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Ida Pochintesta degli Ariosto

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Biografia[modifica]

Articolo apparso sulla Gazzetta Ferrarese del 21 agosto 1916

Figlia del medico Valentino Negri, di probabili ascendenze nobiliari trentine, e della contessa Cristina Ginanni-Corradini-Pignatta di Ravenna, per parte di madre era nipote della contessa Antonia Pompilj-Ariosti, ultima discendente del poeta Ludovico Ariosto per tramite del di lui fratello Gabriele (anch'egli letterato che contribuì alla stesura finale della commedia ariostea Gli Studenti, e compose in proprio un volumetto di Carmina).

Fin da bambina crebbe in un ambiente di forte stimolo culturale giacché la madre si occupava di mantenere viva la memoria dell'illustre avo poeta. Nel 1875 la contessa Cristina aveva infatti invitato, in occasione dell'anniversario ariosteo, molti intellettuali in Ferrara che per giorni dibatterono sulle opere del poeta: memorabili rimasero le argomentazioni addotte da Francesco De Sanctis e da Giosuè Carducci per sostenere la differenziazione tra i due aggettivi "ariosteo" e "ariostesco".[1]

Nel 1887 sposò il pittore piemontese Ernesto Pochintesta, fratello del noto professore di leggi alla Regia Università di Torino.

Era zia del del gerarca Manlio Cremonini.

Opere benefiche[modifica]

Seguendo le orme della madre si impegnò in opere caritatevoli a vari livelli, sia nel settore della salute che in quello dell'educazione. Fu molto attiva presso la sezione torinese della Croce Rossa Italiana e si guadagnò due Medaglie d'Oro di Benemerenza (di cui una della sezione centrale di Roma), in specie per meriti di assistenza negli ospedali e durante la Prima Guerra Mondiale.[2] Nel campo dell'educazione si spese soprattutto negli Asili d'Infanzia come in quello di Salsomaggiore dove fu anche Patronessa.

Necrologio di Donna Ida Pochintesta apparso nel Volume 34 della "Rivista" del Collegio Araldico Italiano (1935)

Nel 1933 prese parte come rappresentante della famiglia Ariosto alle celebrazioni ariostee denominate "Ottava d'Oro"[3] ed organizzate dal ministro Italo Balbo, alla presenza di Vittorio Emanuele III, della Regina Elena, di Guglielmo Marconi, di Curzio Malaparte e di tutti i grandi intellettuali dell'epoca.

Morì nel 1936 e venne tumulata nel Gran Claustro Monumentale della Certosa di Ferrara per ordine dell'allora podestà Renzo Ravenna.

Onorificenze[modifica]

Medaglia d'Oro della Croce Rossa Italiana - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia d'Oro della Croce Rossa Italiana
«Per meriti di assistenza negli Ospedali e per alta propaganda a Torino, a Bra, a Salsomaggiore.»
Medaglia d'Argento della Croce Rossa Italiana - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia d'Argento della Croce Rossa Italiana
Medaglia di Bronzo della Croce Rossa Italiana - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia di Bronzo della Croce Rossa Italiana

Note[modifica]

  1. Storia, erudizione, poesia. I primi studi ariostei di Giosuè Carducci (1872-1875) | Federico Casari - Academia.edu
  2. Paolo Scandaletti, Giuliana Variola, Sita Camperio Mejer, Le crocerossine nella Grande Guerra: aristocratiche e borghesi nei diari e negli ospedali militari : una via per l'emancipazione femminile, vol. 1.
  3. Gabriele D'Annunzio, Lodovico Ariosto, "L'Ottava d'oro": celebrazioni ariostesche di Italo Balbo-Antonio Baldini, Curzio Malaparte, Giuseppe Lipparini, Nello Quilici, Arturo Zarinelli, Achille Campanile e un messaggio di Gabriele D'Annunzio, vol. 1.


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