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Maria Cristina Pia di Borbone-Due Sicilie

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Principessa Cristina
La principessa Cristina nel 1870
Principessa delle Due Sicilie
Stemma
Nome completo Maria Cristina Pia Anna Isabella Natalia Elisa
Nascita Roma, 24 dicembre 1869
Morte Roma, 28 marzo 1870
Luogo di sepoltura Basilica di Santa Chiara, Napoli
Dinastia Borbone-Due Sicilie
Padre Francesco II delle Due Sicilie
Madre Maria Sofia di Baviera

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Biografia[modifica]

I suoi genitori[modifica]

Esiliati a Roma (ancora sotto il dominio pontificio), per i Borbone-Due Sicilie era necessario perpetuare la loro dinastia nello scenario relativamente probabile di un fallimento del neonato (1861) Regno d'Italia. In fuga dal castello di Gaeta, dove avevano trovato rifugio, i sovrani avevano guardato alla situazione attuale come temporanea.

Supportati da altre famiglie europee sovrane, che ritenevano i Savoia come degli usurpatori del trono borbonico, i Borbone-Due Sicilie erano ben consapevoli del significato di una forte linea di sangue sano, per incoraggiare gli ex sudditi ad agire contro i Savoia.

Tuttavia, il re Francesco aveva sofferto, fin dalla nascita, di una grave fimosi non serrata, malformazione che gli impediva l’erezione e quindi di avere figli. La sua natura profondamente religiosa e timida gli aveva anche impedito qualsiasi contatto intimo con sua moglie, per vergogna di questa malformazione e per pudicizia.

Maria Sofia, dopo essere stata paziente per qualche tempo, aveva infine dato libero sfogo alla sua sensualità intraprendendo diverse relazioni extraconiugali. Da uno dei suoi amanti, il conte belga Armand de Lawayss, allora ufficiale dell’Esercito pontificio, Maria Sofia aveva avuto un figlio, una gravidanza tenuta ben nascosta da sua madre, la principessa Ludovica di Baviera, e dai fratelli per evitare uno scandalo. [1]

Viaggiando continuamente nel tentativo di distrarsi da un matrimonio deludente, la giovane regina aveva molte possibilità di incontrare nuove persone (e nuovi amanti), mentre trascorreva del tempo con la sorella favorita, l'imperatrice Elisabetta d'Austria, anch'ella in fuga dal suo infelice matrimonio.

Dopo essere venuto a conoscenza di una delle relazioni di Maria Sofia, suo cognato, l'imperatore Francesco Giuseppe I d'Austria, intervenne. Sua moglie Elisabetta, non disposta a tollerare ulteriormente la spaccatura tra Maria Sofia e suo marito, scrisse una lettera al re Francesco II, in cui tentò di convincerlo a compiere i suoi doveri coniugali, mentre invitava la sorella a tornare a Roma per ricevere un dono da lei.

Francesco, sotto la pressione dell'imperatore e della corte pontificia, decise finalmente di sottoporsi ad un'operazione per risolvere il suo problema fisico; Maria Sofia, di ritorno a Roma, trovò il regalo di sua sorella Elisabetta: un costoso letto matrimoniale.

Nascita e morte[modifica]

Nell'aprile del 1869, profondamente commosso, Francesco annunciò la gravidanza della moglie. Era tale la gioia che l'ex re volle occuparsi non solo della consorte, ma anche di tutti i preparativi, dal corredo alla scelta della balia. Assistita dalla sorella Elisabetta, giunta in incognito apposta per l'evento, Maria Sofia diede alla luce una bella, ma gracile, bambina il giorno della vigilia di Natale. Assistette al parto Antonio Panunzi, primario ostetrico dell'Ospedale di San Rocco e dell'Ospedale di Santo Spirito in Sassia. Alla bimba fu dato il nome di Maria Cristina in onore della nonna paterna, Maria Cristina di Savoia, e fu aggiunto Pia in onore del Papa Pio IX. Tutti avrebbero preferito un maschio, ma la coppia era ancora giovane e altri figli sarebbero arrivati.

La ricerca di una balia, che cominciò subito, portò, dopo due tentativi falliti, alla selezione di una robusta contadina proveniente dalle regioni settentrionali del regno.

La scelta di una governante, che guidasse efficacemente la stanza dei bambini, dimostrò di essere un compito ancora più arduo e meno fortunato. La signora inglese di mezza età che fu finalmente scelta si rivelò molto eccentrica e inadatta per adattarsi al rigido protocollo reale dei Borbone, suggerendo di far fare alla bambina bagni freddi e lasciarla ad asciugare al sole, somministrandole bevande alcoliche "per costruire carattere", e chiedendo che la balia non toccasse il neonato. Come era consuetudine, i genitori raramente visitavano i neonati (e i bambini, in genere), c'era poca supervisione che avrebbe potuto evitare che la salute della bambina si deteriorasse rapidamente per via di queste bizzarrie.

Il fastoso battesimo avvenne cinque giorni dopo la nascita a Palazzo Farnese a Roma con il cardinale Giacomo Antonelli, in rappresentanza di Papa Pio IX, e la zia materna Elisabetta che fecero da padrini. Per l'occasione era accorsa tutta la nobiltà napoletana, diplomatici, prelati e tutte le sorelle di Maria Sofia. L'aristocrazia partenopea portò, tra i molti doni, una culla fatta venire da Parigi.[2] La celebrazione voleva essere un contraltare alle manifestazioni avvenute nella vecchia città di Francesco e Maria Sofia, dove Margherita di Savoia aveva dato alla luce il futuro Vittorio Emanuele III. La Chiesa di Roma aveva snobbato l'evento a causa dei contrasti con la famiglia regnante e anche i filoborbonici guardavano alla nascita di Maria Cristina come al vero parto regale dell'anno.

La salute della principessa, però, peggiorò progressivamente. Il corpicino si riempì di pustole. Furono chiamati i medici più famosi, ma non si riuscì ad evitare il peggio. Maria Sofia vegliò disperata fino all'ultimo la piccola Maria Cristina, che le morì tra le braccia. La sua morte, ad appena tre mesi di età, scosse per sempre i rapporti fra i suoi genitori: Maria Sofia lasciò Roma, dove non fece più ritorno, mentre Francesco diventò ancora più introverso, perdendo interesse per le funzioni reali e dedicando il suo tempo quasi completamente alla preghiera e alle funzioni religiose.

La piccola fu sepolta presso la chiesa dello Spirito Santo dei Napoletani a Roma; i suoi resti sono stati tradotti il 18 maggio 1984, insieme con quelli dei genitori, nella cappella di famiglia dei Borbone di Napoli all’interno della basilica di Santa Chiara, dove la famiglia, riunita, riposa accanto alle altre salme di Casa Borbone.

Ascendenza[modifica]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Francesco I delle Due Sicilie Ferdinando I delle Due Sicilie  
 
Maria Carolina d'Asburgo-Lorena  
Ferdinando II delle Due Sicilie  
Maria Isabella di Borbone-Spagna Carlo IV di Spagna  
 
Maria Luisa di Borbone-Parma  
Francesco II delle Due Sicilie  
Vittorio Emanuele I di Savoia Vittorio Amedeo III di Savoia  
 
Maria Antonietta di Borbone-Spagna  
Maria Cristina di Savoia  
Maria Teresa d'Asburgo-Este Ferdinando d'Asburgo-Este  
 
Maria Beatrice d'Este  
Cristina di Borbone-Due Sicilie  
Pio Augusto in Baviera Guglielmo in Baviera  
 
Maria Anna di Zweibrücken-Birkenfeld  
Massimiliano Giuseppe in Baviera  
Amalia Luisa di Arenberg Louis-Marie, Duca di Arenberg  
 
Marie Adélaïde Julie de Mailly  
Maria Sofia di Baviera  
Massimiliano I Giuseppe di Baviera Federico Michele di Zweibrücken-Birkenfeld  
 
Maria Francesca del Palatinato-Sulzbach  
Ludovica di Baviera  
Carolina di Baden Carlo Luigi di Baden  
 
Amalia d'Assia-Darmstadt  
 

Titoli e trattamento[modifica]

  • 24 dicembre 1869 – 28 marzo 1870: Sua Altezza Reale, la principessa Cristina di Borbone-Due Sicilie

Note[modifica]

  1. L' Imperatrice Sissi di Erika Bestenreiner
  2. D. Farina, Polemiche sulla culla di Vittorio Emanuele III, in L'Osservatore Politico Letterario, Milano, novembre 1969, pp. 56-59

Bibliografia[modifica]

Arrigo Petacco, La regina del sud, Milano, Mondadori, 1992. ISBN 8804433914

Voci correlate[modifica]

Altri progetti[modifica]


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