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Carlo Siligato

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Biografia[modifica]

Dopo l'Accademia di Belle Arti di Venezia, continuò a coltivare la passione della sua vita: dipingere. Era solito usare la tecnica della pittura a olio, ma, a partire dall'incontro con il pittore inglese Robert Hawthorn Kitson (al quale, colpito da una grave forma di febbre reumatoide, fu prescritto di curarsi in un clima mite, e così, nel 1900, i suoi viaggi lo condussero a Taormina, finendo per innamorarsene al punto di stabilire qui la sua dimora) e da questi spinto, cominciò a cimentarsi con l'acquerello, creando così effetti di luci e ombre molto particolari, dal momento che i suoi soggetti preferiti erano paesaggi notturni.

Kitson costruì, nel 1905, la dimora denominata Casa Cuseni in Art Nouveau, la quale ha custodito per un secolo una camera segreta e i suoi affreschi, fino al 2012, quando finalmente la dining-room è stata aperta. I murales, realizzati dall'architetto e disegnatore Frank Brangwyn, raccontano del primo esempio di famiglia arcobaleno della storia dell'arte, quella composta da Siligato e dal suo compagno Kitson, i quali adottarono un bambino di nome Francesco quando Messina fu distrutta nel 1908.[1]

Dalla mente aperta e curiosa, benché di carattere riservato, Siligato aveva aperto uno studio di pittura nella sua città natale, al n° 17 di Via Teatro Greco, oggi trasformato in negozio.[2]

Ciò che si conosce riguardo la storia d'amore tra i due artisti, nata in un contesto storico-culturale assolutamente proibitivo (e, per questo, tenuta nascosta e taciuta da chi ne era al corrente), è testimoniato, appunto, dagli affreschi di Brangwyn. Non si conoscono ulteriori dettagli riguardo il piccolo Francesco, né riguardo un eventuale matrimonio di Siligato con una donna dalla quale avrebbe avuto almeno un figlio, Nino, che, nel 2002, ha testimoniato sia del mestiere paterno, sia del rapporto che egli aveva con Kitson, definendoli "fratelli e amici" (e anche dei viaggi che fecero tra il 1905 e il 1910, visitando molti Paesi, tra cui l'Africa), probabilmente senza conoscere ciò che verrà scoperto, appunto, nel 2012. Paradossalmente, Nino Siligato ha dovuto comprare da collezionisti privati almeno qualche quadro firmato da suo padre, il quale era solito regalarne agli amici e a Kitson, ma anche ai turisti e ai militari di passaggio (Taormina ospitò alti Ufficiali, sia tedeschi che alleati).

Carlo Siligato morì a Taormina, ma non sono pubblicamente documentati ulteriori dettagli riguardo la data e la causa di morte.

Note[modifica]

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