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Francesco La Regina

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Biografia[modifica]

[1] Nato a Napoli nel 1939, dal 1944 al 1954 ha vissuto a Fermo. Dopo aver studiato al Liceo Scientifico Giuseppe Mercalli di Napoli, ha svolto il suo percorso formativo e accademico presso l'Università degli Studi di Napoli. Nel 1972 si è laureato in architettura con Roberto Pane come relatore con la tesi Il dibattito architettonico nell'Italia degli anni sessanta. Materiali critici[2] e nel 1977 ha ottenuto il Diploma di Perfezionamento in Restauro dei monumenti con la tesi Aspetti e problemi di conservazione del patrimonio storico architettonico rurale in Italia (relatore Roberto Di Stefano)[3]; dal 1975 al 1980 è stato contrattista, nel 1980 è diventato ricercatore universitario, nel 1988 professore associato e nel 2000 professore ordinario nel settore scientifico-disciplinare del Restauro, ruolo svolto fino al pensionamento avvenuto nel 2009[4]. Ha inoltre insegnato "Restauro architettonico" come professore a contratto presso la facoltà di architettura dell'Università degli Studi di Palermo (anni accademici 1991-92, 1992-93 e 1994-95).

Dal 1973 svolge inoltre attività professionale come architetto tanto nel settore del restauro, quanto in quello delle nuove costruzioni.

Ambiti di ricerca[modifica]

L'attività di ricerca di La Regina ha riguardato tanto la storia e la teoria del restauro, quanto l'approfondimento del rapporto fra conoscenza del patrimonio costruito, tecniche di intervento e aspetti teorico/metodologici. Oggetto dei suoi studi non sono state solo le opere architettoniche emergenti, ma anche il costruito diffuso - urbano e rurale - patrimonio la cui tutela e conservazione sono più a rischio a causa di ingenti interessi economici, delle esigenze funzionali connesse ai moderni modi di vita e dell'ambizione dei progettisti a reinserire le testimonianze storiche in un nuovo contesto architettonico, indifferente ai loro valori originari. La Regina afferma infatti che:

«Quando parliamo di restauro architettonico in realtà ci riferiamo a quella somma di interventi e di esperienze sulle preesistenze monumentali che è in grado di consentire accumulazione di scienza utile per la conservazione di tali preesistenze. Deve infatti riconoscersi che gli interventi sul patrimonio edilizio ed urbano trasmessoci dal passato soltanto in minima parte rispondono ad una finalità scientifica e culturale congruente con i dettami del restauro. Nella maggior parte dei casi le finalità sono riferibili a motivazioni esclusivamente economiche ed utilitaristiche, quando non sono legate a tentativi più o meno scoperti di sperimentazioni progettuali legati ai più recenti indirizzi della cultura architettonica»

(Francesco La Regina, Restaurare o conservare. La costruzione logica e metodologica del restauro architettonico, CLEAN, Napoli, 1984, p. 123)

La Regina intende infatti il restauro come intervento il cui fine principale è la conservazione - e quindi la trasmissione al futuro - dei valori del bene architettonico:

«Tutto ciò che, pur riguardando il costruito storico non ha come scopo strategico la conservazione del bene, non appartiene al restauro [...] il restauro comprende e disciplina le attività di cantiere volte a consolidare e trasferire nel tempo i valori dell'opera costruita, attraverso un insieme organico di provvedimenti tecnici confermativi e di trasformazioni innovative compatibili sia con le istanze di permanenza sia con quelle di sicurezza (firmitas), funzionalità (utilitas) e qualità estetica (venustas) dell'opera stessa»

(Francesco La Regina, Il restauro dell'architettura, l'architettura del restauro, Liguori, Napoli, 2004, pp. 290 e 312)

Attività politica[modifica]

Dal giugno 2012 al dicembre 2013, La Regina è stato assessore del comune di Acerra con delega a Urbanistica ed Edilizia Pubblica e Privata, incarico dal quale si è dimesso con una lettera aperta in cui criticava duramente l'operato del sindaco[5].

Opere monografiche[modifica]

  • William Morris e l'Anti-Restoration Movement, in "Restauro", nn. 13-14, maggio-agosto 1974.
  • Regioni: beni culturali e territorio, in "Restauro", nn. 16-17, novembre-dicembre 1974 e gennaio-febbraio 1975 (con Roberto Di Stefano e Aldo Aveta).
  • Architettura, storia e politica. L'architettura come forza produttiva, De Donato, Bari, 1976.
  • Architettura rurale. Problemi di storia e conservazione della civiltà edilizia contadina in Italia, Calderini, Bologna, 1980.
  • Documenti di civiltà e di barbarie. Crisi della ragione storica e politica dei beni culturali, in "Restauro", n. 55, maggio-giugno 1981.
  • Vittorio Bazzarini, Francesco La Regina, Amato Rak. Progetti 1980-1982, CLEAN, Napoli, 1985 (con Vittorio Bazzarini e Amato Rak).
  • Restaurare o conservare. La costruzione logica e metodologica del restauro architettonico, CLEAN, Napoli, 1984.
  • Restauro e progetto, Electa Napoli, Napoli, 1991 (con AA.VV.).
  • Come un ferro rovente. Cultura e prassi del restauro architettonico, CLEAN, Napoli, 1992 (2ª ed. 1995).
  • Sicurezza e conservazione del patrimonio architettonico, Liguori, Napoli, 1995.
  • Il restauro dell'architettura, l'architettura del restauro, Liguori, Napoli, 2004.
  • Restauro e consolidamento dei beni architettonici ed ambientali. Problematiche attuali, (a cura di A. Aveta, S. Casiello, F. La Regina, R. Picone), Mancosu, Roma, 2005.
  • Laboratorio di restauro dei beni architettonici e ambientali, Fridericiana Editrice Universitaria, Napoli, 2008.

Note[modifica]

Bibliografia[modifica]

  • A. Quendolo, Introduzione allo studio del restauro architettonico. Fondamenti e percorsi bibliografici, Unicopli, Milano, 1999.
  • M.P. Sette, Dalla storia alla cronaca. La triplice polarità del dibattito attuale, in Id., Il restauro in architettura. Quadro storico, UTET, Torino, 2001, pp. 183–199.

Voci correlate[modifica]

Collegamenti esterni[modifica]

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