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Paolo Racchetti

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Biografia[modifica]

Nacque a Crema da Andrea Racchetti, farmacista, e da Isabella Bellocchio. A ventidue anni ottenne il diploma di licenza per la professione di ingegnere architetto e, pochi anni dopo, l'incarico della stima dei beni nazionali e un posto onorevole alla ragioneria centrale presso il Ministero della Guerra di Milano.

Si applicò allo studio delle scienze finanziarie e dell'agricoltura. Scrisse e pubblicò parecchie memorie su diversi argomenti, si ricordano le seguenti: analisi della confutazione del cittadino Giuseppe Cantoni, in difesa del suo censo provvisorio (1803), "memoria intorno al modo di garantirsi vicendevolmente tra i possidenti dai danni degli incendi e della grandine" (Lodi, tipografia Orcesi, 1829, in ottavo), delle risaie, situate in diversi villaggi del territorio della città di Crema (Crema, tipografia Ronna, 1833, in ottavo), la descrizione di una macchinetta (di sua invenzione) fatta per arrestare al momento un cavallo attaccato a un legno a quattro ruote e che fuga spaventato senza più sentire né la forza del morso o delle redini né la voce del cocchiere (1836).

Questi ed altri suoi scritti sono stati stampati negli annali universali di statistica e nel giornale agrario lombardo-veneto.

A Crema i suoi meriti scientifici e letterari erano quasi disconosciuti e i cittadini lo distinguevano degli altri ingegneri, battezzandolo un uomo meticoloso e stravagante. Si ricorda la lapide in suo onore lo qualifica come un “uomo di integrità antica e di soda dottrina”.

Ecco il testo dell'enunciata epigrafe: "Qui sono le lagrime dell'ingegnere Paolo Racchetti, uomo di integrità antica e di soda dottrina, morto nella pubblica estimazione l'11 Marzo del 1853, di 77 anni d'età."

Morì l'11 Marzo del 1853.

Necrologio[modifica]

"Fra i cremaschi che portarono onore alla patria nostra con la cultura de buoni studi, e coll'esercizio continuamente disinteressato delle rispettive nobili professioni merita senza fallo un posto distinto l'ingegnere Paolo Racchetti: e noi qui accennando solo ai fatti principali della sua vita intendiamo dare un tenue attestato di rispetto e di benevolenza all'amicizia che a lui ne legava.

Nacque Paolo a Crema il 27 Agosto 1775 di Andrea e di Isabella Bellocchio. Fin da suoi primi anni egli mostrò ingegno svegliato, viva e facile intelligenza, indole mansueta e inchinevole al bene per la qual cosa a fecondare coteste belle disposizioni intese dapprima lo zio paterno, sacerdote Antonio, instituendolo negli studi elementari; poscia fu mandato alle nostre pubbliche scuole di S.Marino ammaestrate dai Barnabiti, tra quali il Gregorio Nicoli milanese, tuttora ricordato caramente dai cremaschi, insegnava le belle lettere con plauso, con zelo grande e con molto profitto della studiosa gioventù.

Era già da tempo la famiglia Racchetti posseditrice in Crema di una spezieria assai eccellente e rinomata, ed il padre di Paolo aveva un negozio di lino molto florido in Genova; Laonde gli zii speziali pensarono di incamminarlo nella carriera farmaceutica, e perciò il condussero alla magnifica capitale della Liguria. Attendeva egli in quella università allo studio della chimica sotto gli insegnamenti del professore Canefri, e in pari tempo ne faceva la pratica sotto la direzione dei padri cappuccini nell'ospedale di Pammatone.

Ma troppo pesante parendo al nostro Paolo un tale professione, né del tutto confortevole all'indole sua, ritornato in patria l'anno 1789 si determinò di appigliarsi allo studio di ingegnere e architetto. Per il quale intendimento recatisi a Lodi, ivi diede opera diligente alla fisica e alla matematica elementare, avendo a maestri i padri varesi e bernareggi, uomini di grandi ingegno e grandemente insigni delle scienze che insegnavano. Nel 1792 andò a Pavia e in quel celebre ateneo pose termine al corso delle fisiche e delle matematiche discipline sotto la moderazione di sommi professori quali furono Gregorio e Mariano Fontana, Barletti, Mascheroni e Volta.

Ottenuto nel 1797 il diploma di licenza per la professione di ingegnere architetto, gli fu poi nel 1799 accordata la facoltà di libera pratica come esigevano le condizioni di que tempi, dai governatori interinali di questa nostra città. Datosi ad esercitare la sua professione, egli venne di breve in buon credito e nella pubblica estimazione. Ebbe quindi dal governo l'incarico per la stima dei beni nazionali; e nel 1804 conseguì un posto onorevole nella ragioneria centrale del genio presso il ministero della guerra in Milano. Più tardi fu per diversi anni console del Re dei Paesi Bassi in Ancona.

In mezzo alle cure laboriose dei suoi uffizi, Paolo Racchetti non tralasciò l'esercitare del continuo lo spirito e la mente agli ameni studi delle lettere e delle scienze. Compose egli e diede alle stampe in diverse occasioni varie poesie molto leggiadre ed eleganti. Scrisse e pubblicò non poche memorie sopra svariate argomenti, e ripiene di vera dottrina e di savie osservazioni, tra le quali accenneremo per ora l'”Analisi della confutazione del cittadino Giuseppe Cantoni” che stampò l'anno 1803 “In difesa del suo censo provvisorio” ecc.: la “Memoria intorno al modo di garantirsi vicendevolmente fra possidenti dai danni degli incendi e della grandine” ecc., lodi, tip. Orcesi 1829; “Delle Risaie situate in diversi villaggi del territorio della città di Crema”, analisi stampata dalla tip. Ronna nel 1833, alla quale fece seguire una seconda analisi nel 1843; Il “Prospetto dei danni recati dagli incendi e dalla grandine nell'1843 nei distretti appartenenti alle province di Cremona, Brescia, Bergamo, Lodi e Crema” ecc., ed altre che leggonsi negli “Annali universali di statistica” ecc., ecc.; nel “Giornale agrario Lombardo Veneto” ecc., ecc., dilettossi assai delle belle arti, e specialmente delle opere di pittura, e fece una completa raccolta di quadri dipinti da pittori cremaschi, dai più antichi ai moderni, la quale raccolta fu ultimamente acquistata dall'egregio signor Stefano Bolzoni, deputato rappresentante la nostra città presso la congregazione provinciale.

Assalito nei primi giorni del Febbraio 1853 da violenta malattia, la sopportò con esemplare rassegnazione fino al giorno 11 del seguente Marzo, in cui, dopo aver ricevuto tutti i conforti della religione, rendette l'anima al suo Creatore.

Paolo Racchetti fu cristiano di robusto valore, eccellente padre di famiglia, buon marito, cittadino integerrimo. E di animo sincero ed affettuoso, di nobile e generosa indole non mai ambì per ostentazione, gloria e uffizi, ma si mantenne sempre onesto e benevolo. Lasciò in eredità ai suoi un nome onorato. Il perché sempre cara resterà ne cuori di tutti buoni la memoria di lui, siccome un esemplare imitabile di uomo onesto, di operoso e utile cittadino.

Riportiamo a compimento di questi brevi cenni le parole che si leggono incise sulla pietra che ne rinserra i cari amati, e colle quali crediamo aver compendiata la vita dell'estinto amico:

Qui sono le ceneri lagrimate

dell'ingegnere Paolo Racchetti

uomo di integrità antica e di soda dottrina

morto nella pubblica estimazione

il dì XI Marzo MDCCCLIII, LXXVII dell'età.

Pregate o pietosi alla bell'anima

la Pace Eterna."

Opere[modifica]

  • 1803: "Analisi sulla confutazione dei cittadini Giuseppe Cantoni, in difesa del suo censo provvisorio"
  • 1829: "Intorno al modo di garantirsi vicendevolmente tra possidenti dai danni degli incendi e della grandine e assicurare ad ogni individuo la sua proprietà o rendita annuale senza rilevante aggravio di spesa."
  • 1833: "Delle risaje situate in diversi villaggi del territorio della città di Crema e della minore mortalità dei loro abitanti in confronto di altri villaggi situati nel territorio stesso ove non esistono risaje, ed anche in paragone di alcune città e provincie intiere."
  • 1844: "Dell'utilità delle mutue, ossia, vicendevoli Società di assicurazioni contro i danni dell'incendio."
  • Manoscritto “Macchinetta, atta a far le veci dello scandaglio in mare onde conoscere la profondità dell'acqua e particolarmente di notte nei casi di pericolose burrasche”
  • Manoscritto “Elogio storico e funebre di Vincenzo Racchetti, esimio professore di Medicina nell'Università di Pavia dedicato alla degna memoria del Nobile Signor Conte Cayno Benvenuti”

Bibliografia[modifica]

  • Barbieri Luigi, Saggio di Bibliografia Cremasca ovvero Crema Letteraria, Biblioteca Storica Cremasca n°.7, Crema 25 Settembre 1889, (Cr) Q./227
  • Francesco Sforza Benvenuti, Biografico Cremasco, Crema tipografia editrice C. Cazzamalli, 1888
  • Mario Perolini, Origine dei nomi delle strade di Crema, Crema, 1976, tipografia Cremona Nuova, pag. 72, (Cr) 4/62
  • Giovanni Solera, Almanacco Cremasco per l'anno 1854, Milano, 25 Aprile 1854, tipografia Ronchetti, 176 pag.
  • Paolo Racchetti, Macchinetta, atta a far le veci dello scandaglio in mare onde conoscere la profondità dell'acqua e particolarmente di notte nei casi di pericolose burrasche, Manoscritto n. 331, Biblioteca Comunale di Crema MSS./120
  • Paolo Racchetti, Manoscritto “Elogio storico e funebre di Vincenzo Racchetti, esimio professore di Medicina nella R.I. Università di Pavia dedicato alla degna memoria del Nobile Signor Conte Cayno Benvenuti ”, n.262, MSS./112


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