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Milton Finch

Da EverybodyWiki Bios & Wiki.
Milton Finch
UniversoGiant Sparrow universe
AutoreIan Dallas (direttore creativo del team)
1ª app.2012
1ª app. inThe Unfinished Swan
SpecieUmana
SessoMaschio
Etnia
  • Indiana (da parte di padre)
  • Norvegese naturalizzata americana (da parte di madre)
Luogo di nascitaIndia
Data di nascita1993
Poteri
  • Dare vita e consistenza a ciò che dipinge

Milton Finch è un personaggio immaginario, unico a comparire in entrambi i titoli creati della Giant Sparrow, ossia The Unfinished Swan e What Remains of Edith Finch. Nel primo episodio è noto come il "Re", nel secondo viene citato. Nonostante nei titoli non venga detto che è il Re, ciò è stato confermato da uno sviluppatore del team in un AMA su Reddit. Questo lo rende il personaggio che ufficialmente collega i due titoli allo stesso universo di gioco.[1]

Storia[modifica]

Infanzia[modifica]

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Lo stesso argomento in dettaglio: The Unfinished Swan.

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Lo stesso argomento in dettaglio: What Remains of Edith Finch.

Milton Finch è il secondogenito di Sanjay e di Dawn Finch, fratello minore di Lewis Finch e fratello maggiore di Edith Jr. Finch, quest'ultima protagonista di What Remains of Edith Finch. Era nato nella sfortunata famiglia Finch, funestata dalle morti premature della quasi totalità dei componenti della famiglia. Nonostante la sua famiglia avrebbe potuto contare, alla sua nascita, due bisnonni, due prozii, due prozie, il nonno, due zii, sua madre e un fratello, la maggioranza erano morti. Infatti erano vivi soltanto la bisnonna Edith Sr. "Edie" Finch, il prozio Walter Finch (vivo all'insaputa degli altri), la madre e il fratello.

Si hanno poche informazioni riguardanti la sua infanzia. Si sa che è nato in India nel 1992, e sicuramente vi è rimasto fino ai 7 anni. Nel periodo compreso tra il 1999 e il 2002 il padre morì, e la madre decise di tornare nella casa di famiglia negli Stati Uniti d'America (e probabilmente è qui che decise che i figli avrebbero mantenuto il suo cognome). Nel 2002, nel giorno del suo decimo compleanno, la bisnonna Edie gli regalò la sua stanza da letto: un'ennesima aggiunta alla casa di famiglia. Questa stanza, chiamata "castello", divenne lo studio artistico di Milton, che fin da piccolo aveva mostrato un eccezionale talento artistico. Tutto questo fino al 2003, anno in cui decise di andarsene.

Nel periodo di tempo tra la sua nascita e il 2003 avvengono due fatti che segnararono la vita di Milton. Il primo avvenne mentre era su una spiaggia al mare, e dopo una giornata di lavoro era riuscito a completare un castello di sabbia (che sempre ricorderà come "il mio primo castello"), che però tuttavia venne spazzato via da un'onda. Da quel momento Milton odiò il mare e promise a sé stesso di riuscire a creare un'opera destinata a durare in eterno.

La seconda è che Milton, in maniera mai chiarita, venne in possesso di un pennello magico. Stando a quanto riferito dal black notes da lui stesso disegnato, si accorse che era magico quando dopo aver dipinto un uomo questo starnutì. Nonostante questo elemento "magico" sia in contrasto con l'ambientazione realistica e verosimile di What Remains of Edith Finch, uno sviluppatore ha dichiarato che il fatto è canon (e che quindi esista una qualche forma di magia nell'universo di gioco).

La scomparsa e il regno pittorico[modifica]

I fatti intorno alla sua scomparsa non sono mai stati totalmente accertati. Da quanto afferma lo stesso Milton nelle battute finali di The Unfinished Swan fu lui stesso ad andarsene di casa in una notte buia, e da What Remains of Edith Finch ciò sarebbe accaduto nel 2003. Tuttavia non è certo sul come se ne sia andato, né quali siano state le ragioni. Se si vuole credere al block notes di Milton, questi avrebbe disegnato una porta in un quadro e l'avrebbe aperta passando attraversa ad essa (non prima di aver disegnato il suddetto block notes). In effetti si può trovare il suddetto quadro all'interno della camera, e visto che è considerato canonico il potere del suo pennello potrebbe essere andata come descritto.

Dal momento che nei quadri in The Unfinished Swan è rappresentato come un adulto si ha un buco di circa 20 anni su cosa abbia fatto. Ricostruendo i fatti attraverso le sue parole, sarebbe riuscito a trovare uno spazio creabile attraverso il potere del suo pennello, di cui si autoproclamò Re, titolo con cui è conosciuto nel gioco. Ci sarebbe stato già qualcos'altro prima del suo arrivo, di cui provvide a dipingersi sopra. È assai probabile che in questo periodo abbia creato gli elementi caratteristici del suo regno: il giardino, il labirinto, il castello e la torre. Si sa inoltre che prima di dipingere si dedicò all'attività di vasaio.

Desideroso com'era di creare un'opera perfetta e destinata a durare in eterno, non la colorò mai lasciandola tutta bianca, ritenendo che nessun colore esistente era degno del suo regno. Le sue opere erano bianche nel senso letterale della parola: nonostante gli oggetti esistessero e avessero una propria fisicità, erano invisibili a causa del fatto che neppure i bordi erano stati colorati. Tuttavia il regno si stava popolando di sudditi (di cui è ignota la provenienza), e questi si lamentavano del fatto di non riuscire manco a capire dove andassero, così cominciarono a dipingere di loro spontanea volontà il tutto. Agli occhi di Milton questa era una rovina al suo regno perfetto, e bandì tutti i pennelli magici nel regno ad eccezione del suo.

Il problema dei rampicanti[modifica]

Concentrato com'era sul suo progetto di creare un regno esteticamente perfetto, Milton fu totalmente incurante del lato pratico. Il labirinto intorno al suo castello causava smarrimenti in essi e ritardi mostruosi, la città non era provvista di una rete fognaria, che aggiunse solo quando i sudditi per fare i loro bisogni cominciarono ad usare i vasi creati dal Re in precedenza. Ma il vero problema che dovette affrontare fu quello dei rampicanti.

Il regno si stava sempre di più popolando di sudditi, e come tale aumentavano anche i rifiuti. Per risolvere questo problema dipinse un canale sopra la via principale, che spazzò via i rifiuti (e i bambini troppo lenti per scappare). Ma questa soluzione generò dei rampicanti, che crebbero a causa dell'acqua. Dal punto di vista di Milton ciò era una minaccia alla perfezione del suo regno, e cominciò una massiccia campagna di disinfestazione. Ma il popolo, che era stufo dei continui decreti reali, di nascosto le innaffiava. Visto che il problema non si risolveva, decise di disegnare un potente solvente a cui aggiunse superbia e crudeltà: fu una scelta di cui se ne pentì subito, poiché comincio a cancellare le cose.

Dopo che il solvente cancellò tutto il corpo di guardia reale, metà dello zoo, e tre gazebo pieni di menta, Milton lo affrontò insieme ad un gigante ed ad un ippopotamo col dono della parola. I tre riuscirono a scacciare il solvente in mare, dove si sciolse: non tornò più, anche se per diversi anni il mare divenne nero. Tuttavia dopo un po' di tempo i sudditi furono completamente scocciati e decisero di andarsene altrove. Gli unici che rimasero furono l'ippopotamo e il gigante (tanto leale quanto pigro).

La Regina[modifica]

Amareggiato dal popolo, che secondo la visione di Milton era gretto e incapace di comprendere il valore della sua opera, decise di andarsene. Disegnò una barca e se ne andò verso un'isola non troppo lontana da città, promettendosi che un giorno sarebbe tornato a completare ciò che nel suo regno aveva lasciato incompiuto: sarà una promessa che mai rispetterà. Quando giunse sull'isola decise di non creare più un regno perfetto, destinato per forza a sudditi imperfetti, e decise di mettere su famiglia. Per prima cosa cominciò a disegnare la casa, poi decise di prendere moglie. Dato il suo carattere poco socievole, disegnò pure quella, creando una versione femminile di sé stesso di cui se ne innamorò immediatamente.

La donna in questione viene chiamata "la Regina", e non è noto se abbia un nome proprio. Con lei si aprì un periodo particolarmente felice per Milton: adorandola come non mai, la riempì di doni, di cui tuttavia lei se ne disinteressò con l'eccezione del primo dono, il quale era un pennello d'argento magico. Nel mentre continuava a progettare stanze e a dipingere, creando addirittura uno spazio pittorico di progettazione, ma non era mai soddisfatto del lavoro. Nel mentre la Regina si dilettava a dipingere vari animali che lasciava sempre a metà. Essendo la versione femminile di Milton aveva ereditato sia lo straordinario talento artistico sia l'incapacità di portare a termine un'opera.

Qualche tempo dopo scoprì che la Regina era incinta di suo figlio. Tuttavia, per motivi ignoti, la notte prima di partorire essa decise di partire all'insaputa del Re, portandosi dietro con sé il pennello d'argento e il suo ritratto preferito: quello che ritraeva un cigno incompiuto. Il figlio verrà chiamato Monroe, e tecnicamente il suo nome completo è Monroe Finch.

Il sogno e l'incontro con Monroe[modifica]

L'abbandono da parte della Regina fu un durissimo colpo per Milton, il quale per nove anni fu incapace di produrre qualsiasi cosa. Poi un giorno, colto da una visione, decise di creare un'ultima cosa: un monumento a sé stesso in modo tale da passare alla storia. Ma non era riuscito ancora a completare il modellino del progetto che si accorse che i suoi poteri pittorici si erano indeboliti. Ciò nonostante riuscì a portare avanti il progetto fino ad una fase avanzata, fino a quando il suo potere non si esaurì. Da allora non fu capace di completare nessuna delle sue opere, fino a quando una notte addormentandosi in una stanza all'interno del monumento addirittura non riuscì a finire il suo sogno, rimanendovi intrappolato.

Nel suo sogno si immaginò di essere nella casa in cui è cresciuto. La stanza in cui si trovava non è riferibile ad una della casa dei Finch, ma ciò è probabilmente giustificato dal fatto che si trattava di un sogno (e dal fatto che The Unfinished Swan è precedente a What Remains of Edith Finch). Sentì bussare alla porta, ma come aprì ed uscì trova prima tutto bianco, poi scoprì che qualcuno aveva rovinato il suo giardino completamente bianco riempendolo di vernice, e una statua di sé stesso lo avvisò che qualcuno sta rovinando tutto. Avanzando trovò prima il suo labirinto, rimasto incompleto, e poi la sua città, infestata dai rampicanti. Qua, con una chiara rottura della quarta parete, era perfettamente conscio che nel sogno vi erano dei riconoscimenti (quelli di The Unfinished Swan) e i sottotitoli.

Proseguendo nel sogno arrivò nella foresta antistante alla casa e poi alla casa stessa, rimasta a metà. Subito dopo sognò di assistere al suo stesso funerale, il cui unico a cui ad assistere era Monroe, il quale non potendo essere riconosciuto da suo padre venne indicato come un semplice ragazzino. Successivamente il cigno incompiuto, che era tornato nel regno pittorico, apparì nel sogno gigantesco e distrusse la vetrata della cappella in cui si trova. Questo permise a Milton di poter avanzare verso la sua ultima creazione, il monumento, e si accorse di come si avvicina diventava sempre più grande, fino a quando arrivando allo stesso monumento questo crollò con suo semplice tocco. Andando ancora avanti poté vedere tutte le sue creazioni, di cui si rese conto che non potevano durare in eterno: sarebbero diventate polvere o qualcun altro ci avrebbe dipinto sopra, come lui stesso aveva fatto con le opere precedenti. Infine vede lo stesso universo esplodere, e diventando conscio del fatto che era in un sogno aveva la sensazione di come al suo risveglio tutte le sue opere sarebbero state davvero distrutte.

Forse inconsapevolmente aveva avvertito la presenza di Monroe nel suo regno e di come quest'ultimo, esplorandolo, lo aveva modificato proprio come lo aveva sognato. Tuttavia non era triste, anzi si rese conto di quanto si era divertito a crearle e non provava rimorsi nella sua vita. A quel punto si sveglio, pochi istanti dopo che Monroe entrò nella stanza. Qua raccontò a lui e all'ippopotamo (che lo stava vegliando durante il sonno) del sogno. Come finì il discorso, regalò il suo pennello magico al ragazzino con la speranza che un giorno avrebbe potuto dire "È un uomo migliore di suo padre." Con questa frase quindi in un qualche modo Milton si rese conto di essere di fronte a suo figlio, anche se non è spiegato come. Monroe se ne va via dalla stanza, mentre lui rimane lì. Da quel momento nulla di più si sa di lui.

La questione più controversa riguarda la sua età al momento dell'incontro con Monroe. L'ultima data certa è il 2003, anno in cui Milton aveva 11 anni, mentre poi successivamente non si hanno più date e i riferimenti temporali si fanno rarefatti. A giudicare dai dipinti doveva essere intorno alla trentina d'anni quando accadde il problema dei rampicanti, e verosimilmente tra esso fino al momento dell'abbandono della regina intercorre un tempo di almeno un paio d'anni. Da qui si sa che passano sicuramente 9 anni, e dopo qualche tempo comincia il suo sogno. Quindi al momento dell'incontro con Monroe era già intorno sui 40 se non 50 anni. Tuttavia l'aspetto con cui appare è quello di un vecchio, ed addirittura si sogna il suo stesso funerale, segno che quindi dovrebbe avere molti più anni. Data questa almeno apparente incongruenza sui tempi non è possibile indicare neppure un'età indicativa per Milton.

Aspetto[modifica]

Sul come sia fatto di aspetto Milton è difficile da sapere, poiché la maggior parte dei suoi ritratti sono stati realizzati secondo il suo stile pittorico: bianco e nero, e con una certa stilizzazione. Gli unici aspetti "certi" che si hanno sono di quando aveva 10 o 11 anni, quando la sua bisnonna gli fece un ritratto realistico, e di quando diversi decenni dopo incontra Monroe, unica volta in cui lo si vede direttamente. In realtà vi sarebbe addirittura una fotografia ritraente lui ad una festa di compleanno, utilizzata per gli annunci di scomparsa, ma risulta sfocata sul soggetto.

Da giovane si sa per certo che fosse magro, non troppo alto e con i capelli neri. Crescendo la maggior parte dei dettagli si perdono nello stile dei quadri che lo ritraggono, da cui è possibile ricavare che fosse diventato alto e piuttosto grosso, e inoltre gli erano cresciuti dei baffi imponenti e teneva la barba. Ciò va coincidere con quanto si può vedere di lui all'incontro con Monroe, in cui in aggiunta tiene anche i capelli lunghi. Una particolarità rilevante sta nella sua corona: è sempre presente sul suo capo, perfino nella sua foto e nel suo ritratto da ragazzo.

Personalità[modifica]

La personalità di Milton è quella di un'artista incompreso. Nel corso di tutta la sua vita è ossessionato dall'idea di creare un'opera perfetta, destinata a durare in eterno. Ciò è dovuto all'episodio del castello di sabbia distrutto dalla marea, cosa che incise profondamente sulla sua psiche. Di conseguenza si è sempre impegnato per riuscire in questo suo progetto, e nella sua idea di perfezione arriva a compiere anche scelte come creare strutture esteticamente perfette nella sua visione delle cose ma per nulla funzionali, fino addirittura a lasciare tutto bianco perché riteneva che nessuna colore fosse degno.

Tra i suoi difetti può essere sicuramente annoverata l'arroganza, visto che quando il popolo del suo regno si lamentava delle sue opere lui in risposta perseverava e lo riteneva gretto. Addirittura quando dipinse sua moglie creò una versione femminile di sé stesso, di cui se ne innamorò subito, anche se è difficile se fosse per un suo narcisismo o per il generico grande amore che aveva nelle sue opere. Inoltre il suo ultimo tentativo di creare un'opera eterna fu quello di un monumento a sé stesso. A questo si può aggiungere una frase trovabile in The Unfinished Swan sotto una sua statua: "Ed egli stesso era la più grande delle sue opere". Per quanto possa essere una frase del narratore e non di Milton stesso è un altro segno dell'altissima considerazione che aveva di sé.

Un'altra nota di spicco della sua personalità è il fatto di non riuscire mai a completare ciò che inizia. Viene detto che l'unica opera che mai completò fu il castello di sabbia in riva al mare. È difficile dire il perché di questo motivo, soggetto ad interpretazioni. Probabilmente è una conseguenza della sua ossessione di perfezione: come avanza in un'opera e trovava un qualcosa che non la rendeva degna del suo progetto l'abbandonava immediatamente. Tuttavia è anche vero che la Regina, che aveva lo stesso carattere di Milton, lasciava i suoi quadri a metà per una vera e propria incapacità di finire i suoi lavori (delle sue oltre 300 tele nessuna fu mai completata), quindi può essere anche un difetto vero e proprio. Si potrebbe anche affermare che non è totalmente vero che non riuscì mai a completare le sue opere, poiché nei due titoli sono presenti dei suoi quadri finiti, ma visto il pensare in grande di Milton probabilmente egli stesso non le considerava opere vere e proprie.

Soltanto avanti negli anni riuscì a capire in sogno l'impossibilità del suo progetto di perfezione. Nessuna opera può durare in eterno, poiché o sarebbe diventata polvere (fosse anche alla fine dell'Universo) oppure qualcun altro l'avrebbe modificata dipingendosi sopra. È una consapevolezza che accetta con serenità, rendendosi conto che si era comunque divertito a dipingere le sue opere, non avendo alcun rimorso di ciò che aveva fatto in vita.

Bisogna inoltre far notare di come Milton sia uno dei pochi "sopravvissuti" all'apparente maledizione della famiglia Finch. Se si vuole credito alla teoria di sua sorella Edith Jr., essa sarebbe generata non da una qualche sorta di magia ma dalla convinzione stessa della famiglia di essere maledetta. È noto che Milton abbia letto almeno le storie delle morti del suo prozio Calvin e delle sue prozie Molly e Barbara, come è testimoniato da dei dipinti lasciati da lui stesso nella casa, per cui anche lui avrebbe dovuto avere la stessa convinzione. Tuttavia mai accenna a questo fatto, e per quanto la sua età sia incerta ha sicuramente raggiunto la mezza età. Con tutta probabilità la sua stessa ossessione per la sua opera lo ha salvato dall'ossessione per la morte: concentrato com'era sul suo progetto verosimilmente non ebbe pensieri per altro. Ciò potrebbe essere confermato dal fatto che quando affronta il solvente lo affronta sopravvivendo, il quale potrebbe essere segno che mai lo vide come il verificarsi della maledizione (ma soltanto come un elemento di disturbo alla perfezione della sua opera).

Abilità e poteri[modifica]

Milton ha dimostrato fin dalla tenera età di avere un talento artistico eccezionale: è possibile trovare nella casa dei Finch dei quadri e dei modelli creati da esso quando aveva un'età compresa tra i 7 e gli 11 anni. Col passare del tempo questo talento si è mantenuto stabile, poiché decenni dopo possiamo vedere che è riuscito a creare da solo un castello, un gigantesco labirinto, una città, un giardino, una casa e un monumento a sé stesso (seppure non sia mai riuscito a completarli).

Tuttavia sull'origine dei suoi poteri la questione è controversa. Nonostante venga da un mondo verosimile i due titoli fanno capire che abbia trovato un pennello magico in grado di dare vita a ciò che dipinge. Non si riesce mai a vedere il pennello in azione, ma da quanto si evince riesce a dare non una generica vita, ma proprio ciò che aveva in mente il suo ideatore, al punto da far uscire il soggetto dalla tela dandogli una propria tridimensionalità. Quest'ultimo dettaglio sarebbe valido non solo nel regno pittorico, ma anche nel mondo da cui proviene: se si vuole credere alla versione di Milton sul come se ne sia andato, avrebbe dipinto una porta su una tela e sarebbe riuscito ad aprirla passando oltre essa.

Vi è anche un altro aspetto dubbio circa questi poteri. Sebbene sia il pennello l'elemento magico, in The Unfinished Swan si dice che fossero i poteri di Milton quelli ad affievolirsi fino ad esaurirsi. Alla fine del titolo consegnerà il pennello a Monroe, affermando che il suo lavoro è finito. Questo rende incerta l'attribuzione dei poteri tra il pennello e Milton. Un supporto a favore che almeno una parte dei poteri sia di Milton sarebbe nella loro ereditarietà: non solo la Regina, versione femminile di Milton, ne era in possesso, ma anche Monroe dimostra di averli. Anche se non dipinge riesce infatti a muoversi nello spazio pittorico ed ad utilizzare i poteri del pennello d'argento senza problemi. Viceversa questo apre al fatto che forse Milton stesso a sua volta li ha ereditati da qualcuno.

Apparizione nei videogiochi[modifica]

Note[modifica]

Voci correlate[modifica]


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