Giovanni Alasco

Errore Lua in Modulo:Wikidata alla linea 443: attempt to index field 'wikibase' (a nil value).

Biografia[modifica]

Nato barone, fu Vescovo cattolico per poi abbracciare le tesi di Lutero, dapprima, e le tesi di Zwingli poi, divenendo predicatore della comunità di Embden che abbandonò a causa delle persecuzioni nel 1551, rifugiandosi in Inghilterra sotto la protezione di Edoardo VI d'Inghilterra. Stabilitosi in Inghilterra, grazie al favore della pubblicazione dell'Interim di Augusta, creò una propria comunità indipendente della Chiesa di Inghilterra presso la Chiesa degli Agostiniani. Giovanni Alascio (o Alasco) fu eletto sopraintendente coadiuvato da quattro ministri di culto approvati dal Re.^[2]

Fu considerato eretico dalla Chiesa cattolica, in quanto in opposizione al Dogma della dogma della transustanziazione. Egli riteneva infatti, che le parole del rito Eucaristico questo è il mio corpo, fossero da intendersi con il significato questo (non solo il pane) ma tutta la cena sono il mio Corpo offerto a Voi . Inoltre, riteneva l'atto del Battesimo una idolatria. Per tali tesi, fu iscritto nel Catalogo degli Eretici^[3] per mano di Giovannagelo Arcimboldi, arcivescovo di Milano nel 1550.

I membri di tale congregazione, conosciuti come alascani vissero tempi sereni sino alla salita al trono di Maria la Sanguinaria, che scacciò gli alascani dall'Inghilterra e trovarono rifugio ad Embden grazie al sostegno di Sigismondo II Augusto. Dopo un'assenza di circa vent'anni, Giovanni Alascio (Alasco) tornò in Patria, dove morì nel 1560.

Fu molto stimato da Erasmo da Rotterdam e dal vescovo anglicano Hugh Latimer che si ispirò a lui per il suo Terzo Sermone contenuto nel volume Seven Sermons before Edward VI^[4], all'interno del quale viene citato come Iohannes Alascio nobile e colto pensatore.