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Autunno Antimonio

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Autunno Antimonio
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1ª ed. originale2007
Genereromanzo
Sottogeneregiallo
Lingua originale italiano
AmbientazioneNepal

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Autunno Antimonio è un romanzo giallo del 2007 dello scrittore italiano Franco Ricciardiello, vincitore della quarta edizione del premio letterario di narrativa gialla inedita Delitto d'autore indetto dall'ACSI.

Trama[modifica]

Il prologo si svolge nel 1934 a Ürümqi, la capitale dello Xinjiang cinese, provincia a maggioranza musulmana. Il console inglese fa arrivare un pianoforte da Mosca via terra, destinato alla giovane moglie Catherine, in preda alla depressione. La città viene messa sotto assedio dai ribelli dungani, e per liberarla arrivano in soccorso reparti speciali dei servizi segreti sovietici. Dopo la vittoria, questi tentano di arrestare un russo bianco accusato di omicidio, ma durante la fuga l'uomo assassina Catherine.

Nell'ottobre 1951 arriva a Delhi un ex commissario di polizia italiano, Dante Mattei, dimissionario per il rimorso di aver ucciso per errore un piccolo malvivente. Ha appuntamento con John Symonds, ex pilota della RAF che ha intenzione di avviare un servizio postale aereo tra l'India e il piccolo regno montano del Nepal, che si apre agli stranieri dopo un secolo di isolamento. A loro si unisce anche Mitzi Liz Dassault, un'esploratrice svizzera interessata a preparare una spedizione alpinistica sull'Everest. A Kathmandu vengono ospitati da due missionari svedesi che conoscono Symonds da quando era bambino e viveva nello Xinjiang insieme alla sorella Catherine; fanno subito conoscenza con Amar Shah, decano della corporazione artigiani dell'argento e dell'oro, i cui figli frequentano la missione luterana.

Amar li invita alla cerimonia per la scelta della Kumari Devi, una bambina che diventa fino alla pubertà la dea vivente della corporazione. Durante la suggestiva cerimonia di 'riconoscimento' della divinità nelle bambine candidate, la piccola Chandeswori muore tra le convulsioni.

Mitzi Liz, che ha studiato medicina, si offre di esaminare il corpo, ma la piccola viene cremata in ossequio alla tradizione. John Symonds torna a Delhi per prendere il suo biplano Cessna, destinato al servizio postale. La cerimonia di riconoscimento della Kumari viene ripetuta con le candidate rimanenti, e anche questa volta una delle povere bambine, di nome Rekha, muore con sintomi di avvelenamento; anche questa volta Dante e Mitzi Liz assistono alla tragedia. La donna ottiene finalmente di esaminare il corpicino prima della cremazione; utilizzando materiale chimico procurato dal fotografo Bežin, cerca tracce di arsenico negli organi della bambina, ma il risultato è negativo.

Amar offre a Dante una grossa cifra per svolgere un'indagine per conto della corporazione. John porta i due amici a fare un volo di prova con il Cessna nelle valli himalayane, ma è costretto a un atterraggio di fortuna: il serbatoio del carburante è stato sabotato. Riescono a trovare a fatica un passaggio verso valle su una carovana, Dante ipotizza che l'incidente serva a tenerli lontani dalla terza cerimonia di riconoscimento della Kumari. Tornati a Kathmandu si trovano nel pieno dei festeggiamenti per il Dasain, che chiudono la stagione dei monsoni con una profusione di sacrifici animali alle statue degli dèi.

Mitzi Liz è convinta che l'avvelenamento delle bambine sia avvenuto al momento della vestizione e del trucco rituale, nel quale si impiega ossicloruro di antimonio; Amar fa arrestare le due ex Kumari cresciute che hanno questo compito. La nuora del decano, la bellissima Prativa, che è anche madre di Chandeswori, la prima vittima bambina, si comporta con Dante come se volesse comunicargli qualcosa; lei e Amar lo accompagnano in auto al santuario della dea Kali dove si è ritirata a vivere Sulochana, ex-Kumari che ha partecipato alla prima cerimonia mortale. Dante porta con sé anche Bežin per dare a modo di Mitzi Liz di frugare tra le sostanze chimiche che usa per sviluppare, ma quando il russo si accorge che sono sulla strada di Dakshinkali pretende di scendere dall'auto. Al santuario assistono all'arresto di Sulochana da parte della polizia del re, e Prativa rivela che l'ex Kumari è la sposa segreta di Ilja Bežin.

Al loro ritorno in città incappano nel funerale di un altro bambino; temono si sia ripetuto un terzo avvelenamento, ma scoprono che il morto è il piccolo tana, figlio del fratello minore di re Tribhuvan. Mitzi Liz sospetta subito che anche in questo caso sia vittima di un avvelenamento. Inizia intanto la Kala ratri, la notte nera, il culmine dei festeggiamenti per il Dasain. I tre amici assistono affascinati e disgustati al tempo stesso ai sacrifici animali compiuti in strada, nell'indescrivibile confusione della festa. Ma purtroppo un malintenzionato approfitta della situazione e taglia la gola a John Symonds, che muore dissanguato prima dei soccorsi.

Passato lo choc, Dante Mattei decide di agire. Senza altre piste, comincia a pedinare la bella Prativa, la nuora di Amar Shah, e scopre che si incontra clandestinamente in un tempio con Mahendra, il figlio del re e erede al trono. Lui e Mitzi Liz scoprono dalla somiglianza che la piccola Chandeswori, la prima aspirante Kumari, è stata concepita da Prativa con il principe. Appare evidente che la morte della bambina e quella del nipotino del re sono collegate, e che il movente è legato alla successione al trono: l'unico erede in linea dinastica rimasto a re Tribhuvan è il figlio Mahendra. L'avvelenamento dell'altra bambina è invece un "incidente di percorso".

I due ipotizzano che Ilja Bežin sia in realtà il russo bianco Steingoltz, che negli anni trenta aveva assassinato la sorella di John Symonds e che ora è ricomparso in Nepal. L'epilogo della vicenda di svolge all'interno dello stupa di Swayambhunath, dove si ritrovano Dante, il principe ereditario, Prativa, Narayan Baba, Steingoltz e il capitano Maila Jay della polizia del re.

Personaggi[modifica]

Protagonisti[modifica]

  • Dante Mattei – ex commissario di Pubblica Sicurezza deluso dall'Italia repubblicana, che per lui ha tradito le promesse dell'insurrezione partigiana, rassegna le dimissioni e si imbarca per l'India. Durante la guerra il suo nome di battaglia era Spartaco. Da poliziotto, ha ucciso senza volerlo un piccolo malvivente, e questo ha causato una crisi di coscienza che lo ha spinto a accettare l'invito del suo amico John Symonds a entrare in società per recarsi in Nepal.
  • John Symonds – nato nel 1920, pilota della RAF; durante la guerra il suo bombardiere è stato abbattuto e lui è stato accolto nella formazione partigiana in cui militava Dante Mattei.
  • Mitzi Liz – vero nome Lise Dassault, ginevrina, viaggiatrice e alpinista

Altri personaggi[modifica]

  • Mats Norén – missionario luterano svedese.
  • Brit Norén – missionaria luterana svedese.
  • Prithvi Amar Shah – decano della corporazione degli artigiani newari dell'argento e dell'oro di Kathmandu.
  • Chandeswori – aspirante Kumari Devi.
  • Rekha – aspirante Kumari Devi.
  • Ilja Bežin – fotografo russo.
  • Braun – ingegnere tedesco che lavora alla costruzione di una strada da Kathmandu all'India.
  • Prativa – nuora di Amar Shah e madre di Chandeswori
  • Catherine Nash, nata Symonds – moglie del console inglese a Ürümqi negli anni Trenta.
  • Sulochana – ex Kumari Devi, si è ritirata a vivere nel tempio di Dakshinkali.
  • Maila Jey – capitano della polizia nepalese.
  • Narayan Baba – consigliere spirituale del Ministro della guerra.
  • Tribhuvan – re del Nepal.
  • Mahendra Shah – figlio di re Tribhuvan e erede al trono.

Critica[modifica]

Il romanzo ha vinto il premio Delitto d'autore 2007 con la seguente motivazione della giuria:

«All'indomani della seconda guerra mondiale, in piena guerra fredda, in un Nepal immerso nei riti della tradizione indù e solo apparentemente lontano dalla storia ufficiale, l'ex partigiano ed ex poliziotto Dante Mattei si ritrova al centro di una congiura dinastica che miete giovani vittime innocenti. Nel fiume di sangue che scorre per le strade della capitale in seguito ai sacrifici animali culminanti nel notte nera della cerimonia del Dasain, tra intrighi di palazzo e omicidi vecchi e nuovi, il protagonista, a cui non interessa la ricerca della verità ma solo il trionfo della giustizia, riesce alla fine a scoprire l'autore della catena di delitti e a fermare la mano omicida. Grazie a uno stile asciutto e privo di sbavature il lettore è trasportato dal ritmo incalzante della narrazione, pagina dopo pagina, fino al colpo di scena finale, quando tutti i tasselli si ricompongono e la storia acquista la completezza e la godibilità di un mosaico sapientemente costruito.»

(Prof.sse Rossana Matteucci e Antonietta Spanu, dipartimento di linguistica dell'Università di Pisa[1])

Edizioni[modifica]

  • Franco Ricciardiello, Autunno Antimonio, Roma, ACSI, 2007, pp. 238.
  • Franco Ricciardiello, Autunno Antimonio, FNR, 2015, pp. 238, ASIN B00TYEXQPY.

Note[modifica]

  1. prefazione al volume Franco Ricciardiello, Autunno Antimonio, Roma, ACSI, 2007.


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