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Alessandra di Rudinì

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Fu una delle compagne sentimentali di Gabriele D'Annunzio.

Biografia[modifica]

Alessandra di Rudinì nasce il 5 ottobre 1876 a Napoli. Suo padre era Antonio Starrabba, marchese Di Rudinì, palermitano, latifondista e uomo politico; la madre, contessa Maria de Barral, era francese. Ebbe un fratello maggiore, Carlo. La madre ebbe sempre una salute malferma, con lunghi ricoveri in luoghi di cura. Morì nel 1896. Alessandra viene mandata a studiare a Roma, al Collegio del Sacro Cuore di Trinità dei Monti. Verrà espulsa dal collegio per il suo carattere irrequieto, che la porta a compiere atti trasgressivi come versare dell'inchiostro in una acquasantiera. Trascorre parte delle vacanze estive a Pachino e a Marzamemi, nel sud-est siciliano, dove i Di Rudinì, discendenti dei fondatori della città, posseggono vastissime proprietà. [1] Prosegue gli studi nel Collegio “SS. Annunziata” a Poggio Imperiale, a Firenze. Accompagna il padre, uomo politico di spicco, per due volte presidente del consiglio dei ministri, in viaggi all'estero, dove viene corteggiata anche dal granduca Sergio, della famiglia degli zar russi. A Firenze conosce il marchese di Riparbella Marcello Carlotti, di una famiglia originaria del lago da Garda. Si sposano nell’ottobre 1894: lei ha 18 anni, alta m. 1,82, molto bella, lui 27. Gli sposi andranno a vivere proprio presso i Carlotti, a Garda e dalla loro unione nasceranno due maschi, Antonio e Andrea. Ben presto però il marito si ammala di tubercolosi e muore la mattina del 29 aprile 1900. Nel 1903 Alessandrina conosce a Milano Gabriele D'Annunzio e diventò per tre anni la sua compagna, con la forte disapprovazione di suo padre. Venne ribattezzata Nike dal poeta abbruzzese e alla fine dello stesso anno i due si donarono reciprocamente il corpo, compreso il "cervello meraviglioso" di Gabriele, con un atto notarile. Si ammalò gravemente all'utero nel 1906 e subì a Firenze tre interventi chirurgici. Ben presto la passione di D'Annunzio verso di lei termina. Il 28 ottobre 1911, a 35 anni, la marchesa Alessandrina Starabba Di Rudinì, dopo un viaggio a Lourdes, entra nel Carmelo di Paray-le-Monial, in Francia. Tra il gennaio e il maggio dell'anno successivo avverrano le sue vestizione, professione e velazione, come Suor Maria di Gesù. Nel 1916 si ammalano e muoiono entrambi i suoi figli. L'anno successivo viene eletta Priora di Paray. Impegnò la residua parte del patrimonio familiare nella fondazione del Carmelo del Reposoir, in Alta Savoia. La sua figura è molto conosciuta in Francia, dove le sono state dedicate numerose opere a cura di conventi ed altri istituti religiosi. Hanno scritto sue biografie Gigi Moncalvo, Fabio Gaggia, Lucy Napoli Prario, Salvo Sorbello, Mario Nanteli, Guglielmo Gatti, mons. Angelo Comastri, mentre di recente un carteggio inedito tra Alessandra e D'Annunzio è stato pubblicato a cura di Giordano Bruno Guerri.

Nell'inverno del 1930 viene sottoposta ad altri quattro interventi chirurgici e il 2 gennaio 1931, a 56 anni, morì presso il Reposoir.

Bibliografia[modifica]

  • Salvo Sorbello, La pesca del tonno nel capolinea del sud. Le tonnare di Vendicari, Marzamemi e Portopalo di Capo Passero, ISBN 978-88-7428-093-3


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