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Conservatorismo sociale

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Il conservatorismo sociale è l'insieme delle teorie e politiche sostenute dal conservatorismo sui temi della giustizia sociale e della divisione in classi e ceti delle società.

Pur se sostenuto e studiato fin dalla storia antica[1], il suo significato attuale si riferisce soprattutto allo sviluppo nella società industriale dell'era moderna, utilizzando come punto di partenza la critiche storiche e sociali alle rivoluzioni di fine 1700 in America e Francia, critiche sviluppate in modo sostanziale nei lavori di Edmund Burke e in epoca recente da sociologi quali Robert Nisbet[2] e Russel Kirk.

Secondo la definizione è una teoria politica, storica e sociale che tende a opporsi ai mutamenti sociali, preferendo mantenere inalterati nel tempo gli usi e costumi preesistenti, nonché la riorganizzazione della divisione in classi sociali e a ritenerne preferibile una sostanziale immutabilità o lenta e prudente modifica, pur nel passare del tempo e al mutare delle istanze, tendendo a un mantenimento dello "status quo" [1]. Tende pertanto anche a ridurre le possibilità di mobilità sociale, cioè il passaggio da una classe sociale a un'altra, soprattutto a una superiore, per i ceti ritenuti subordinati, le cui istanze sociali devono essere regolate in base alle decisioni delle classi dirigenti e strettamente secondo quelle che sono le tradizioni o le leggi già preesistenti. Ne consegue che spesso queste posizioni politiche considerano in modo assai guardingo e sospetto la evoluzione della società, valutandone le modificazioni con estrema prudenza rispetto al reale svolgersi, cercando comunque di frenarle o ritardarle.[3]

Anche le tutele dello stato sociale (welfare) sono ritenute dover essere distribuite alle classi più deboli in modo assai moderato, secondo la generale visione liberista dello stato, e spesso con criteri più legati a una generosità compassionevole elargita dalle classi dirigenti, piuttosto che considerate come facente parte delle regole sociali obbligatorie per uno stato di diritto a tutela delle classi meno abbienti.[4][5]

La diversità di ceto e classe è considerata valore fondante delle politiche conservatrici, contrarie a uno stato egualitario[3], essendo invece favorevoli alle regole del darwinismo sociale e del "laisser faire".[6]

Questo ha portato spesso a considerazioni critiche su altre istanze dell'evoluzione dello stato sociale, spesso appoggiandosi anche al conservatorismo sociale espresso dalle religioni[7], quali l'accettazione dell'omosessualità, la pari dignità lavorativa e di voto fra i sessi e dure critiche su divorzio e aborto.[8]

Queste politiche fanno parte, in varie forme e secondo diversi gradi di severità, dei programmi di governo dei partiti conservatori, spesso considerati appartenenti all'area moderata e di destra[9]. Spesso buona parte dei conservatori sociali sono assimilati ai cristiano-sociali e ai cristiano-democratici, sebbene nel conservatorismo diverse personalità non siano necessariamente cristiane, ma basano i propri principi appoggiandosi sui valori della religione predominante nel proprio paese per difendere la tradizione sociale, etica e morale della propria nazione, opponendosi strenuamente a matrimoni omosessuali, aborto, eutanasia e antiproibizionismo.


Note[modifica]

  1. 1,0 1,1 Il Conservatorismo, su www.diritto.it. URL consultato il 26 ottobre 2018.
  2. Nisbet, moderno conservatore, in Il Sole 24 ORE. URL consultato il 26 ottobre 2018.
  3. 3,0 3,1 Raymond Aron, Saggio sulla destra. Il conservatorismo nelle società industriali, Guida Editori, 2006, ISBN 9788860421401. URL consultato il 26 ottobre 2018.
  4. Censis e Forum Ania-Consumatori, Gli scenari del welfare. Le nuove tutele oltre la crisi, FrancoAngeli, 2012, ISBN 9788820417123. URL consultato il 26 ottobre 2018.
  5. Marvin Olasky, Conservatorismo compassionevole, Rubbettino, 2005, ISBN 9788849810738. URL consultato il 26 ottobre 2018.
  6. J. Liberman, Quale democrazia americana?, Editoriale Jaca Book, 2005, ISBN 9788816407114. URL consultato il 26 ottobre 2018.
  7. Mario Tedeschi, Chiesa cattolica e guerra civile in Spagna nel 1936, Guida Editori, 1989, ISBN 9788870429961. URL consultato il 26 ottobre 2018.
  8. (EN) “Galantino e il dogma del conservatorismo sociale dei cattolici”. Intervista a Massimo Faggioli, in Confini. URL consultato il 26 ottobre 2018.
  9. Regno Unito: May apre la stagione del “conservatorismo sociale”, in LaStampa.it. URL consultato il 26 ottobre 2018.

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