You can edit almost every page by Creating an account. Otherwise, see the FAQ.

Franco Fortini (opere e pensiero)

Da EverybodyWiki Bios & Wiki.

Voce principale: Franco Fortini.

Per poter tracciare un percorso preciso delle innumerevoli opere di Franco Fortini e del suo pensiero è necessario ripercorrere il cammino dalla sua prima formazione culturale e letteraria.

La Firenze della prima metà degli anni trenta[modifica]

La prima formazione culturale e letteraria di Fortini ha luogo nella Firenze degli anni trenta. All'immediato dopoguerra, dal 1939 al 1940, quando Fortini frequentava l'ambiente universitario, si devono le esperienze storicamente più individuali oltre a quelle legate all'ambiente familiare che però hanno meno peso.
Tra l'infanzia e l'adolescenza le letture appassionate del giovane sono i Salmi, Giobbe e Isaia mentre l'ebraismo del padre e il cattolicesimo della madre fanno da sfondo neutro al ragazzo che svilupperà in seguito, e fuori dall'ambiente familiare, la sua esperienza religiosa.
Un ruolo maggiore lo giocherà l'antifascismo del padre di tipo moralistico e giacobino.
All'interno di questo limitato orizzonte cominciano intanto a farsi sentire le minacce dei prossimi conflitti mentre il giovane scopre l'estetica di Dante e Masaccio e le letture bibliche, che egli continua, gli danno il senso dell'essere destinato a scelte inevitabili mentre la lettura di Kierkegaard e di Karl Barth lo fanno riflettere sulla problematica dell'esistenzialismo.

La Firenze della seconda metà degli anni trenta[modifica]

Nel momento in cui la cultura del giovane Fortini prende forma la Firenze della seconda metà degli anni trenta accoglie l'esperienza dell'ermetismo.
Il giovane Fortini però, nonostante le prime poesie fossero influenzate da Ungaretti e Montale, prende presto le distanze da quella corrente dal momento che i suoi interessi ruotano maggiormente intorno al pensiero protestante e alla scoperta del significato tragico della storia appreso da Giacomo Noventa che in quel periodo dominava, con la sua ideologia cattolico-classicista, i fogli della rivista La Riforma letteraria.

L'antifascismo letterario[modifica]

Nel giovane universitario si infiltravano intanto quegli elementi di antifascismo morale ed estetico appreso attraverso le letture di Kierkegaard e di Kafka e reso vivo dall'amore per René Clair e per Gide. A chi lo invitava ad una partecipazione attiva il giovane rispondeva di aver bisogno di idee più chiare, chiarezza che arrivò dopo la guerra.

Questa difficoltà a una presa di coscienza antifascista fu dovuta a diversi fattori, ma soprattutto a quella esperienza religiosa della quale rimarranno in Fortini i segni e che gli permetteranno in seguito di comprendere a fondo il significato della critica marxista.
Alla conversione valdese del 1939 segue una forte solitudine, un bisogno assoluto di fede e di rigore morale che segneranno le tappe del suo itinerario interiore attraverso la colpa, la conversione e il riscatto.

Gli scritti giovanili[modifica]

Con il cognome paterno di Lattes, Fortini ventenne pubblica su "Riforma letteraria" i suoi primi scritti. Tra essi troviamo i versi raccolti in seguito in "Foglio di via", un dramma in tre atti, una serie di brevi racconti e alcuni articoli critici
Il dramma «Anna» contiene una serie di quei temi che accomuneranno anche i brevi racconti, scritti tra la forma del diario e la proiezione autobiografica, come il senso degli errori compiuti, il tempo perduto, la richiesta di impegno.

La polemica con l'ermetismo[modifica]

Negli articoli critici, sotto la lezione di Noventa, si chiariscono i termini della polemica con l'ermetismo.
Il primo di questi articoli compare sul numero novembre-dicembre del 1938 ed è intitolato «Monologo della pazienza» e contiene un'analisi precisa che serve a demolire le posizioni e i costumi ermetici. Fortini valuta in modo sostanzialmente positivo la poesia degli ermetici, ma ne condanna la poetica e l'ideologia perché, in quanto "letteratura dell'estensione", l'ermetismo si fa indirettamente complice del fascismo.

Il rimprovero che Fortini muove a quel tipo di ideologia letteraria è l'incapacità di vedere che la letteratura non è solo un insieme di testi scritti ma è anche un fatto di organizzazione culturale e che tra il linguaggio della poesia e il linguaggio della critica esiste una forte distinzione.
Nell'articolo dell'aprile 1939, «Solitudine di Ungaretti, Solitudine di Quasimodo», Fortini accusa l'ermetismo di essere vuoto e sterile.

Sulla "Riforma" del giugno 1939 appare anche un articolo intitolato Nota su Montale dove vengono riprese le obiezioni di fondo.

Gli scritti del periodo bellico[modifica]

L'esperienza del servizio militare e della guerra faranno nascere pagine di diario indimenticabili e quelle nuove poesie dai versi duri e lucidi che, pubblicate su varie riviste come La Riforma letteraria, Letteratura e Il Politecnico, saranno stampate in seguito su proposta di Vittorini e daranno vita alla prima edizione di Foglio di via.

L'antifascismo politico[modifica]

Sarà in questo periodo che l'"antifascismo dell'anima" diventerà antifascismo politico perché Fortini prenderà coscienza di come gli uomini possano vivere comunicando, agendo e imparando a prendere in mano, attraverso la storia, il proprio destino.

Gli scritti del dopoguerra[modifica]

La pagina Modulo:Vedi anche/styles.css è priva di contenuto.

Lo stesso argomento in dettaglio: Poetica di Franco Fortini.

Foglio di via[modifica]

Nel 1946 Fortini raccoglie in Foglio di via le migliori poesie scritte dal 1938 al 1945. Il libro segna le tappe di un cammino tipico e singolare, dove la riflessione etico-religiosa continua ad avere un peso incisivo sull'impegno politico e dove l'educazione classica ed ermetica condizionano il realismo imposto dalle situazioni.
Prevale nei versi la tonalità dell'angoscia e si avverte un conflitto che non è risolto né superato.
La poesia che dà il titolo alla raccolta è costruita sulla correlazione dei "dunque" e dei "dove" e, fin dai primi versi, si può classificare come poesia conclusiva, resa dei conti e constatazione chiara di ciò che è avvenuto.
Nella presentazione Fortini dice che il libro è diviso in due dall'evento della guerra e infatti dalle elegie dell'attesa del periodo fiorentino nascono le seconde scritte con uno stile nudo e crudo dove la violenza, anche quella della speranza, esce dall'ambito letterario e si adegua a mala pena alla violenza delle negazioni e della passione.
Il verso viene scandito in modo semplice ma deciso e l'enunciato è diretto e dirompente. Lo schema sintattico e ritmico è senza chiaroscuri e si avvicina a quello eluardiano e impressionistico mentre frequente è l'uso del linguaggio corale.

I saggi su Politecnico[modifica]

«...Non sapevo quasi nulla del mondo milanese, dei rapporti esistenti tra la gente che volteggiava intorno alla stampa e alle riviste di allora. Cercavo avidamente di sapere e di capire più che potevo di quel che era stata, a Milano, la Resistenza; e intanto facevo fatica a distinguere facce e idee. In quell'estate andavo ricopiando certe mie poesie. Le detti a Vittorini e lui in cambio mi fece leggere dei fogli dattiloscritti: il programma di una rivista. Partecipai ad alcune riunioni. Si cominciò a preparare il primo numero del Politecnico »

(Dieci inverni, 1957, pp. 39-40)

Fortini inizia così a collaborare alla rivista pubblicando molti saggi tra i quali i più importanti sono «La leggenda di Recanati» che esce nel settembre-dicembre 1946, «Come leggere i classici» del luglio-agosto 1946, «Capoversi per Kafka» dell'ottobre 1947.
In essi Fortini sviluppa i termini delle maggiori componenti culturali della sua formazione, classica e religiosa con un discorso che contiene gli elementi di una teoria della critica, della poesia, della storia, dall'idealismo crociano allo spiritualismo, dal coscienzialismo degli ermetici a l'ottimismo umanistico e allo storicismo che dominavano le sinistre.

Come leggere i Classici[modifica]

In questo saggio Fortini pone i problemi della lettura e della traduzione delle opere del passato e sostiene, con una visione anti-progressista e anti-hegeliana della storia, che al passato non si può arrivare attraverso la via estetica e filologia ma è necessario appropriarsene con la traduzione anche se il processo di appropriazione può comportare distruzione e scelta. La traduzione deve essere libero uso sociale del patrimonio culturale e confronto tra momenti del passato e del presente, linguaggio e prassi.

La leggenda di Recanati[modifica]

Nel saggio su Leopardi Fortini si chiede se è possibile prendere sul serio il Canto del pastore errante e se è possibile che quella purissima poesia serva a trasformare il mondo e gli uomini o si debba continuare a crocifiggere Leopardi. La risposta è che il primo passo di ogni critica deve essere la critica dell'alone mitico delle opere. La proposta è quindi quella di leggere Leopardi e la poesia senza rimuovere il negativo e l'angoscia contenuti dentro un universo letterario o un destino. L'opera, dice Fortini, deve essere aperta dagli uomini e cioè dalla storia con la lettura e l'uso che ogni volta ne verrà fatto per poter ridurre nuovamente a vita e pertanto utile, quella "inutile" morte formale dei testi.

Capoversi per Kafka[modifica]

Kafka è per Fortini autore dell'antistoria, del silenzio e della trascendenza e il suo mondo narrativo mostra una delle possibili e più profonde strutture del mondo storico. La scrittura narrativa di Kafka, dice ancora Fortini, ha un carattere esorcistico e allegorico e rappresenta contemporaneamente la preistoria della letteratura e la sua quotidiana necessità psicologico-religiosa mentre la sostanza della sua opera, come quella di Dostoevskij e Kierkegaard, è un'arma ideologica contro il riformismo e l'ottimismo progressista e rimanda all'utopia comunista.

Agonia di Natale[modifica]

È questo il solo romanzo edito da Fortini. Il libro fu scritto nell'inverno 1946-47, pubblicato nel febbraio del 1948 e ristampato solamente nel 1972 per volere dell'autore con il titolo da lui originariamente voluto di «Giovanni e le mani».

Il protagonista, Giovanni Penna, scopre di essere ammalato e quindi diverso e solo. Da quando riceve i primi referti medici egli si avvia verso un processo inarrestabile. Rifiuta l'amore e la solidarietà e la fine sarà quella di una morte squallida, fatale e casuale nello stesso tempo, che si confonde con il suicidio.

Nel libro, al pathos esistenziale e diaristico, al tono accorato dell'adolescente di fronte all'idea della propria morte, fa da contrappeso il gioco delle metafore e l'allegoria.

L'opera non ebbe successo se non qualche apprezzamento di critici lontani ideologicamente dalle posizioni dell'autore. Il neorealismo e l'ottimismo programmatico di sinistra non poteva prendere in considerazione, anche politicamente, la prosa veloce e amara del libro e il brivido di sconfitta che lo attraversa. È questo il romanzo della fine dell'adolescenza, quando questa fine è diventata la coscienza di una piaga inguaribile. Nel libro la metafora della malattia e quella esistenziale si avvicinano e in esso si respira il sottile malessere di fronte alla vita, la presenza e nello stesso tempo il contrario di una idea di guarigione-resurrezione.

Dieci inverni[modifica]

Negli anni seguenti la fine del Politecnico Fortini mette a punto il suo impegno politico attraverso una scelta di critica e di opposizione interna al marxismo e pubblica sull'Avanti!, su Comunità, su Ragionamenti, su Nuovi Argomenti e altre riviste con la prospettiva di fare un confronto tra i fondamenti del pensiero marxista e la cultura scientifica, filosofica, letteraria dell'occidente borghese. La sua posizione, cioè quella di contrastare la politica culturale dello stalinismo e del togliattismo andando oltre la linea culturale-letteraria del Politecnico, è quella che stanno assumendo alcune minoranze di intellettuali che daranno vita a Milano alle riviste Discussioni e Ragionamenti, e a Bologna a Opinione.

Sono questi gli anni della Guerra Fredda e la scelta delle minoranze intellettuali dei critici marxisti era piena di contraddizioni e di difficoltà.
Negli interventi che Fortini pubblica in quegli anni sul "L'Avanti" spicca la denuncia verso l'opportunismo di quegli intellettuali che tacciono la mancanza di spazio politico all'interno dei partiti di sinistra per un'informazione rigorosa degli eventi e dei problemi italiani e internazionali.

Voci correlate[modifica]

La pagina Modulo:Navbox/styles.css è priva di contenuto.

📰 Article(s) of the same category(ies)[modifica]

===📰 Article(s) of the same category(ies)===
Questo articolo wiki "Franco Fortini (opere e pensiero)" è da Wikipedia The list of its authors can be seen in its historical.



Read or create/edit this page in another language