Vittorio Trancanelli

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Biografia[modifica]

Vittorio Trancanelli nacque da Saverio e Caterina Sedeuci a Spello dove la famiglia si era rifugiata a motivo del passaggio del fronte. Trasferirtisi a Petrignano d'Assisi si laurea in Medicina e Chirurgia all’Università di Perugia, divenendo un brillante chirurgo.

Medico presso l'Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, sposato a 21 anni, nel 1976, un mese prima della nascita del figlio unigenito, si ammala gravemente di colite ulcerosa con peritonite diffusa e si salva, ma dall'operazione rimane segnato dovendo portare una ileostomia. Ripresosi continua il suo lavoro; con la moglie accolgono in casa come figli altri ragazzi, alcuni dei quali disabili. Con famiglie amiche fonda l’associazione “Alle Querce di Mamre”.^[1] Ha una grande passione per l'etruscologia e lo studio della Sacra Scrittura e l'ebraismo che condivide con padre Giulio Michelini del Convento di Monteripido in Perugia; per questo motivo la sua bara fu ricoperta dal Tallit, ossia il manto di preghiera degli ebrei. Nel 2006 l'arcivescovo di Perugia, monsignor Giuseppe Chiaretti introduce la causa di beatificazione mentre nel 2013 l'arcivescovo Gualtiero Bassetti chiude la fase diocesana del processo. Il 27 febbraio 2017 papa Francesco ha autorizzato il cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, a promulgare il decreto riguardante le virtù eroiche di Vittorio Trancanelli ^[2] e quindi da quel momento è dichiarato venerabile. Domenica 2 luglio 2017 il suo corpo è stato traslato dalla Chiesa di Cenerente alla Cappella dell'Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia^[3].

Note[modifica]

Bibliografia[modifica]

Vittorio Trancanelli (1944-1998), a cura di Elio Bromuri; prefazione di Giuseppe Chiaretti, La Voce, Perugia 2005.
Enrico Graziano Giovanni Solinas, Servo di Dio Vittorio Trancanelli: l'amore di Dio in sala operatoria e nella vita, Elledici, Torino 2013.