Gioacchino Polizzi
Gioacchino Polizzi | |
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11 giugno 1905 – 7 gennaio 1941 | |
Nato a | Palermo |
Morto a | Atlantico settentrionale |
Cause della morte | Caduto in combattimento |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regia Marina |
Specialità | Sommergibilista |
Anni di servizio | 1925-1941 |
Grado | Capitano di corvetta |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
Battaglie | Battaglia dell'Atlantico |
Decorazioni | vedi qui |
Studi militari | Regia Accademia Navale di Livorno |
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Biografia[modifica]
Nacque a Palermo l'11 giugno 1905, ma risiedette a Partinico sino alla sua ammissione nell'Accademia navale di Livorno, divenendo guardiamarina in servizio permanente effettivo il 10 luglio 1925.
Proseguì la normale carriera imbarcato su sommergibili e navi di superficie (conseguendo anche il brevetto di osservatore aereo), sino alla promozione al grado di tenente di vascello, avvenuto il 10 luglio 1930. Nel dicembre 1932 e per alcuni mesi, ebbe una inconsapevole relazione con tale Margherita Mastracchi (al secolo Margit Gross, nata a Vienna),[1] spia trentaquattenne al servizio dei francesi, conosciuta a Livorno e che il 29 dicembre 1939 fu scoperta e arrestata. In seguito fu condannata per spionaggio.[1]
Promosso capitano di corvetta il 24 gennaio 1938, assunse in successione il comando dei sommergibili Marcantonio Colonna (1939) e Giacomo Nani (1940).
Dopo lo scoppio della guerra con la Francia e la Gran Bretagna, si trasferì con quest'ultimo battello nella base atlantica di Bordeaux (Betasom) sin dall'autunno 1940, partendo da Napoli il 29 settembre.[2] Durante la traversata il 5 ottobre affondò nell'Atlantico il peschereccio armato HMS Kingston Sapphire (356 tsl), che, colpito da due siluri, affondò a circa cinquanta miglia da Capo Spartel.[2] Il 23 ottobre intimò il fermo al piroscafo greco Sulliotis che, dopo aver subito una ispezione, dovette lasciare andare perché ancora appartenente ad un paese neutrale; il 27 ottobre fermò il piroscafo svedese Maggie (1.583 tsl),[3] ed ispezionando anche questa nave venne accertato che trasportava carbone destinato al Regno Unito.[2] Il Margie fu affondato a colpi di cannone, e messo l'equipaggio sulle scialuppe le trainò poi per circa 12 ore sino a portarle a 25 miglia dall'isola San Miguel.[3] Il 4 novembre il sommergibile attraccò a Bordeaux.[3]
In una successiva missione, iniziata il 20 dicembre, lasciò Betasom con il Nani per portarsi nei pressi delle coste irlandesi, ma dopo il 3 gennaio 1941 non si ebbero più notizie ne di lui ne del sommergibile.[2]
Secondo gli inglesi il sommergibile sarebbe stato affondato con tutto l'equipaggio dalla corvetta HMS Anemone comandata dal Lt. Cdr. Humphry Gilbert Boys Smith, a sud est dell’Islanda in posizione 60°15’ Nord – 015°27’ Ovest (Atlantico), il mattino del 7 gennaio 1941.[2] È da rilevare che l'azione di questa unità si svolse a 330 miglia dal settore d'agguato del Nani.[4] Con il trentacinquenne comandante scomparvero 6 altri ufficiali e 46 fra sottufficiali e marinai.[2]
Il comune di Partinico ha voluto onorarne la memoria, e nel 1947 gli ha intitolato una via ed una scuola elementare.
Onorificenze[modifica]
Medaglia d'argento al valor militare | |
«Comandante di sommergibile partecipava a dure, rischiose missioni di guerra in acque insidiate dall'avversario. In ogni circostanza dimostrava sereno coraggio, perizia professionale ed elevato sentimento del dovere. Scompariva in mare, combattendo per la Patria, in seguito all'affondamento dell'unità al suo comando. Mediterraneo-Atlantico, 10 giugno 1940-20 gennaio 1941.» — Decreto del Capo Provvisorio dello Stato 17 maggio 1947[5] |
Medaglia di bronzo al valor militare | |
«Comandante di un sommergibile oceanico, nel corso di una lunga missione di guerra, durante la quale attaccava e distruggeva due piroscafi nemici uno dei quali armato, ha dimostrato di possedere in elevato grado doti di iniziativa, di aggressività, di prontezza di decisione. Oceano Atlantico, ottobre 1940.» |
Note[modifica]
Annotazioni[modifica]
Fonti[modifica]
- ↑ 1,0 1,1 Il Giornale.
- ↑ 2,0 2,1 2,2 2,3 2,4 2,5 La voce del marinaio.
- ↑ 3,0 3,1 3,2 Giorgerini 2002, p. 448.
- ↑ Giorgerini 2002, p. 471.
- ↑ Determinazioni del 19 gennaio 1946.
Bibliografia[modifica]
- Erminio Bagnasco, In Guerra sul Mare. Navi e marinai italiani nel secondo conflitto mondiale, Parma, Ermanno Albertelli Editore, 2005, ISBN 88-87372-50-0.
- (EN) Maurizio Brescia, Mussolini's Navy. A Reference Guide of Regia Marina 1930-1945, Barnsley, Seaforth Publishing, 2012.
- Giorgio Giorgerini, La guerra italiana sul mare, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2002, ISBN 978-88-04-50150-3.
- Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2002, ISBN 978-88-04-50537-2.
- Periodici
- Erminio Bagnasco e Maurizio Brescia, I sommergibili italiani 1940-1943. Parte 1ª-Mediterraneo, in Storia Militare Dossier, nº 11, Parma, Ermanno Albertelli Editore, novembre-dicembre 2013.
- Erminio Bagnasco e Maurizio Brescia, I sommergibili italiani 1940-1943. Parte 2ª-Oceani, in Storia Militare Dossier, nº 11, Parma, Ermanno Albertelli Editore, gennaio-febbraio 2014.
Collegamenti esterni[modifica]
- (EN) 7.1.1941, affondamento regio sommergibile Nani, su La voce del marinaio, https://www.lavocedelmarinaio.com. URL consultato il 31 gennaio 2020.
- (EN) Andrea Vento, Gonne e potere: ecco le Mata Hari italiane, su Il Giornale, https://www.ilgiornale.it. URL consultato il 31 gennaio 2020.
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