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Jason Grace

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Jason Grace
SagaPercy Jackson
Lingua orig.Inglese
EpitetoFiglio di Giove
  • Eroe dell'Olimpo
  • Pontifex Maximus
SoprannomeSuperman
AutoreRick Riordan
1ª app. inEroi dell'Olimpo: Leroe perduto
Editore it.Mondadori
SpecieSemidio
SessoMaschio
Abilità
  • Volo
  • Elettrocinesi
  • Spadaccino
  • Affiliazione
    • Campo Giove
    • Campo Mezzosangue
    • Quinta Corte

    Jason Grace era un personaggio della saga Eroi dell'Olimpo, dell'autore inglese Rick Riordan. Nacque il 1º luglio del 1994. Jason Grace era un semidio romano, il figlio di Giove e la mortale Beryl Grace e il fratello minore di Thalia Grace. Fu un pretore al Campo Giove finché non cedette il suo rango a Frank Zhang nella Casa di Ade come promozione sul campo; era il consigliere capo della cabina uno al Campo Mezzosangue, e il Pontifex Maximus al Campo Giove. Era in una relazione con Piper McLean fino a quando lei ruppe con lui per un motivo sconosciuto. Un paio di mesi dopo, morì per mano del terzo imperatore, Caligola.

    Eroi dell'Olimpo: l'eroe perduto[modifica]

    La saga inizia con Jason che si sveglia sull'autobus scolastico della Scuola della Natura, un istituto per ragazzi difficili, mano nella mano con una bellissima ragazza (Piper) e seduto vicino ad un ragazzo (Leo) senza alcun ricordo della sua vita. Quando gli spiriti del vento tentano di ucciderlo e il coach Hedge si rivela un grosso satiro di mezza età, giungono due ragazzi, un maschio e una femmina, che si presentano come due semidei: Annabeth e Butch, giunti lì dal Campo Mezzosangue alla ricerca di un semidio di nome Percy Jackson, scomparso dal Campo. Jason e i suoi amici, dopo aver scoperto di essere anche loro tre semidei, arrivano al Campo Mezzosangue assieme ad Annabeth e Butch, dove Leo e Piper vengono riconosciuti come figli di Efesto e di Afrodite, e dove Jason presenta una strana familiarità con gli usi e costumi romani, chiamando ogni divinità col nome latino. Il ragazzo viene tormentato da strane voci nella sua testa e, al falo, dopo aver scoperto di fronte a tutto il Campo che suo padre è Zeus (o Giove), l'Oracolo Rachel Dare annuncia che la Seconda Grande Profezia è iniziata:

    "Sette mezzosangue alla chiamata risponderanno.

    Fuoco o tempesta il mondo cader faranno.

    Con l'ultimo fiato un giuramento si dovrà mantenere,

    e alle Porte della Morte, i nemici armati si dovran temere."

    Allora, Jason viene spedito in una missione per salvare la dea Era, rapita dai giganti, dalla sua prigione alla Casa del Lupo. Dopo aver udito la sua profezia personale, Jason sceglie come compagni Leo e Piper:

    "Attento alla terra, figlio della saetta,

    i sette verranno alla luce con i giganti e la loro vendetta.

    Fucina e colomba la gabbia spezzeranno,

    e con la furia di Era, la morte scateneranno."

    Prima, i tre semidei giungono al palazzo di Borea, dio del vento del nord, e poi raggiungono la reggia di Eolo, Signore dei Venti. Recuperato il coach Hedge, si imbattono nel branco del mostro Licaone (tutti i mostri stanno resuscitando con l'aiuto di una misteriosa padrona) ma vengono salvati dalle Cacciatrici di Artemide. E qui, Jason scopre di essere fratello della luogotente, Talia Grace. Talia racconta la loro storia a Jason: la loro madre era un'attrice che si era rovinata con gli anni, e impazzita quando Zeus l'aveva lasciata. Ma poi, il Signore del Cielo era tornato, anche se con un carattere diverso, e aveva avuto un secondo figlio dalla donna: Jason. Un giorno, durante una gita alla Casa del Lupo, Era aveva rapito Jason e trascinato via per sempre. Ripreso il viaggio, nei suoi sogni, Piper scopre che ha controllare i giganti è Gea, la Madre Terra che diresse la morte di Urano consegnado la falce a loro figlio Crono e, quando i Titani vennero gettati nel Tartaro dagli dei, generò una nuova razza ancora più forte: i giganti. Fece nascere ogni singolo gigante col compito di sconfiggere un determinato dio, e questa nuova stirpe poteva essere sconfitta solo se un dio e un semidio collaboravano. Dopo aver salvato il padre di Piper, Tristan McLean, dalle grinfie del gigante Encelado, gli eroi arrivano alla Casa del Lupo dove si battono col terribile Porfirio, Re dei Giganti, e con la dea Chione, e salvano Era che, liberando la sua vera forma, stermina l'esercito nemico.

    Eroi dell'Olimpo: il Marchio di Atena[modifica]

    Jason, a bordo della Argo II, assieme a Piper, Leo e Annabeth, arriva al Campo Giove, il campo romano a cui appartiene e in cui era pretore, e coinvolge Percy Jackson, Frank Zhang e Hazel Levesque (che avevano liberato Thanatos, il dio della morte, in Alaska; e che avevano difeso il Campo Giove dal gigante Polibote in Eroi dell'Olimpo: il figlio di Nettuno) in una missione nel Mediterraneo (talmente infestato dai mostri da essere proibito ai semidei) per combattere i giganti Oto ed Efialte, a Roma, luogo in cui Annabeth, oltretutto, dovrà affrontare una difficile prova assegnata ad alcuni figli di Atena per recuperare la statua Athena Parthenos. Prima di partire, però, Ella l'arpia annuncia una profezia:

    "La figlia della Saggezza da sola camminerà,

    il Marchio di Atena su Roma brucerà.

    Il respiro dell'angelo che ha la chiave dell'eterna morte,

    i gemelli soffocheranno, se lo vorrà la sorte.

    La rovina dei giganti si erge pallida e dorata,

    e sarà vinta col dolore in una prigione intricata."

    Giunti a Roma, Jason e Percy si scontrano contro Oto ed Efialte nel Colosseo e con l'aiuto di Bacco vincono lo scontro e fermano il progetto dei due giganti (distruggere Roma). Quindi salvano Nico Di Angelo, partito per trovare le Porte della Morte e catturato da Gea, tenuto da loro prigioniero in una giara di bronzo. Nico svela che ci sono due lati delle Porte della Morte: il versante mortale si trova in Grecia. nell'Epiro, in un luogo chiamato la Casa di Ade; l'altro si trova nel Tartaro. L'unico modo per chiudere definitivamente le porte, è sigillarle contemporaneamente da ambo le parti. Intanto, la loro nave volante, l'Argo ||, rintraccia Annabeth: la figlia di Atena è riuscita a sconfiggere la sua nemica Aracne, ed è l'unica semidea che sia mai riuscita nell'impossibile impresa di recuperare l'Athena Partenons, in cui migliaia di figli di Atena sono morti nel corso dei secoli. Ma le cose non vanno nel verso giusto: Annabeth rimane intrappolata in un ragnatela che finisce nel Tartaro e cade; Percy, disperato, riesce ad afferrarla prima che precipiti, ma viene trascinato con lei. Un attimo prima di precipitare, fa giurare a Nico, che guarda orripilato e impotente la scena al fianco di Hazel, di condurre gli altri semidei nell'Epiro, il versante mortale delle Porte della Morte; dopodiché, lascia andare la minuscola sporgenza a cui si reggeva con una mano sola, tenendo saldamente la mano di Annabeth con l'altra, e i due cadono nell'abisso del Tartaro.

    Eroi dell'Olimpo: la Casa di Ade[modifica]

    Jason e i suoi amici devono affrontare il viaggio nel Mediterraneo da soli per arrivare alla Casa di Ade e chiudere le Porte della Morte. Qui, Jason scopre un fatto scioccante: i fantasmi non lo riconoscono più come romano ma come greco, e pertanto non è più leader del Campo Giove. Durante una missione con Nico da Eros, o Cupido, il dio dell'amore, a Jason è rivelato un fatto altrettanto scioccante: sapeva da Piper le congetture su una possibile cotta del figlio di Ade per Annabeth, ma in quell'occasione scopre invece che Nico è omosessuale, e si è innamorato di Percy: dunque non è innamorato di Annabeth, ma geloso di lei! Jason cerca in tutti i modi di avvicinarlo ed essere gentile e disponibile con lui, incoraggiandolo a confidarsi e dicendo di volerlo aiutare, ma con scarsi risultati.

    Eroi dell'Olimpo: il sangue dell'Olimpo[modifica]

    Il libro inizia con Jason che si reca dai Proci (resuscitati da Gea) travestito dal mendicante Iros, insieme ad Annabeth e Piper. Dopo uno scontro con Micheal Varus, che lo trafigge da parte a parte con la sua spada, dicendogli le parole "Sei nato romano. Muori da romano", Jason si rimette in sesto e riprende il viaggio assieme al resto dell'equipaggio della Argo II verso Atene; qui Intervengono gli dei e per la prima volta Jason conosce suo padre, anche se in forma greca: Zeus. Sconfitti il gigante, la Argo II deve correre subito al Campo Mezzosangue, poiché Percy e Annabeth hanno sanguinato sulle antiche terre e risvegliato Gea. Campo Mezzosangue e Campo Giove si stavano scontrando, ma Reyna, Nico e Hedge avrebbero dovuto portare la Athena Parthenos in tempo per fermare la battaglia. I due Campi si uniscono e combattono contro Gea: Leo la uccide dandole fuoco, e i romani catapultano Ottaviano contro di lei.

    Le Sfide di Apollo[modifica]

    L'Oracolo Nascosto[modifica]

    Jason non è presente al campo mezzosangue quando l'Apollo senza poteri e Meg McCaffrey arrivano, così Nico di Angelo spiega dove lui e il resto dei sette sono ora mentre mostra il messaggio olografico di Leo. Si scopre che Jason è a Los Angeles sta studiando con Piper dopo un'infruttuosa ricerca di Leo.

    La Profezia Oscura[modifica]

    Thalia chiede ad Apollo di controllare suo fratello, se lui e Meg passassero per Los Angeles.

    Il labirinto di fuoco[modifica]

    Apollo, Meg McCaffrey e il satiro Grover Underwood scoprono l’identità del terzo imperatore del Triumvirato, il pazzo Caligola, zio di Nerone, che vuole innalzarsi a nuovo dio Sole usando l’essenza di Apollo e del titano del Sole Helios con l’aiuto della maga Medea, nipote del Titano. Per fare questo il Labirinto di Dedalo viene adibito a prigione del Titano, che sfoga la sua rabbia rendendolo in parte infuocato e scatenando incendi in tutta la California del Sud. All’interno del Labirinto è rinchiusa, in catene, la Sibilla Eritrea, il nuovo oracolo che Apollo deve salvare. La squadra del decaduto dio deve quindi trovare un modo per penetrare nel Labirinto, salvare la Sibilla e uccidere Caligola, venendo a sapere che poco tempo prima Piper McLean e Jason Grace, due dei sette semidei che hanno vinto i Titani, ne hanno scoperta l’entrata mentre cercavano Leo Valdez. Giunti da Piper, apprendono come la figlia del famoso Tristan McLean stia preparandosi a lasciare Los Angeles per andare con suo padre, ormai in bancarotta, in Oklahoma, e di come lei e Jason abbiano rotto qualche tempo prima, essendo infatti fidanzati. Tentano quindi di penetrare nel Labirinto senza Jason, ma si rendono conto che per arrivare dalla Sibilla egli è indispensabile e quindi vanno a prelevarlo nella sua scuola privata, dove trovano anche un modellino del Campo Giove con eretti tempi per divinità minori e maggiori, accompagnati dagli schizzi fatti dal giovane su due blocchi da disegno, tutti progetti che egli vorrebbe attuare per ricostruire la parte sacra del Campo. Qui Jason racconta ad Apollo di aver ricevuto una profezia dalla Sibilla, che prevedeva la morte definitiva di lui o di Piper nel caso in cui avessero partecipato alla missione, motivo per cui il ragazzo decide di unirsi alla squadra per salvare a tutti i costi la vita di Piper, strappando allo stesso tempo una promessa ad Apollo: egli avrebbe dovuto portare i suoi schizzi al Campo Giove nel caso in cui a lui fosse accaduto il peggio, cosa che Apollo si rifiuta categoricamente di credere, e anche di ricordarsi cosa vuol dire essere mortali quando egli avrà recuperato il suo posto nell’Olimpo. Parte la spedizione, che sembra iniziare bene, ma si conclude catastroficamente quando Apollo, Meg, Piper e Jason vengono catturati e nel tentativo di salvare gli altri, Apollo si trafigge con una freccia dando il tempo a Jason di agire, ingaggiando un duello contro Caligola, che gli si rivelerà fatale. Riusciti a fuggire in groppa al ventus Tempesta, il cavallo di Jason, tutti si ritrovano nella spiaggia della tenuta McLean, ma Jason, trasportato poco dopo dal suo ventus, è ormai morto per sempre.

    La squadra è distrutta, e Piper si tira indietro, ma al momento del bisogno, nello scontro all’interno del Labirinto, arriverà al momento giusto per capovolgere la situazione, scortata dalle meliadi, piante guerriere piantate da Meg, antichissime e date per scomparse, permettendo ad Apollo di liberare la Sibilla e di impedire che Caligola diventi il nuovo Sole. Tutti riescono a fuggire dal Labirinto che smette di ardere e permette alla California di tornare rigogliosa. Ma il Triumvirato è ancora attivo e nessuno dei tre imperatori è morto. Tutto si conclude con la partenza di Apollo e Meg per il Campo Giove a bordo di un aereo di Tristan McLean, che con sua figlia andrà invece in Oklahoma. Prima della partenza, giunge Leo Valdez in groppa al suo drago di bronzo Festus, che porta notizie dal campo Giove, da poco scampato ad un tremendo attacco degli imperatori, e apprende con suo grande dispiacere della morte del suo migliore amico, che non ha potuto salutare. Apollo infatti ha il compito di dare a Jason degna sepoltura al Campo Giove, dove sta portando anche la bara dell’eroe con tutti i suoi schizzi e modellini. Egli però se la prende con il fato per la sua crudeltà verso Jason e rimpiange le tante promesse infrante per cui la dea Stige sta facendo pagare il prezzo ai suoi amici innocenti.

    Aspetto e personalità[modifica]

    Jason era descritto come di bell'aspetto, con le caratteristiche di una statua romana, con gli occhi blu elettrico, e aveva capelli biondi tagliati in stile militare (li aveva fatti crescere da quando era al Campo Mezzosangue). Sul labbro aveva una piccola cicatrice che si era fatto a due anni cercando di mangiare una spillatrice . Era molto alto, con una corporatura atletica, e possedeva braccia muscolose e abbronzate. Il suo tatuaggio aveva l'immagine di un'aquila con le lettere SPQR e dodici linee, (che rappresentavano gli anni trascorsi al Campo Giove). Piper ha notato che i suoi occhi sembravano contenere una tristezza profonda, proprio come suo padre.

    Ne Il Sangue dell'Olimpo Jason iniziò a portare gli occhiali dopo essere stato giudicato miope da Esculapio.

    Jason era un ragazzo serio con un senso dell'umorismo moderato. Era dolce e gentile, onorevole e umile, aveva anche un forte senso dell'onore e della giustizia come dimostrava la sua grande compassione. Si preoccupava molto per i suoi amici e parenti ed era disposto a rischiare la propria vita per proteggerli o aiutarli. Anche se era un leader naturale, Jason era spesso afflitto dai dubbi e si criticava ogni volta che faceva un errore. Si dimostrava molto aperto, dal momento che, a differenza di molti altri, non mostrava pregiudizi o disgusto verso Nico, anche dopo aver scoperto della sua omosessualità.

    Jason era molto fiducioso nelle sue capacità, e combatteva sempre anche se non aveva speranza di vincere.

    Poteri e abilità[modifica]

    Come figlio di Giove Jason era un semidio molto potente e possedeva il potere di controllare l'aria, l'elettricità e l'atmosfera.

    Come semidio romano possedeva inoltre una conoscenza innata del latino, e grazie all'addestramento legionario ricevuto al Campo Giove era un ottimo combattente.


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