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Giro dei condotti

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Giro dei condotti
Ponte Sanguineto
Localizzazione
StatoItalia Italia
Divisione 1Umbria Umbria
Divisione 2Perugia Perugia
Divisione 3Spoleto
Percorso
InizioFortilizio dei Mulini
FineQuartiere Ponzianina
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Lunghezza1,8 km
Dettagli
Difficoltàfacile
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Giro dei condotti
Panorama dal Giro dei condotti verso la valle spoletana
Rupi sovrastanti il Giro dei condotti
Tratto sopra il ponte Sanguineto

Il Giro dei condotti, detto anche strada bianca[1], è un sentiero pedonale montano che dal Ponte delle Torri, in prossimità del centro storico della città di Spoleto, costeggia le ripide pendici del Monteluco a quota 440 m e con andamento pianeggiante raggiunge l'ex monastero di Santa Maria inter Angelos (localmente detti Le Palazze), per poi ridiscendere nella parte bassa della città.

La realizzazione dell'itinerario fu resa possibile nel 1891 dai lavori di sistemazione dell'acquedotto di Patrico[2] che insieme all'acquedotto di Cortaccione portava acqua al Ponte delle Torri[3]. La denominazione "giro dei condotti" deriva dal fatto che il suo piano di calpestio copre le antiche condutture.

È un suggestivo percorso naturalistico e storico che offre eccezionali scorci panoramici verso Spoleto e la valle spoletana, fino a Trevi, Spello, Assisi, Perugia, il Subasio, Montefalco.

Descrizione[modifica]

È ricavato su un suolo ripidissimo e incontra profondi canaloni: la valle del torrente Tessino, il fosso di Valcieca, il fosso Sanguineto e oltrepassa l'omonimo ponte. Un tratto del percorso si inoltra all'interno della lecceta di Monteluco, sito di interesse comunitario[4].

Il tragitto pianeggiante è lungo circa 1800 m. Sotto il sentiero corre il cunicolo dell'acquedotto che si presenta come muratura di sostegno dello stesso sentiero. Sulla parete del condotto ci sono diverse aperture rettangolari probabilmente utili all'ispezione e al controllo del cunicolo che appare realizzato a cielo aperto e ricoperto da lastroni di pietra locale. Il condotto scavalca la gola della Valcieca sopra un ponte ad arco unico ribassato detto Ponte Sanguineto. Prosegue verso nord-ovest e scorre al di sotto di un sentiero sul colle Ciciano per incontrare l'antico monastero di Santa Maria inter Angelos[5].

La vegetazione è varia e abbondante: si cammina tra eriche, ginepri, elci, bosso, timo, felci, rovi, lentischi, corbezzoli, ciclamini e rose selvatiche.

Oltre alle bellezze naturali, il sentiero permette di visitare antichi monasteri e eremi, disseminati lungo il percorso o nelle immediate vicinanze, quasi tutti in rovina, legati al Movimento eremitico sul Monteluco.

Numerose attrezzature sportive allestite nei tratti più ampi, ne fanno un piacevole percorso salute.

Tragitti[modifica]

Il sentiero, partendo dal il Ponte delle Torri, passa accanto al Fortilizio dei Mulini, sovrasta l'eremo di San Leonardo, raggiunge il belvedere; qui è possibile imboccare il ramo di sinistra e scendere fino alla ex chiesa di Santa Elisabetta, proseguire per un ripido sentiero tra bosco e ulivi e arrivare velocemente in città, all'altezza del quartiere della Ponzianina. Oppure proseguendo in piano, dopo il ponte Sanguineto, si arriva fino al duecentesco monastero di Santa Maria inter Angelos, recentemente restaurato e adibito a moderna struttura ricettiva; da qui si può scendere per una strada sterrata fino ai 350 m nella parte bassa della città, in prossimità del complesso di San Ponziano.

Indicazioni dei sentieri

Un'altra possibilità, sempre dopo il ponte Sanguineto, è salire per Monteluco e raggiungere la Valnerina, passando prima a visitare l'antico eremo di Sant'Antimo, Borgo Campo Cappello, la boscosa Valcieca, il valico di Castelmonte, la frazione di Vallocchia, ecc.

Note[modifica]

  1. Era così chiamato dalla gente del posto probabilmente per contrapposizione con il colore rossastro delle rocce e del fondo stradale dovuto alla presenza della scaglia rossa. Cf.: Lamberto Gentili, Luciano Giacché, Bernardino Ragni e Bruno Toscano, L’Umbria, Manuali per il Territorio. Spoleto, Roma, Edindustria, 1978, p. 439.
  2. Lamberto Gentili, Spoleto formato cartolina. Album di storia urbana 1890-1940, Spoleto, Associazione pro Spoleto, 1986, p. 59.
  3. Carlo Bandini, Il fonte e gli acquedotti, in Monte Luco, con prefazione di Ugo Ojetti, Spoleto, Claudio Argentieri Editore, 1922, p. 81.
  4. Natura 2000 - Standard data form
  5. Giuliano Macchia, Dorica Manconi, Olindo Stefanucci e Luciano Zannoni, Dare acqua a Spoleto. L'acquedotto antico del Cortaccione, Spoleto, Il Consorzio della Bonificazione Umbra, 1998, pp. 51 e seg..

Bibliografia[modifica]

  • Carlo Bandini, Il fonte e gli acquedotti, in Monte Luco, con prefazione di Ugo Ojetti, Spoleto, Claudio Argentieri Editore, 1922, p. 69.
  • Lamberto Gentili, Luciano Giacché, Bernardino Ragni e Bruno Toscano, L’Umbria, Manuali per il Territorio. Spoleto, Roma, Edindustria, 1978, pp. 436 e seg..
  • Mario Sensi, Storie di bizzoche tra Umbria e Marche, Roma, Edizioni di Storia e letteratura, 1995, pp. 72 e 73.
  • Giuliano Macchia, Dorica Manconi, Olindo Stefanucci e Luciano Zannoni, Dare acqua a Spoleto. L'acquedotto antico del Cortaccione, Spoleto, Il Consorzio della Bonificazione Umbra, 1998, pp. 51 e seg..

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