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Margherita Candia

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Margherita Candia
NascitaAfragola, 24 agosto 1924
MorteVico Equense, 25 maggio 1942
Venerata daChiesa cattolica
Ricorrenza25 maggio - giorno della morte
AttributiLibro e corona del Rosario

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Biografia[modifica]

Castello di Afragola, in basso a destra l'ingresso alla Chiesetta dell'Addolorata

Nata ad Afragola (Na) il 24 agosto del 1924, era la prima figlia di Nicola Candia e Maria Ciaramella, dai quali apprese l'amore per Dio e per la Chiesa. I genitori erano entrambi terziari francescani della locale fraternità. Nel novembre del 1925 fu colpita da diverse infermità che ne compromisero, irrimediabilmente, le condizioni di salute. Margherita rischiava la vita ma l'intervento di Sant'Antonio di Padova, venerato nel Santuario di Afragola, adiacente la sua abitazione, le ottenne una inspiegabile guarigione[1]. All'età di 4 anni fu portata a Roma per una speciale udienza con papa Pio XI. Il pontefice, sorpreso per la presenza della bambina, cosa inusuale per l'epoca, le si avvicinò e benedicendola, le disse: "va e fatti Santa"[2].

I primi studi li intraprese presso la scuola delle Suore compassioniste serve di Maria fondate dalla Beata Maria Maddalena Starace. Presso la struttura scolastica, gestita dalle suore dal 1875 all'interno del Castello di Afragola, approfondì anche i sentimenti di altruismo e carità, seguendo il carisma proprio della Congregazione: quello di compatire il prossimo in tutte le necessità. La grande struttura ospitava anche la Chiesetta dedicata all'Addolorata, in quel luogo di culto, il 24 maggio del 1933, Margherita volle ricevere per la prima volta la Comunione.

Terminati gli studi si trasferì a Vico Equense presso l'Educandato Santissima Trinità e Paradiso, gestito dalle Suore dell'Immacolata Concezione d'Ivrea, per conseguire il diploma Magistrale. In quegli anni, influenzata dalla propaganda del regime, partecipò alle sfilate e scrisse, come tutte le altre collegiali, temi a favore del fascismo e che osannavano l'operato di Benito Mussolini. Si conservano di Margherita 32 lettere e cartoline postali[3] e il Quaderno di Italiano, che aiutano a ripercorre quel delicato periodo storico, con le descrizioni e i pensieri di chi lo visse.

Con la promulgazione delle leggi razziali e la successiva entrata in guerra dell'Italia, i sentimenti di Margherita cambiarono, mostrando, prima degli altri, di aver compreso la bruttezza del conflitto.

L'offerta della vita[modifica]

Vergine del Rosario di Pompei

Nei primi mesi del 1942 si recò con le Suore d'Ivrea e le altre educande, all'Ospedale Militare 23 marzo di Napoli, oggi Ospedale Antonio Cardarelli, dove ebbe modo di incontrare un militare orribilmente mutilato nel corpo. La visione di quel corpo scempiato dagli orrori della guerra la spinsero ad una scelta drastica di vita. Prima pensò di potersi dedicare all'aiuto ai sofferenti entrando nel Terz'Ordine Regolare di San Francesco, imitando i genitori, poi pensò di servire il Signore divenendo Suora d'Ivrea, infine capì che il suo cuore le chiedeva uno slancio ulteriore.

Il 5 aprile del 1942 - Pasqua di Resurrezione - mentre passeggiava con il padre dinanzi al Santuario di Sant'Antonio, si sentì ispirata ad una offerta maggiore: quella della vita.

"se il Signore mi dicesse di dover morire per la salvezza del mondo e il raggiungimento della Pace, io esclamerei: eccomi qua, son pronta, prendimi pur sull'istante"[4].

In quella circostanza, in modo quasi profetico, gli riferì che sarebbe morta nel mese di maggio, in una festa dedicata alla Madonna.

Lo stesso proposito, di offrire la propria vita per la Pace, lo manifestò ai piedi della venerata immagine della Madonna del Santo Rosario, venerata nel Santuario di Pompei, durante un pellegrinaggio, il 10 maggio di quello stesso anno.

Il 25 maggio, raggiunta dalla mamma, che era stata avvisata dell'improvviso malessere della ragazza, affermò ai presenti di avere altre tre ore di sofferenza e che le avrebbe dedicate a Gesù Crocifisso, in ricordo delle sue ore di agonia sulla Croce. Trascorse queste ultime ore pregando, con lo sguardo rivolto al Crocifisso e alla Madonnina di Lourdes che aveva al suo capezzale, e affidandosi a Sant’Antonio, che l’aveva protetta fin da piccola. Alle ore 23.00, prima di chiudere definitivamente gli occhi alla vita e esalare l'ultimo respiro, per tre volte invocò la Madonna con l'orazione: "Regina Pacis ora pro nobis" (Regina della Pace prega per noi).

La cittadina di Vico Equense le tributò solenni funerali e contravvenendo al suo ultimo desiderio, cioè di tornare ad Afragola dopo la morte, fu sepolta nel Cimitero di San Francesco della cittadina della costiera. Dopo alcuni anni, alla riapertura della bara, il suo corpo fu trovato incorrotto.

Comitato per la Beatificazione[modifica]

Le attività per la Beatificazione e Canonizzazione della ragazza furono avviate a pochissimi anni dalla morte. Scrissero di Lei i sacerdoti che l'avevano conosciuta, tra questi don Pinuzzo, padre Umberto Napoleone e il francescano padre Silvestro Candela. Questi si occuparono di raccogliere il materiale utile (lettere e testimonianze di grazie).

Per sostenere questa volontà e riprendere il percorso di apertura del processo di Beatificazione, dal 25 maggio 2019, si è costituito, spontaneamente, un Comitato che, riprendendo le attività già avviate, è impegnato nel recupero di maggiori informazioni sulla vita della ragazza e nell'organizzazione di iniziative per diffonderne la conoscenza e ravvivarne la memoria. Una delle attività è la presentazione del libro che, negli ultimi mesi, è stata organizzata a Napoli, Afragola, Nocera Inferiore e Taurano.

Note[modifica]

  1. don Pinuzzo da Bonea, MARGHERITA, Vico Equense, 1946, SBN IT\ICCU\RMB\0660668.
    «pp. 9-10».
  2. Silvestro Candela, MARGHERITA CANDIA, Napoli, 1947, SBN IT\ICCU\NAP\0746142.
    «p. 4».
  3. Giovanni Russo, Le Lettere di Margherita, in MARGHERITA CANDIA: UNA VITA PER LA PACE, Napoli, San Bonaventura, 2019, pp. 99-122, ISBN 978-88-85480-07-0, SBN IT\ICCU\CAM\0232017.
  4. Giovanni Russo, MARGHERITA CANDIA : UNA VITA PER LA PACE, Napoli, 2019, ISBN 978-88-85480-07-0, SBN IT\ICCU\CAM\0232017.
    «p. 56».

Bibliografia[modifica]

  • Umberto Napoleone, A Margherita Candia [elogio funebre], Napoli, 1942
  • Don Pinuzzo [i.e. Giuseppe De Simone da Bonea], Margherita, Vico Equense, 1946
  • Silvestro Candela, Margherita Candia, Napoli, 1947
  • Giovanni Russo, Margherita Candia: una vita per la Pace, San Bonaventura editore, Napoli, 2019.

Collegamenti esterni[modifica]


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