Daniele Nardi
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Biografia[modifica]
Sin da piccolo vive a contatto con le montagne, come il Monte Semprevisa.[1] Soprannominato Romoletto[2], comincia ad andare in montagna con la famiglia trascorrendo vacanze estive sulle Alpi.[3]
A 16 anni, con uno spezzone di corda da imbarcazione, inizia ad arrampicare sulle montagne vicino a casa. Nel 1995 affronta il suo primo 4000 in solitaria scalando le Grandes Jorasses. Dai 21 anni affronta le pareti dei quattromila alpini.
Nel 2001 parte per il suo primo ottomila partecipando a una spedizione sul Gasherbrum II e, l'anno successivo, tenta la vetta del Cho Oyu, alla quale rinuncia vicino alla sommità per un principio di congelamento. Nel 2004 scala l'Everest. Nel 2005 raggiunge la cima middle dello Shisha Pangma (8.027 metri). Nel 2006 scala l'Aconcagua con un gruppo di alpinisti del Lazio, nell'ambito della spedizione "Missione città di Latina". Nello stesso anno tenta la vetta del Makalu e il Nanga Parbat (8.125 metri) passando dal versante Diamir e il Broad Peak (8.045 metri).[4]
Il 20 giugno del 2007 scala il K2 nella spedizione "K2 Freedom 2007", seguita dalla Rai, che realizza un film documentario intitolato K2: Il sogno, l'incubo curato da Marco Mazzocchi e trasmesso su Rai 2, in due parti, nell'ottobre 2007. Il documentario descrive la spedizione di Daniele Nardi, capo spedizione, Mario Vielmo, Stefano Zawka, Michele Fait[5] e Pietro Desanctis. Nardi arriverà in vetta alle 15,59 del 20 luglio con i russi, Oh Eh Sun e il trio statunitense e l'iraniano Kazeem. Dopo una breve sosta in vetta, comincia la discesa e incrocia i due compagni Vielmo e poi Zavka, a circa 150 metri dalla vetta. Arriverà a campo 4 alle 20,00 circa. Stefano Zavka, sorpreso da una bufera al rientro dalla vetta raggiunta in tarda serata con Mario Vielmo, non riuscirà a tornare, scomparendo sulla montagna. Il giorno seguente tutte le spedizioni rientrano. Durante la discesa La pagina Modulo:Chiarimento/styles.css è priva di contenuto.Bowie[Chi?] riporta dolori alla gamba e non può più camminare. Fait e Nardi lo calano in due giorni lungo la via di salita.[6]Questa versione, tuttavia, è smentita dal racconto dei componenti il team americano, nella quale Bowie non viene affatto aiutato dagli italiani, la caduta di Bowie descritta nel libro di Nardi si arresta da sola (e non con l'aiuto dello stesso).[7] La pagina Modulo:Vedi anche/styles.css è priva di contenuto.
Nel 2009 tenta una via nuova sulla parete nord dell'Ama Dablam. La via di salita avrebbe permesso di raggiungere la vetta dello TsuRo Ri di 6.200 metri che poi avrebbe portato attraverso una cresta lunga e sottile alla vetta dell'Ama Dablam, cima di fronte all'Everest. La via resta incompleta a 200 metri dalla cresta. Con Lorenzo Angelozzi apre una nuova via intitolata Telegraph Road, di oltre 1.000 metri, sul Farol West (6.370 metri), in Pakistan.[8] Con lo stesso Angelozzi, conquista una cima inviolata di 6.334 metri, chiamata proprio da Nardi "Peak of Freedom" o "Punta Margherita".[9]
Nel 2011 partecipa all'operazione "Share Everest", progetto del Comitato EvK2 CNR con l'obiettivo di installare e ripristinare la stazione meteorologica più alta del mondo, sul colle sud dell'Everest, affinché potesse fornire dati per studiare i cambiamenti climatici alle alte quote.[3] Partecipa alla spedizione con Daniele Bernasconi.
Sempre nel 2011 tenta la salita al Bhagirathi III (6457 m) nel Garhwal, Himalaya indiano, realizzata aprendo una nuova via tra il Bhagirathi III e il Bhagirathi IV. La nuova via aperta, nominata Il seme della follia… (fa l’albero della saggezza) è caratterizzata da 1.250 metri di sviluppo per 1018 metri di dislivello su terreno di ghiaccio e misto con difficoltà proposte di WI5+, M6/7, A2/A3.[10] La vetta non è raggiunta a causa dell'eccessiva neve sulla cresta finale. Impossibilitati a scendere dallo stesso versante i due si calarono dalla parte opposta. Nardi e Delle Monache, per l'apertura di questa nuova via, dedicata a Walter Bonatti, vinceranno il premio Paolo Consiglio.[11]
Nel 2015, dopo aver partecipato al tentativo di invernale sul Nanga Parbat del team di Alex Txikon, parte per una spedizione capitanata dallo spagnolo con obiettivo il Thalay Sagar, montagna indiana di 6904 metri. Non riescono a completare la salita fino alla cima ma aprono una nuova via, chiamata Askatasun Taupadak (Beats of Freedom), di circa 600 metri sui graniti dello sperone Nord Ovest, variante alla via compiuta dagli svizzeri nel 2004 Stephan Siegrist, Denis Burdet, Thomas Senf e Ralph Weber[12][13]
Nell'inverno 2013 tenta insieme a Elisabeth Revol la scalata invernale al Nanga Parbat.[14] A causa di un principio di congelamento delle dita[14] deve però rinunciare interrompendo la scalata allo Sperone Mummery (6.450 metri).
Nel 2014 ritenta la conquista invernale al Nanga Parbat, questa volta in solitaria con l'obiettivo di terminare la salita allo sperone Mummery, la via più diretta del versante Diamir verso la vetta del Nanga Parbat.[3] Partito dall'Italia il 20 gennaio 2014, rimane un mese al campo base in attesa di una finestra di bel tempo che però non giunge.[15][16]
Parte per il terzo tentativo di scalata nell'inverno del 2014-15,[17].[18][19] Parte per la spedizione il 27 dicembre 2014 insieme a Roberto Delle Monache e Federico Santini, videomaker della spedizione.[20][21] Giunge a circa 7800 metri di altitudine ma per un errore nell'individuare il canalone che porta alla vetta sulla piramide sommitale, rientrano a C4 e il giorno successivo rientrano a CB per stanchezza e le condizioni non buone di Ali Sadpara.[22]
Con Alex Txikon partecipa alla nuova spedizione organizzata da Txikon stesso sul Nanga Parbat, nell'inverno 2015-16. Dopo aver raggiunto i 6700 metri[23], disaccordi con Alex Txikon e Simone Moro (che nel frattempo si aggrega su invito al team di Txikon) fanno decidere a Nardi il ritiro dalla spedizione, con notevole strascico di polemiche.[24]
Altre attività[modifica]
Nardi è istruttore di arrampicata e alpinismo della Lega Montagna dell'UISP. È inoltre a capo del progetto Mountain Freedom, associazione con l'obiettivo di divulgare la cultura della montagna.
Dal 2009 si occupa di progetti di solidarietà in Nepal e Pakistan, portando la bandiera per i diritti umani sulle vette che scala.[15][25]
Nel 2011 partecipa col comitato EvK2 del CNR, alla spedizione Share Everest 2011. Nell'estate del 2014 partecipa a un nuovo progetto sul K2 col compito di filmare e fotografare una squadra pakistana in alta quota fino alla spalla del K2 a circa 7.900 metri.
Premi[modifica]
- Nel 2012 viene premiato dal CAI e dal CAAI (Club Alpino Accademico Italiano) con il Premio Paolo Consiglio per la via aperta nel settembre 2011 tra il Bhagirathi III ed il Bhagirathi IV, nel Garhwal, Himalaya indiano.[26][27]
- Nel 2013 ha ricevuto il Premio CONI Lazio.
Pubblicazioni[modifica]
- Daniele Nardi e Dario Ricci, In vetta al mondo. Storia del ragazzo di pianura che sfida i ghiacci eterni, Infinito Edizioni, 2015. ISBN 978-8897016717
Note[modifica]
- ↑ Daniele Nardi, Dario Ricci, IN VETTA AL MONDO, Infinito Edizioni, Formigine (MO), 2013.
- ↑ Daniele Nardi, un terrone sul tetto del mondo: «Avrei voluto fare il playboy...» gazzetta.it, 13 giugno 2013.
- ↑ 3,0 3,1 3,2 Alpinismo: Daniele Nardi, la solitudine e la scalata alla montagna assassina, ilfattoquotidiano.it, 4 febbraio 2014.
- ↑ Daniele Nardi all'assalto del gigante tabù, ilgiornale.it, 4 dicembre 2012.
- ↑ K2: il sogno, l'incubo, film documentario, 2007.
- ↑ Da Zero a Ottomila - La montagna di Daniele Nardi, film documentario, regia di Stefano Ardito, anno di produzione 2011, produzione Emme Audiovisivi, Rai Tre (Geo&Geo).
- ↑ K2 and Brotherhood of the Rope, su researchgate.net.
- ↑ Farol West, thebmc.co.uk, 13 settembre 2010.
- ↑ Daniele Nardi conquista in Pakistan un’inviolata cima e la chiama Peak of Freedom - Skiinfo, su Skiinfo. URL consultato il 3 maggio 2016.
- ↑ Citato ne Stile Alpino. Spirito ed Avventura nell’Alpinismo, n. 4, dicembre 2011, p. 10.
- ↑ Daniele Nardi vince il premio Paolo Consiglio, salewa.it, 18 maggio 2012.
- ↑ Beats of freedom: new route on Thalay Sagar, planetmountain.com, 17 novembre 2015.
- ↑ Alex Txikon Blog, alextxikon.com, 19 settembre 2015
- ↑ 14,0 14,1 La sfida di Daniele Nardi: il Nanga Parbat d'inverno, da solo, per una via nuova, gazzetta.it, 17 gennaio 2014.
- ↑ 15,0 15,1 Alpinismo: Daniele Nardi si arrende, ilfattoquotidiano.it, 4 marzo 2014.
- ↑ Nanga Parbat, Daniele Nardi abbandona il suo sogno, actionmagazine.it, 22 marzo 2014.
- ↑ Daniele Nardi: Nanga Parbat Winter Expedition 2015, telefree.it, 12 dicembre 2014.
- ↑ Daniele Nardi - gli Astronauti moderni, ilmezzogiorno.info, 4 dicembre 2014.
- ↑ Dieci euro per l'emozione del Nanga Parbat, lastampa.it, 30 novembre 2014.
- ↑ Daniele Nardi ci riprova: lo scalatore setino parte alla conquista del Nanga Parbat, latinaquotidiano.it, 11 dicembre 2014.
- ↑ Nardi: “Un altro inverno sul Nanga Parbat...”, gazzetta.it, 8 gennaio 2015.
- ↑ Un ritiro salvavita sul Nanga, altitudepakistan, 16 Marzo 2015.
- ↑ in attesa del bel tempo, alextxikonblog,25 Gennaio 2016.
- ↑ Ritiro Nardi dal Nanga, Il Messaggero, 8 Febbraio 2016.
- ↑ Daniele Nardi al Nanga Parbat, quest'anno in solitaria, loscarpone.it, 20 gennaio 2014.
- ↑ Nardi e Delle Monache vincono il premio Paolo Consiglio, montagna.tv, 3 maggio 2012.
- ↑ PREMIO PAOLO CONSIGLIO Premiati Daniele Nardi e Roberto Delle Monache, mountainblog.it, 29 maggio 2012.
Bibliografia[modifica]
- Dario Ricci, Daniele Nardi, In vetta al mondo. Storia del ragazzo di pianura che sfida i ghiacci eterni, Formigine (MO), Infinito Edizioni, 2013. ISBN 978-88-97016-71-7.
- Roberto Delle Monache, Tre giorni di grande alpinismo, «Stile Alpino. Spirito ed Avventura nell'Alpinismo», n. 4, dicembre 2011, pp. 4–10.
Voci correlate[modifica]
Altri progetti[modifica]
- Wikiquote contiene citazioni di o su Daniele Nardi
Collegamenti esterni[modifica]
- Sito ufficiale, su danielenardi.org.
- Blog personale, su mountainblog.it.
- Canale ufficiale Youtube, su youtube.com.
- Canale video ufficiale, su vimeo.com.
- Intervista Alle Falde del Kilimangiaro su Rai 3 il 30 marzo 2014, su rai.tv.
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