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Metodo Dennerle

Da EverybodyWiki Bios & Wiki.
File:Dennerle logo.png
Il metodo Dennerle è garantito dal marchio dell'omonima azienda, che è produttrice di molte materie prime

Il metodo Dennerle è una tecnica completa riconosciuta in tutto il mondo per la realizzazione di un acquario olandese.

Il punto cardine del metodo è la somministrazione settimanale e quindicinale di fertilizzanti (chiamati dai produttori S7-E15-V30) detta anche "programma Dennerle", che permette di gestire l'acquario con due soli interventi al mese e può essere impiegata anche in acquari non olandesi, come vasche di comunità orientate all'allevamento dei pesci o per sostituire le fertilizzazioni giornaliere richieste dal metodo ADA.

  • S7 è un integratore vitaminico per i pesci, da usare ogni 7 giorni
  • E15 sono pastiglie di Ferro chelato a rilascio graduale da usare il giorno 15 di ogni mese
  • V30 è un fertilizzante generico non azotato da usare il giorno 30 di ogni mese

Le dosi consigliate vanno quanto meno dimezzate, in vasche di nuovo allestimento o con poche piante anche ridotte ad un quarto e somministrate per intero solo in vasche ben avviate, ricchissime di piante e tenute sotto controllo.

Il metodo completo è illustrato in vari volantini nei negozi di acquariofilia che espongono il marchio del metodo.

Allestimento di una vasca secondo il Metodo Dennerle[modifica]

Allestire un acquario olandese funzionante è difficile e costoso, ma può dare enormi soddisfazione.

Gli accessori indispensabili sono:

  • vasca da 40 - 200 litri
  • filtro interno
  • cavetto da fondo e riscaldatore a provetta
  • tubi al neon, trasformatori, portalampade e riflettori
  • timer per luce
  • substrato fertilizzato
  • ghiaia silicea non calcarea
  • bombola e distributore di CO2
  • indicatore continuo di pH
  • condizionatore per l'acqua di rubinetto
  • fertilizzanti E15 e V30
  • vitamine per i pesci S7
  • molte taniche per l'acqua, tubi di gomma che arrivino allo scarico più vicino, campana per sifonare

Ci sono altri accessori che possono rendere la vita più facile e l'acquario più stabile:

  • centralina per il controllo della temperatura
  • centralina per il controllo del pH
  • impianto ad osmosi inversa per la produzione di acqua demineralizzata
  • fertilizzanti particolari: estratti di torba, A1

Dopo aver allestito l'acquario, occorre riempirlo d'acqua e piantumarlo. Bisogna inoltre evitare di accendere subito tutte le lampade. L'acquario impiegherà un paio di settimane a stabilizzarsi (è un fenomeno inevitabile legato alla colonizzazione batterica).
A quel punto si possono comprare ed inserire i pesci.
Comprare per prima cosa i pesci è l'errore più grande che si possa commettere.

Il filtro[modifica]

Le vasche comprate in Italia includono quasi sempre un filtro interno, spesso del tipo all'italiana. Il filtro interno all'italiana è un po' sovradimensionato per un acquario olandese (5-10% del volume): nasce per l'acquario di comunità con molti pesci e poche piante, e un elevato carico proteico. Al contrario un acquario olandese è ricco di piante e ha pochi pesci: sono le piante a filtrare l'acqua usando i nitrati dovuti agli escrementi dei pesci come nutrimento. Il filtro deve essere piccolo, mai a percolazione (con mescolamento aria-acqua), e non deve avere un getto troppo forte nella vasca.

In ogni caso in un acquario olandese il filtro ha una importanza nettamente secondaria: si privilegia la fertilizzazione con CO2 e l'illuminazione.

Illuminazione[modifica]

In commercio sono disponibili ottime lampade fluorescenti tubolari a tre bande, che vantano una tecnica particolare in modo da combattere il proliferare delle alghe, che prevede dei "buchi per le alghe" nello spettro di emissione.

La temperatura di colore è importante: lampade dalla luce calda (T=3300K, fitostimolanti) danno meno rischi per le alghe, lampade più bluastre esaltano maggiormente le livree dei pesci.

La lunghezza dei tubi è subordinata alla lunghezza dell'acquario, il numero è legato alla quantità di luce di cui avete bisogno. Come regola generale, più luce equivale a una crescita più vivace delle piante, a colori più brillanti e saturi per i pesci, ma a un maggiore rischio per le alghe. Se si coltivano specie esigenti a crescita veloce come Riccia fluitans occorre dotarsi di molta luce, se invece si allevano piante a crescita lente come le Anubias, è conveniente lasciare qualche lampada spenta.

I tubi si esauriscono dopo circa un anno e andrebbero cambiati anche se sembrano fare ancora luce, in quanto il deterioramento dello spettro luminoso fa sì che le piante non possano utilizzarla.

L'acquario va posto lontano dalle finestre, in quanto l'illuminazione naturale contiene troppi raggi ultravioletti e stimola una crescita algale incontrollabile. Il fotoperiodo (quante ore di luce al giorno) è quindi slegato dal sorgere del sole, ma se si allevano pesci esigenti, questi al buio richiedono quiete. Alcuni autori come Christel Kasselmann consigliano 12 ore di luce al giorno, per emulare il fotoperiodo delle aree tropicali. Altri si spingono fino a 8-10 argomentando che i raggi inclinati sotto i 20° non penetrano l'acqua, e che le piante di interesse per l'acquariofilia sorgono in zone molto ombreggiate. Un valore di 10 ore è un buon punto di partenza.

Il riscaldamento[modifica]

La temperatura ottimale per le piante tropicali è intorno ai 25 °C. Solo l'allevamento dei Discus può spingere a portare la temperatura verso i 30 °C, ma in questo caso il metodo Dennerle è compromesso. Il riscaldamento è affidato a due sistemi separati: riscaldatore a provetta e cavo da fondo, preferibilmente regolati da una centralina. Il riscaldatore a provetta è un cilindro di vetro che racchiude una resistenza elettrica. È immerso nell'acquario, spesso incorporato nel filtro e compreso tra gli accessori a corredo. Costa poco ed è molto semplice. Comprende sempre un termostato.

Il cavo da fondo è un lungo cavo elettrico, che per un certo tratto si scalda grazie ad una resistenza. Deve essere fissato al fondo di vetro della vasca con delle apposite ventose, seguendo un tracciato a serpentina. I cavi moderni sono dotati di un trasformatore a 12V o 24V, quindi sono elettricamente sicuri.

Materiale informativo[modifica]

Gran parte del materiale informativo, su internet e sulle pubblicazioni tecniche, è di derivazione tedesca. Poiché in Germania e in tutti gli altri paesi centro-europei fa considerevolmente più freddo che in Italia, questi lavori tendono a sovrastimare la potenza dei riscaldatori necessari a mantenere una vasca in temperatura. Una potenza eccessiva causa squilibri termici indesiderati ed è da evitare. Al contrario in Italia può essere consigliabile raffreddare, usando delle unità di condizionamento che sono un incrocio tra un filtro esterno ed un condizionatore d'aria, piuttosto costose ma reperibili nei negozi evoluti.

Il Substrato[modifica]

Il substrato è la parte inferiore del fondo dell'acquario, costituita da ghiaia e terriccio fertilizzato non azotato. Ha la funzione di offrire nutrimento alle piante acquatiche di tipo palustre, che hanno apparati radicali sviluppati e profondi, come le Cryptocorine, le Echinodorus o l'Hygrophila difformis. Non è molto utile per le piante propriamente acquatiche, a fusto molto morbido, che traggono nutrimento essenzialmente dall'acqua, come i Micranthemum, le Limnophila, le Hydrocotyle, il muschio Vesicularia o la Riccia fluitans. Tuttavia una parte delle sostanze nutritive contenute nel substrato sono rilasciate nell'acqua con continuità grazie ai moti convettivi indotti dal cavetto di fondo e all'azione riducente di alcuni batteri che colonizzano l'ambiente povero di ossigeno del substrato.

È quindi possibile, ma non consigliabile, allestire una vasca senza cavo di fondo e senza substrato fertilizzato, specie per volumi ridotti. In questo caso si deve limitare la scelta a piante senza grandi radici, galleggianti, o legate a tronchi e pietre.

È assolutamente sconsigliato usare terriccio comune o materiale che possa andare in putrefazione, come l'humus.

Il materiale di fondo[modifica]

La grana della ghiaia e l'altezza del fondo devono essere proporzionali all'altezza della vasca: vasche basse (40 cm) possono usare 5 cm di ghiaia fine, mentre vasche alte (60 cm) devono avere 12 cm di ghiaia grossolana.

È di importanza fondamentale che la ghiaia non abbia componenti calcaree. È tassativo controllare la reazione acida di qualunque materiale si inserisca nell'acquario, ad esempio ponendo dei campioni in un bicchiere di vetro riempito di succo di limone. Se si forma schiuma vuol dire che il materiale è in parte calcareo: l'acido citrico del limone reagisce con il carbonato di calcio o di magnesio (basico) e forma gas, ben visibile. Inserendo nell'acquario un materiale del genere non si riuscirà mai ad ottenere un buon controllo del pH né della durezza: inserendo acqua demineralizzata e fertilizzando con CO2 si otterrebbero valori iniziali bassi, ma il calcare si scioglierebbe nell'acqua rapidamente, elevando la durezza e alzando il pH.
Le acque dolci tropicali sono tipicamente molto tenere, più simili all'acqua distillata che all'acqua calcarea tipica dei paesi europei. In un acquario non si può usare acqua così pura, in quanto il pH diverrebbe altamente instabile. È questo il motivo principale per cui non è possibile ricreare in un acquario, anche molto evoluto, le esatte condizioni di un biotopo equatoriale: fertilizzando con CO2 si otterrebbero rapidamente valori di pH fortemente acidi, letali per i pesci. È necessario ricercare un compromesso, alzando la durezza per stabilizzare il pH.
L'acqua sorgiva e di fiume nei paesi temperati è radicalmente diversa da quella tropicale, essenzialmente è molto più dura. È necessario adottare alcuni accorgimenti per rendere l'acqua abbastanza povera di minerali e leggermente acida: in primis, come già detto, evitare la presenza di calcare nel materiale di fondo o negli arredi. Inoltre, occorre fertilizzare con CO2, che ha il duplice effetto di fornire carbonio in forma utilizzabile per le piante (effetto fertilizzante) e di alterare l'equilibrio chimico dell'acido carbonico (effetto acidificante).

Se si scopre a posteriori di aver impiegato ghiaia calcarea, si può evitare di ricominciare da capo aumentando il dosaggio di CO2 e usando più acqua demineralizzata nei cambi d'acqua, ma si otterranno sbalzi di pressione osmotica poco graditi alle specie delicate. Meglio lasciar perdere e selezionare specie adatte ad un'acqua più dura, come i bellissimi Guppy (Poecilia reticulata) o i pesci rossi (Carassius auratus).

Il colore del materiale di fondo non deve essere bianco, altrimenti i pesci non si sentono sicuri e possono presentare sintomi di stress. Al limite per motivi estetici è possibile creare in primo piano una zona di ghiaia bianca, per ricercare particolari effetti estetici, a patto di offrire nelle altre parti dell'acquario zone più adatte alla piscicultura.

La fertilizzazione ad anidride carbonica[modifica]

Le piante terrestri estraggono il carbonio dall'aria, che ne contiene in abbondanza, mentre le piante acquatiche sono costretto ad estrarlo dall'acqua, dove è presente in soluzione molto diluita. Si rende quindi necessaria la fertilizzazione con CO2 (anidride carbonica o, più correttamente, biossido di carbonio). Il procedimento è complesso e costoso ma inevitabile: senza adeguata fertilizzazione la crescita delle piante acquatiche tropicali è fortemente inibita, come dimostrano test comparativi specifici[1]

Un aspetto diverso ma strettamente legato al precedente è il mantenimento della corretta acidità dell'acqua. Si immette biossido di carbonio gassoso facendolo gorgogliare sotto forma di bollicine. Tanto più fini le bollicine, tanto maggiore la superficie di scambio e tanto più efficiente la fertilizzazione. Una volta discolto il biossido in acqua si forma acido carbonico, che tande a rendere acida l'acqua, ovvero abbassa il pH. Dato per assunto che si è introdotta in acquario un'acqua sufficientemente dolce, come richiesto, si può regolare con continuità il pH dosando la CO2. Il valore del pH ha a sua volta importanti impatti su tutta la biologia dell'acquario, ed è essenziale che rimanga il più possibile costante. Brusche variazioni sono letali per i pesci e dannose per le piante, variazioni più graduali possono essere gestite.

Il pH è facilmente misurabile con soluzioni di viraggio, cartine di tornasole, soluzioni ad indicazione continua (utili per un costante controllo visivo e fornite in ogni kit) e sonde elettriche.

Il sistema più completo e corretto regola la CO2 immessa per mantenere un pH stabile, impostato a priori. Il sistema è composto dai seguenti elementi:

  • una bombola da 500 g - 5 kg di CO2 - più è grande, meno viaggi dovrete fare per ricaricarla
  • un riduttore di pressione
  • un tubicino flessibile, antischiacciamento e impermeabile - quelli per aeratori non vanno bene, sono ottimi quelli semi-rigidi per aria compressa
  • ventose per guidare il tubicino
  • una valvola di non ritorno - per evitare che si allaghi casa quando staccate la bombola
  • un contabollicine - per verificare l'emissione e misurarla in bollicine/minuto
  • un distributore che faccia gorgogliare la CO2 nell'acqua dell'acquario:
    • integrato nel filtro interno
    • all'imbocco del filtro esterno
    • stand alone a pietra porosa
    • stand alone in vetro
  • una elettrovalvola - per controllare l'emissione tramite timer o centralina
  • una centralina di controllo - per regolare l'emissione di CO2 al fine di mantenere un pH stabile
  • una provetta immersa con membrana semipermeabile e idonea soluzione di viraggio per verificare visivamente il valore del pH, detto indicatore continuo.

Nei negozi specializzati si vendono sistemi completi di tutti gli accessori, di varie taglie, e con differenti sistemi per la distribuzione. La Dennerle propone sia il sistema completo sia soluzioni intermedie. In particolare si può evitare la centralina elettronica, elemento più costoso e bisogonoso di frequenti calibrazioni, collegano l'erogazione all'illuminazione diurna (con elettrovalvola) e dosando manualmente il flusso tramite l'indicatore continuo.

Diversi produttori, tra cui Dennerle, propongono reattori chimici per produrre il biossido di carbonio in loco, generalmente sfruttando soluzioni zuccherine e cariche batteriche o enzimatiche che liberino CO2. Sono sistemi economici adatti per piccoli acquari, con erogazione estremamente discontinua e bassa affidabilità, nonché rischio di contaminazione dell'acquario e certezza di elevato stress per la biologia dell'acquario. Sono quindi fortemente sconsigliati. La norma è l'uso di bombole di CO2 da ricaricare presso i negozi di acquariofilia. Nell'uso quotidiano in genere è sufficiente portare la bombola vuota e fredda di freezer (circa -20 °C) presso un negozio specializzato, che collegando la propria bombola di dimensioni maggiori e a temperatura ambiente permette una ricarica veloce. Un'alternativa è costituita dai normali fornitori di gas compressi, preferibilmente ad uso ospedaliero per non introdurre contaminanti.

La distribuzione del gas in acquario può avvenire in diversi modi. Il metodo Dennerle prevede l'uso di filtri interni che integrano un distributore di CO2 che rilascia le bollicine in un percorso labirintico all'imbocco del filtro, in modo che eventuali residui gassosi non ancora assorbiti debbano percorrere ancora tutto il filtro. Il rischio in questi casi è di formare una sacca di CO2 gassosa in corrispondenza del prefiltro in caso di eccessiva erogazione. Per ottenere buona efficienza anziché prolungare il contatto tra le bolle e l'acqua, tramite labirinti, si può massimizzare la superficie di scambio sminuzzando le bollicine: si ottiene questo scopo con una comune pietra porosa. Bollicine sufficientemene fini salgono lentamente e presentano alta superficie. Il metodo di distribuzione e la sua efficienza non sono essenziali: intervengono considerazioni estetiche (bollicine), di opportunità (filtri integrati) e di costo (consumo di CO2 a parità di risultato), ma l'essenziale è il mantenimento del pH.

Storia[modifica]

Nel 1966 Ludwig Dennerle aprì a Pirmasens(Renania-Palatinato-Germania) un negozio di acquariofilia. Dapprima venivano forniti, anche per spedizione, accessori di terze parti. Nel 1969 venne avviata la produzione e vendita di piante da acquario. Venne creato un catalogo piuttosto completo, poi pubblicato in Italia col titolo di "Acquariofilia secondo Natura". Nel 1979 la Dennerle mise in commercio il primo diffusore di CO2 con spurgo automatico. In seguito l'offerta di accessori tecnici si allargò fino a coprire tutti gli aspetti dell'acquariofilia, e venne lanciata la linea "Acquariofilia secondo Natura".

Bibliografia[modifica]

  • Acquariofilia secondo Natura, Ludwig Dennerle, Editore Euraquarium, Bologna (il libro è nato come catalogo delle piante prodotte da Dennerle, che non sono importate in Italia, ma è stato aggiornato con alcuni esempi di allestimento di vasche complete)

Voci correlate[modifica]

Collegamenti esterni[modifica]

Note[modifica]

  1. Christel Kasselmann, Piante d'Acquario, ISBN 8885029485, 1999


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