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Giovanni Lazzarini (pittore)

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Biografia[modifica]

Giovanni Lazzarini nasce a Viareggio il 25 maggio 1923 da una famiglia di marinai. Il padre è comandante del veliero 'Il Garibaldino' e, come era solito all'epoca, durante il periodo estivo parte per i suoi viaggi portando con sé la moglie e i figli. Questa sarà per lui un'esperienza significativa perché vivrà a contatto con il mare e con i marinai dei quali conoscerà la vita legata ad un lavoro che mette tutti a dura prova. Dimostra fin da ragazzino una grande passione per la pittura disegnando soggetti di vita marinaresca che incide anche sui tavoli della locanda di proprietà dei genitori. La famiglia però non lo sostiene in questa sua attitudine, ma anzi lo costringe a studiare per prendere il libretto di navigazione ritenuto un lavoro più redditizio rispetto a una vita d'artista. Ma alla scuola preferisce la darsena che diventa il luogo prediletto e che ritrae in una serie di disegni che andranno perduti perché ritenuti da lui solo scarabocchi giovanili. Partecipa alla guerra come soldato addetto al rifornimento dei sommergibili che lo lascerà sconcertato e traumatizzato tanto da non volerne parlare mai più. Dal 1953 inizia a dedicarsi al Carnevale dimostrando il suo temperamento irriverente e polemico nei confronti della vita politica e sociale dell'epoca. Riemerge nei suoi soggetti quel carattere anarchico tipico degli uomini di mare con cui ha convissuto da bambino e che gli provoca non pochi problemi. Apporta tuttavia un rinnovamento alla manifestazione viareggina grazie a uno stile e a una originalità che contraddistinguono la sua opera. Questo è dimostrato dal carro Arriva Mao che associa al forte impatto spettacolare una satira politica tanto dissacratoria da causargli un processo e una condanna dal Tribunale di Lucca. Nel frattempo si rivolge anche alla pittura e alla scultura fino a lasciare il lavoro di carrista nel 1976 per dedicarsi totalmente alla professione di pittore. Inizia in questo momento un'attività di studio e ricerca per appropriarsi di una tecnica e di uno stile tutti suoi. Nel 1991, sul già esistente murales realizzato negli anni ’70, affresca la facciata della Camera del lavoro di Viareggio per celebrare i novant'anni dell'edificio che per la città non è soltanto un centro sindacale, ma anche un luogo in cui convivono esperienze di vita sociale e culturale. Il dipinto, a differenza del precedente dai toni fortemente politici, omaggia i comuni della Versilia mettendo in primo piano le varie caratteristiche delle cittadine versiliesi. Durante gli ultimi anni di vita sperimenta vari stili, così come sempre ha fatto, ricercando incessantemente nuovi linguaggi che lo soddisfino. Muore il 17 marzo 2003 dopo aver dato un'ultima pennellata al dipinto a cui stava lavorando.

Stile[modifica]

Giovanni Lazzarini utilizza durante la sua carriera di pittore stili diversi che vanno dal carboncino, alla china, alle serigrafie unite alle pitture ad olio e acrilici o all'affresco tipico dei murales. La sua continua sperimentazione, che non lo limita nelle tecniche, si ritrova anche nei soggetti. Inizia con ritrarre la ferrovia che vede dai capannoni del Carnevale in cui lavora come carrista, passa poi a dipingere cancellate tema, però, che abbandonerà molto presto. Ma ciò che lo caratterizza e lo fa conoscere e ricordare sono le gigantesche figure di marinai che vivono sul mare e per il mare, sono le loro donne che aspettano il rientro dei mariti intrattenendosi a parlare o a svolgere lavori domestici. Uomini dai tratti duri in volto tipici della gente che vive a contatto con il sole, l'acqua salata e la salsedine che incidono rughe ed espressioni; uomini dalle mani e dai piedi esageratamente grandi le cui nocche sono deformate dal lavoro e dalla fatica, ma che allo stesso tempo suggeriscono un senso di potenza rassicurante rappresentano i tratti tipici della pittura di Menghino. Scene di vita quotidiana legate al lavoro dei marinai e delle donne dei marinai imprimono sulle sue tele una storia che riprende la storia dei padri e dei nonni di tutta la comunità viareggina che vive di pesca e di attesa speranzosa, di feste di paese e di mercati, di processioni sacre e di locande portuali. E il nero della china e del carboncino si alterna ai colori acrilici vivaci che evidenziano la luce di un sole estivo accecante, quasi privi di sfumature e per questo legate anche a uno stile naif che rimane comunque fedele al carnevale nei soggetti pittorici e scultorei delle sue ultime opere.

Premi e riconoscimenti[modifica]

  • 1965, Viareggio, 1º Premio Maschere e carnevale
  • 1967, Biennale delle Marche, Ancona
  • 1967, Primo Premio «Nuova Figurazione Casa della Cultura, Livorno
  • 1968, Medaglia d'oro premio «Charitas», Viareggio
  • 1969, Biennale delle Marche, Ancona
  • 1969, Primo premio Città di Sora» (FR)
  • 1969, Premio «Mino da Fiesole (FI)
  • 1969, 1º Premio «Viareggio
  • 1972, Premio «Marino Mazzacurati
  • 1983, Med. d'oro del Presidente della Repubblica «Premio Luzzara» (RE)
  • 1983, Biennale di scultura, Reggiolo (RE)
  • 1984, Sala omaggio «Premio int.le pittori naif» - Luzzara (RE)
  • 1984, Primo premio scultura «Manciano (GR)

Principali mostre personali e collettive[modifica]

  • 1976, Galleria «Pananti» Firenze (Coll.va)
  • 1977, Sala di Rappresentanza, Palazzo Comune di Viareggio
  • 1978, Galleria «Menghelli» Firenze
  • 1979, Galleria Navicella>>, Viareggio
  • 1979, Villa «Guillot-Fonzago-Loni», Padova
  • 1980, Galleria Verrocchio 2, Pescara
  • 1983, Rocca Medievale dei Gonzaga, Reggiolo (RE)
  • 1985, Palazzo Paolina, Viareggio
  • 1986, Centro Culturale Polivalente, Mirandola (MO)
  • 1986, Galleria Civica, Mirandola (MO)
  • 1986, Mostra collettiva, Sala delle Esposizioni, Bruxelles (Belgio)
  • 1986, Il Marmo, Le Sorgenti, Il Mare Piazza Pellerano, Marina di Massa
  • 1986, Palazzo Esposizioni, Luzzara (RE) 1987, Collettiva, Palazzo Esposizione Amsterdam (Olanda)
  • 1987, Casa della Cultura, Livorno
  • 1988, Villa Gori, Stiava (LU)
  • 1988, Hotel Ariston>, Lido di Camaiore (LU)
  • 1988, Centro Congressi, Principe di Piemonte, Viareggio
  • 1988, Collettiva, Zurigo (Svizzera)
  • 1988, Salle de L'Aubette», Piazza Klèber, Strasburgo (Coll.va)
  • 1989, Centro Culturale «Maison de L'Europe, Bruxelles (Belgio) Coll.va)
  • 1999, Museo Nazionale, Kecskemet (Ungheria) (Coll.va)
  • 1999, Palazzo D'Ercole, Bologna (Coll.va)
  • 1989, Rocca del Garda, Riva del Garda (Coll.va)
  • 1989, Torre Matilde, Viareggio
  • 1990, Maestri Naif, Lazzara (RE)
  • 1990, Galleria Art Project, Viareggio
  • 1990, Omaggio a C. Zavattini, Mostra di scultura, Luzzara (RE)
  • 1990, Museo Int.le. Deputacion Provincial di Jaen (Spagna)
  • 1992, Sala sperimentale, Galleria del Popolo, Mirandola (MO)
  • 1998, Sala sperimentale. Chiostro Lodigiani, Luzzara (RE)
  • 1994, Centro Polivalente, Rimini
  • 1994, Sala Convegni, Bagnolo S. Vito
  • 1995, Centro Arte, Modena
  • 1995, Galleria Basellato, Asiago
  • 1995, Palazzo Pretorio, Pontassieve (FI)
  • 1996, Palazzo delle Muse, Viareggio

Hanno scritto di lui: Mario De Micheli. Elio Mercuri, Tommaso Paloscia, Franz Arrighini, Adolfo Lippi. Edis Mucci, Mauro Innocenti, Luciano Marcapri, Nicola Micieli. Tony Bonavita, Leonida Repaci, Renzo Margonari, Dino Vilani. Alfonso Gatto, Franco Passoni. Elbos Ferrarese, Raffaele De Grada, Dino Oliviero Bagini, Gianfranco Berardi, Lisa Domenici. Lorenno Greco, Giorgio Kaisserliam, Liana Bartolon. Marzio Dall'Acqua, Gianni Toti. Alfredo Giamobo. Silvio Micheli, Emilio Poszi. Clemente Risi. Astella Serafini


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