso Marinetti. Il movimento però ben presto si rivela lontano dalle concezioni estetiche di Falini, il quale maturerà rapidamente un forte rigetto nei confronti di qualsivoglia avanguardia (è ben noto il nome di ottuso scavapietre che aveva attribuito al compositore Attilio Ottani).

Falini si farà quindi portatore di una concezione musicale fuori tempo, tardoromantica e oleografica, che si incastrerà bene con alcune esigenze del regime fascista.

La politica[modifica]

Nel 1920, grazie anche alle conoscenze della giovane moglie Francesca Bellocchi, Falini incontra alcuni gerarchi fascisti, tra cui Alessandro Pavolini che lo invitano a partecipare ad alcune loro iniziative. Falini, che già vedeva di buon occhio il regime, accetta felicemente e verso gli anni '30 diventa uno dei più stimati critici musicali del regime (l'auge arriverà nel 1939, con l'ascesa dell'amico Pavolini al Ministero della Cultura Popolare). Inizierà nel contempo a occuparsi di politica, scrivendo principalmente trattatelli giustificatori del colonialismo come La civilizzazione dei fasci e Nuovo Ordine Africano. I libri sono discussi nell'ambiente fascista, ma non giungono mai alle orecchie del Duce. Alcuni suoi brevi articoli, peculiarmente rabbiosi, trovano spazio nella famigerata rivista La difesa della Razza. Negli anni '30 è in contatto con Corneliu Zelea

Si troverà in grave conflitto col figlio, Idomeneo Falini, che invece pian piano si sposterà su posizioni di sinistra e si aggregherà ai partigiani.

Con l'8 settembre, Falini si schiererà senza indugio al fianco della Repubblica Sociale. Verrà arrestato dai partigiani nel 1945, ma nella confusione seguente la cattura del Duce è subito rilasciato.

Il dopoguerra[modifica]

Falini non è rassegnato alla sconfitta del Fascismo e si iscrive immediatamente al neonato Movimento Sociale, dov'è rispettato per forza del suo rapporto con Pavolini e con Pino Romualdi. Non è abile politico, e su di lui pesa il passato politico del figlio partigiano; abbandona il partito nel 1951.

Nel 1952 è colpito da un ictus, che lo semiparalizzerà. Morirà nel 1954.


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