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Amato (famiglia)

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Amato (Amantea, Napoli) Titolo: patrizi di Amantea,LEOM.

Gli Amato sono una antica famiglia di origine spagnola appartenente alla nobiltà di Amantea e Napoli. Un ramo si stabilì in Sicilia.[1]

Storia[modifica]

Amato di Amantea[modifica]

Amato di Palermo,MNGO
  • Ramo di Amantea: fu illustrato da Nicola d'amato di Amantea, presidente della reale camera della Sommaria di Napoli nell'anno 1498.Nell'anno 1714-1907, furono ammessi ai cavalieri di Malta, Luigi Maria ed Antonio d'Amato di Amantea, iscritta nell'ordine di Malta sin dal 1551.[2] Al Barone Astolfo, apparteneva il palazzo Amato di Amantea fino agli inizi degli anni '20, notevole per i tempi in cui sorse (forse in epoca di restaurazione borbonica). Il barone pare per gravissimi debiti di gioco, in un primo momento lo offrì in blocco al migliore offerente.[3] Un ramo si stabilì in Sicilia, Baroni di Rocca Guglielmina, Luigi decorato del titolo di barone il 25 marzo 1815, maresciallo del Re Gioacchino Murat. Francesco alfiere (sottotenente) del “11 Reggimento fanteria di Linea Palermo” partecipò alla difesa del Regno delle due sicilie nel 1860, presente nei combattimenti in Siracusa, capitolò nel settembre a Napoli.
  • Ramo di Tropea: antica e nobile famiglia è oriunda della città di Gerace. Della stessa casa a Palermo il principe di Galato, e ad Amantea la stessa famiglia è aggregata al nobile Sedile di S. Basilio Magno. Il primo che venne a Tropea da Gerace fu... de Amato che sposò D. Vittoria Barone ed ebbe figli tra cui D. Orazio Arciprete di Mesiano, D. Giovanni Battista sacerdote.
  • Iscritti nell'elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922. Con Decreto governativo del 6 agosto 1928 riconosciuti patrizi di Amantea e nobili, titoli trasmissibili in linea maschile e femminile.

Amato di Palermo e Sciacca[modifica]

Amato di Sciacca,NBSC.
  • Antichissima famiglia spagnola venuta in Sicilia con Pietro III di Aragona nel 1282. I suoi primi rappresentanti noti sono Bernardo e Pagano che per i loro meriti e servigi ottennero dei feudi e la parentela della famiglia Peralta di Caltabellotta. Un Giovanni fu barone di Zaffuti, Tommaso barone di Silinda e di altri feudi,e Bartolomeo fu barone della Masseria ( 1494). La famiglia nei secoli si suddivise in due importanti rami:
  • Ramo di Palermo: fu illustrato da Filippo, che sposò Agata Buglio e Gravina, e fu tre volte senatore dal 1631 al 1641, fu deputato del Regno nel 1643, capitano di giustizia, e per i suoi meriti fu creato principe di Galati nel 1644 dal Re Filippo IV. Nel 1646 acquistò la baronia di Caccamo che dal Re fu elevata in ducato. Fiorirono ancora in questo ramo Bernardo, cavaliere di San Giacomo Antonio e di Alcàntara, e Filippo, governatore della compagnia della Pace. La famiglia possedette anche il ducato di Santo Stefano Superiore, titolo concesso nel 1705 a Maria Agata.
  • Ramo di Sciacca: fu illustrato da Tommaso e Milione e da altri celebri personaggi che tennero le prime cariche di Sciacca fino ai nostri giorni. I membri di questo ramo ebbero le baronie di Villanova, Belriparo, Bonfiglio, Cassarà, Galando, Verdura etc. La famiglia è tuttora fiorente.

Armi[modifica]

  • Amato di Amantea: d'azzurro all'ippogrifo d'oro armato e lampassato di rosso, al capo d'azzurro caricato di tre stelle d'oro. (Ramo di Amantea)[4]
  • D'azzurro alla banda d'oro ed un leone d'oro passante accompagnata all'angolo destro da una cometa d'oro e nell'angolo destro della punta da una stella d'oro. (Ramo di Palermo)
  • D'azzurro con sei stelle d'oro a sei raggi, ordinate 3,2 e 1. (Ramo di Sciacca)

Note[modifica]

  1. Storia della famiglia Amato in pdf
  2. Uomini illustri delle calabrie raccolte di Luigi Aggattatis Volume I dai tempi primitivi a tutto il secolo XV Cosenza tipografia Municipale 1869
  3. Genealogia della famiglia Amato di Amantea [1]
  4. Famiglia Amato di Amantea, Arma

Bibliografia[modifica]

  • Filadelfo Mugnos, Teatro genealogico delle famiglie nobili, titolate, feudatarie ed antiche del fedelissimo regno di Sicilia viventi ed estinte , Palermo 1647-1670
  • Dott. A. Mango di Casalgerardo, Nobiliario di Sicilia, Bologna 1912-15 e Palermo 1915-18 Vol I A-M
  • Giovan Battista di Crollalanza, Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti, vol. I e III, ed. A.Forni, Bologna 1886-1890
  • Vincenzo Palizzolo Gravina, Il blasone in Sicilia: ossia, Raccolta araldica, editore Visconti & Huber, 1875 consultabile online
  • Archivio Mancini di San Vittore, 204 buste secc. XIX-XX

Collegamenti esterni[modifica]



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